lunedì 29 giugno 2020

BATTAGLIE VERE E VITTORIE dei JUDIKES SARDI




BATTAGLIE VERE E VITTORIE dei Judikes Sardi. Confermando che on vi è affatto bisogno di commemorare SCONFITTE E OKIDROXOS vari, tra SPAGNOLI e FRANCESI, proponendole come SCONFITTE e MASSACRI dei SARDI/SHARDANA .. proponiamo una serie di battalgie e una autentica LEVANTADA DE TODA L'ISLA de CERDENA nel 1470 d.C. Da: https://www.amazon.it/SHARDANA-Ritorno-degli-Eraclidi-Popoli-ebook/dp/B07BB2W8ZL < Leonardo Alagon era sicuramente un personaggio che avrebbe potuto ben figurare in un romanzo di cappa e spada come tanti ne conosciamo. Discendente in linea dinastica da un fratello da quel Leonardo Cubello che aveva rinunciato al titolo di giudice, egli fu designato erede al titolo di marchese di Oristano dallo zio Salvatore Cubello. Arrivato in Sardegna per prendere possesso del titolo e dei feudi, trovò la decisa opposizione del viceré Carroz, il quale gli chiese prima di mostragli le credenziali e quindi, allo sdegnoso rifiuto dell’Alagon, inviò l’esercito. Leonardo era stato allevato in Spagna, ma nelle vene aveva sangue degli Arborea e l’antico ardore guerriero dei Shardana. Per niente impressionato dalle minacce del viceré, che mirava a impossessarsi del marchesato, si rifugiò presso i Sardi dell’Interno che lo accolsero e si misero al suo comando. Cominciò una guerra combattuta alla maniera di Ilienses e Balari quando attaccavano le legioni romane, rapide incursioni e attacchi veloci dei guerrieri a cavallo: la Bardana! L’esercito sardo si ingrossava ogni giorno di più con l’adesione dei borghi che si sollevavano ancora una volta contro il nemico invasore. Il viceré decise di inviare un potente esercito su Oristano per farla finita con questo “bandito” con pretese di gentiluomo. Il comando fu affidato al visconte di Sanluri che marciò direttamente verso Oristano, mentre il Carroz e il suo seguito erano rimasti prudentemente nel castello di Sardara. Ma, arrivati nei pressi di Uras, a un’ora circa da Oristano, gli Spagnoli si trovarono la strada sbarrata dall’esercito sardo, accorso in difesa dell’antica capitale. Carta Raspi: “La vigilia della battaglia, non fidandosi delle milizie sarde ai suoi ordini, il visconte di Sanluri le aveva disposte in prima fila, seguite dalle truppe aragonesi e dalla cavalleria. E furono proprio queste milizie a rendere più completa la disfatta, poiché, al grido di Arborea, Arborea! E alla vista dei gloriosi stendardi dell’albero sradicato, disertarono e, unitesi alle schiere dell’Alagon, rivolsero le armi contro gli Aragonesi. Nello scontro cadde il visconte di Sanluri e molti comandanti. Il viceré, che non aveva partecipato alla battaglia, fece appena in tempo a sfuggire alla cattura e rifugiarsi in Cagliari.” Leonardo Alagon, rivolto ai suoi uomini disse: “Domani ascolteremo messa in Bonaria”.> Tratto da " SHARDANA Antichi Re del Mare" di Leonardo Melis

giovedì 18 giugno 2020

Popoli del Mare in AMERICA



Popoli del Mare in AMERICA Con il massimo rispetto per Papa Francesco, il quale è come il sottoscritto un EX ALLIEVO SALESIANO, per questo ci siamo permessi di citarlo in modo scherzoso in un commento sui fantomatici "FENICI" Pubblichiamo un pezzo del nostro libro sui viaggi dei "POPOLI DEL MARE - Le navi di tarsis" La “Tavola di Paraiba” anche su AMAZON https://www.amazon.it/dp/B0875ZJ6VG/ref=rdr_kindle_ext_tmb <In uno di questi viaggi che portavano a Simbabwe e ritorno, a causa della Corrente Equatoriale del Sud una nave kananea, probabilmente di Akko e della Tribù di Dan, fece naufragio nelle coste del Brasile. In una delle località della costa orientale fu trovata una Tavola in pietra con un racconto dettagliato in lingua e scrittura kananea, definita dagli studiosi attuali in modo del tutto ignorante: “fenicia”. Vediamo i fatti. la Pietra di Paraiba, fu trovata nel 1872 a Pouso Alto (Paraiba). La pietra si spezzò e non fu mai ritrovata, ma la copia delle iscrizioni fu inviata al visconte di Sapuachay, presidente dell’istituto storico di Rio de Janeiro. Inizialmente fu dichiarata un falso, però in seguito, nel 1960, l’epigrafista Cyrus Gordon affermò che il testo non poteva essere un falso, perchè riportava dei concetti grammaticali della lingua “fenicia” o kananèa che erano ancora sconosciuti nel 1872, quando la conoscenza dell’antico kananèo era appunto poco conosciuta. Ecco la traduzione: <<Siamo Cananei di Sidone della città del re mercante. Giungemmo a quest’isola lontana, una terra montagnosa. Abbiamo sacrificato un giovane agli Dei e alle Dee celesti, nel diciannovesimo anno del nostro re Hiram e ci siamo imbarcati a Ezion-Geber nel Mar Rosso. Abbiamo viaggiato con dieci navi per due anni intorno all’Africa, quindi ne fummo separati per la mano di Baal e già non stiamo con i nostri compagni. Così giungemmo qui, dodici uomini e tre donne, alla isola del ferro, in una nuova spiaggia che io, l’almirante controllo. Ma sicuramente gli Dei e le Dee ci favoriranno.>>