sabato 26 novembre 2022

SHARDANA e Popoli del Mare per ragazzi


La prima puntata di una serie di video con Leonardo Melis studioso dei Popoli del Mare e dei Shardana in particolare. Leonardo illustra ai ragazzi delle scuole Elementari e Medie quanto scrisse nei suoi libri ai primi di questo millennio, dopo i suoi viaggi alla ricerca di questi popoli, viaggiando dal Mediterraneo all'Egitto, al Baltico e parte dell'Europa, studiando i testi sumeri, egizi, assiri, ugaritici e con essi la stessa Bibbia e riprendendo la sua preparazione con gli studi classici. Di questo Leonardo ringrazia i suoi prof dell'Istituto di Lanusei, il più antico e prestigioso fondato a fine dell'Ottocento dai padri Salesiani e da dove uscirono le menti sarde più illustri ..da Gramsci a Emilio Lussu, a Lilliu padre dell'archeologia sarda e tanti altri nomi ... Leonardo ha il merito di aver ridato al Mediterraneo la sua storia più antica e più vera, sovrapponendo al limite dell' 8° sec. a.C., inizio sciocco della Storia da parte dei Greci e Romani, sovrapponendo dicevamo altre date. quelle della nascita dei Popoli del Mare, cancellando il nome fasullo dei FENICI invenzione dei GRECI. nel 7-8 sec. a.C.

https://www.youtube.com/watch?v=G6txQRPEPPs&lc=UgxGvQeeUIBkNK48_Tp4AaABAg
 

martedì 15 novembre 2022

La PIETRA di JAKOB: Profezia sul trono inglese


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La PIETRA di  JAKOB:  Profezia sul trono inglese

Sisara racconta:

<Prima della nascita del nostro grande Padre Jussuph, Padre di due Terre e Padre di faraone, suo padre Jakob Grande Re dei nostri antenati Hykos, si recò nel Paese di Harran, ove avrebbe scelto la sua consorte madre di Jussuph. Harran era la città gemella di Ur, ove il padre di Abram gestiva il Sacerdozio di Sin, come pure a Ur prima della migrazione verso il Nord. Il nostro avo Jakob durante il cammino si accampò in una zona a cui lui stesso diede il nome di Bet.El, Casa di Dio. Egli stanco per il viaggio si addormentò fuori dalla tenda, scegliendo un sasso per poggiarvi la testa. La notte sognò che Dio gli parlava in mezzo a schiere di angeli che salivano e scendevano usando una scala che univa la Terra al Cielo. Al suo risveglio egli benedisse la pietra ungendola con olio sacro. Chiedendo al Dio di quel luogo che lo guidasse nella ricerca della sua sposa che gli avrebbe dato un figlio che un giorno diventò Padre di faraone e faraone lui stesso(?): Jussuph.

                Questa pietra è probabile che finisse in Egitto con un destino misterioso. Per altri è qui nel nostro Regno di Israel dentro il tempio di Dan, forse dentro l’Arca Santa. (Sisara racconta al figlio Kareh). Una profezia però è legata al “Talismano”:

“la Pietra sarà portata nelle Terre dei Tuatha de Dana, un piccolo regno farà la sua fortuna, poi un re confinante depredò il territorio, forse alla ricerca della Pietra. Naturalmente la trovò e la fece sua. Il suo regno divenne potente fino a diventare uno dei più grandi imperi della Storia. Finchè i tempi cambiarono e quel regno dovette restituire la Pietra ai governanti del piccolo Regno confinante, che intanto aveva inglobato. Non passeranno che pochi anni e l’ex grande impero, ora un regno comunque potente, ma in declino, dovette perdere l’ultimo governante capace. I discendenti, odiati per la loro incapacità “furono” cacciati dal loro stesso popolo, come una delle ultime monarchie del Mondo”.

Nota dell’Autore:

<Parliamo della Pietra di Jakob, che sarebbe conservata in Inghilterra e, da qualche anno, sarebbe tornata in Scozia.

                Intorno al 500 d.C. il re Murtag MacErc la diede a suo fratello Fergus per l’incoronazione di quest’ultimo come sovrano del regno di Dalriada, un regno localizzato parte in Irlanda del Nord. Nel 1296 il re d’Inghilterra Edoardo I conquistò la Scozia che diventò parte del Regno Unito. Prese la pietra e la fece trasportare a Londra dove nel 1301 fu fatta inglobare in un trono di rovere; e fu collocato nell’Abbazia di Westminster. (nicolettadematthaeis.wordpress.com).>

Pare che la profezia sia sul punto di avverarsi proprio in questi giorni in cui scriviamo: Ieri, 08/09/2022 la regina d’Inghilterra, il sovrano più longevo pare della storia,  muore a 96 anni. Il suo erede, il principe Charles, che prende il nome di Carlo III, non pare che goda affatto del favore del popolo, che non gli perdona la morte dell’adorata principessa Diana.

Da: “I Popoli del Mare, Sisara generale Sardana in Israel”

di Leonardo Melis

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giovedì 10 novembre 2022

PLATONE: NON PER CONTESTARE, MA PER DISCUTERE delle varie Atlantidi


https://www.shardana.org/platone-non-per-contestare-ma-per-discutere-delle-varie-atlantidi/ 

PLATONE: NON PER CONTESTARE, MA PER DISCUTERE delle varie Atlantidi

Atlantide non era sita nel 90% dei posti in cui la si colloca, Sardinia compresa


Si parlava di tsunami che devastò la Sardinia da Sud (Cagliari) a Nord (la Jara). Scartiamo subito l’ipotesi di uno tsunami in grado di far scomparire un continente nel 1200 a.C. I testi di storia ne avrebbero parlato. Difatti si trova ampiamente documentato un altro tsunami che devastò Creta nel 1600 a.C. quindi molto prima. 

I conti non tornano.

I Popoli del Mare sono identificati con gli Atlantidi che combatterono contro Atene. Inizialmente anche noi avevamo ipotizzato questa equazione, tornando immediatamente sui nostri passi, anche perché l’Invasione del 1200 a.C. pare risparmiasse proprio Atene fra tutte le città greche. I Greci confermano questo fatto, sostenendo che gli Eraclidi sarebbero tornati e avrebbero distrutto ogni città greca risparmiando appunto Atene che diede loro ospitalità quando erano perseguitati in patria e prima di partire per la Sardinia. Come invece tutti sappiamo, Platone dice che fu Atene a fermare l’invasione degli Atlantidi, decretando la loro sconfitta.

 I conti non tornano.

Platone sosteneva nelle sue due opere Krizia e Timeo che Atlantide si trovava oltre le Colonne d’Eracle. La teoria cercava di dimostrare che le colonne d’Eracle si trovavano, ai tempi di Platone, nel canale di Sicilia. Questo portava a identificare la Grande Isola Sarda con la stessa Atlantide. Peccato che ciò non possa essere esatto. Per alcuni motivi:

La teoria che fosse stato il direttore della biblioteca di Alessandria, Eratostene, a spostare le colonne dove si trovano attualmente (Gibilterra), perché le conquiste di Alessandro allargarono il mondo conosciuto, non tiene. Anche perché nella “Vita di Alessandro” si legge che “Nearco, ammiraglio cartaginese fece visita ad Alessandro a Babilonia e Alessandro espresse il desiderio di circumnavigare la Libia (Africa) con lui, rientrando nel Mare Mediterraneo dalle Colonne d’Eracle.” Quindi le Colonne erano già dove sono oggi: a Gibilterra. E la Sardinia è al DI QUA delle Colonne di Gibilterra.

 I conti non tornano.

L’altro punto che non torna affatto è quello che Platone scrive riguardo proprio alla Tirrenide. “Questa città (Atlante) estendeva i suoi domini, al di qua delle colonne, alla Libia (Africa) fino all’Egitto e all’Europa fino alla Tirrenia”. Quindi la Tirrenide (Sardinia) si trovava al di qua delle colonne e NON poteva essere Atlantide. Né con le colonne a Gibilterra, né tanto meno con le colonne nel canale di Sicilia.

 I conti non tornano.

Atlantide sprofondò e sparì. La Sardinia, Grazie a Dio, è ancora qui. Certo potremmo dire che è riemersa. Su questo siamo parzialmente d’accordo, perché un fenomeno del genere, molto ridotto, è realmente accaduto nel 1200 a.C. Noi lo abbiamo spesso citato: un sollevamento del livello del mare di circa 2,5 m. è realmente e geologicamente documentato. Fu quello che sommerse in parte le antiche città shardana, come Nora, Tharros, Antas, Nabui, Korra… ma anche Mozia, Palermo, Marsala città shakalasa in Sicilia e altre città del Mare degli Eraclidi. Da qui a parlare di tsunami però ce ne vuole. Uno tsunami non lascia intatte né case, né tanto meno imbarcazioni di alcun genere. 

I conti non tornano.

Le dimensioni di Atlantide descritte da Platone non sono quelle della Sardinia, né della Tirrenide. La Tirrenide ormai la conosciamo per averne  pubblicata l’immagine in questo libro. Platone scrive nel Timeo: “Questo continente, Atlantide, era più grande della Libya e dell’Asia messe insieme”. Non solo la Tirrenide è molto più piccola, ma un continente del genere non ci stava proprio dentro il Mediterraneo. Pur se per Tirrenide si intende l’Etruria.

 I conti non tornano.

Novemila anni prima sarebbero avvenuti questi fatti, secondo quanto scritto nel Krizia. Si sostiene trattarsi di anni lunari, quindi di mesi. Come se al tempo di Platone non si conoscesse il calendario diviso in giorni, mesi e anni! Vecchio excamotage.

 I conti non tornano.

La posizione delle Colonne a Gibilterra è sostenuta dallo stesso Platone. Nel Krizia infatti si legge che i gemelli nati da Posidone erano dieci, a coppie di due. Il primo nato della prima coppia aveva nome Atlante e a lui toccò il regno sull’isola capitale. “Il suo gemello, nato dopo di lui, a cui toccò l’estrema parte dell’Isola verso le Colonne d’Eracle che ora in quel tratto è detta gadirica, ebbe il nome greco di Eumelo, che nella loro lingua si dice Gadiro e dal suo nome potè nominarsi quella contrada”. La regione Gadirica era conosciuta da Greci e Romani presso Gibilterra, ma ancora oggi esite sta regione, appunto.

 I conti non tornano.

La pianura identificata con il Campidano era lunga, sempre secondo il Krizia, tremila stadi da una parte e da duemila dal mare fino al centro della città che circondava. Uno stadio greco corrisponde a 177,60 m. e se lo moltiplichiamo per 3000 otteniamo 532.800 m. e cioè 532,8 km e 355,2 km. Una pianura grande tre volte la Sardegna stessa. Questa pianura era cintata da una fossa lunga diecimila stadi. Qui è lo stesso Platone a dire che stenta a crederci. Stiamo parlando infatti di una fossa lunga 1.776 km. Aveva ragione Platone a dubitare!

 I conti proprio non possono tornare.

Platone nasce ad Atene (428 – 328 a. C.) e parla di un mare sconosciuto ai Greci oltre le Colonne d’Eracle. Ma nel VIII° sec. a.C. i greci avevano già fondato città oltre il canale di Sicilia. Crotone, Sibari, Partenope …  300 anni prima!!! E 500 anni prima che le colonne fossero spostate  a dire di Eratostene…!”

di Leonardo Melis

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domenica 6 novembre 2022

CORTO MALTESE tra il serio e il faceto. Il naufragio


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CORTO MALTESE tra il serio e il faceto


Il naufragio 

<<La Flotta arrivò facilmente a Ofir, come da racconti tramandati dai Greci, dagli Egizi, dalla Bibbia etc.

Per un anno si fermarono a rinforzare le fortificazioni antiche di 2-300 anni.

Mentre gli operai specializzati estraevano i minerali, in primis lo Stagno, altri facevano i turni di guardia e altri ancora provvedevano al sostentamento; fra questi sappiamo che vi erano anche donne, che saranno citate nel naufragio della nave ammiraglia.

Al secondo anno di scadenza, puntualmente nel mese di Nisanu, la flotta sotto il comando di Kareh figlio di Sisara, ripartì doppiando quello che oggi si chiama Capo di Buona Speranza.

L’ammiraglio fece annotare che “Il sole splendeva stranamente alla loro destra durante tutto il viaggio verso il Mare d’Occidente”.

Doppiato felicemente il Capo, una tempesta improvvisa cominciò a infuriare facendo dividere le navi.

La nave ammiraglia fu presa da quella che chiamiamo oggi La Corrente Subequatoriale.

La nave fu portata dalle onde verso le coste di un mondo sconosciuto, presso la riva di un grande fiume.

Questo fiume fu battezzato 25 00 anni più tardi con il nome di Salimoes dai navigatori Portoghesi (Salomone?). Parliamo proprio dei Rio delle Amazzoni.

I Portoghesi erano a conoscenza di questa storia?

La pietra, il documento riprodotto e della sua traduzione, parlava chiaramente della flotta e del naufragio al ritorno da un lungo viaggio.

<Siamo Cananei di Sidone (o di Akko? Tiro?) della città del re mercante (Hiram). Giungemmo a quest’isola lontana, una terra montagnosa. Abbiamo sacrificato un giovane … agli Dei e alle Dee celesti, nel diciannovesimo anno del nostro re Hiram e ci siamo imbarcati a Ezion-Geber nel Mar Rosso. Abbiamo viaggiato con dieci navi per due anni intorno all’Africa, quindi ne fummo separati per la mano di Baal e già non stiamo con i nostri compagni. Così giungemmo qui, dodici uomini e tre donne, alla isola del ferro, in una nuova spiaggia che io, l’Almirante controllo. Ma sicuramente gli Dei e le Dee ci favoriranno.>

Chi scrive è Kananéo, di Tiro, Sidone o Akko.

Il suo re è Hiram di Tiro, citato dalla Bibbia e storicamente esistito.

Lo storico romano di origini ebraiche Giuseppe Flavio è d’accordo con noi e noi con lui, sul fatto che quanto racconta Salomone sappia molto di vanterie e i “suoi viaggi” siano il racconto di viaggi effettuati da altri, forse appunto da genti di Israel e kananee di origini chiaramente dei Popoli del Mare.

Vediamo anche dallo scritto che a raccontare è proprio l’Almirante (ammiraglio) che noi abbiamo identificato con Kareh, figlio di Sisara.>>

Da: “ I Popoli del Mare, Sisara eroe shardana in Israel” .

di Leonardo Melis

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