martedì 7 gennaio 2020

#SISARA eroe SHARDANA in ISRAEL 2^ Parte


#SISARA eroe SHARDANA in ISRAEL 2^ Parte <<<L’episodio verificatosi questa estate (del 2010) ci ha lasciati un poco delusi e nello stesso tempo ci ha spronati a scrivere ancora dei “nostri” Shardana. Lo abbiamo scritto in altro capitolo: una agenzia di stampa ha diffuso la notizia su una “Scoperta effettuata dall’archeologo israeliano Adam Zertal, che identifica la città da lui scavata con Haroset Goim, sede del generale sardo Sisara.” Non vogliamo assolutamente intendere che Zertal abbia copiato da noi, ma a dir la verità nel 2005 ci capitò di incontrare l’archeologo a Cagliari alla “Cittadella dei Musei”. In quell’occasione accennammo della nostra teoria su Sisara e Haroset Goim. Zertal si disse entusiasta e favorevole a quanto da noi immaginato. Aggiunse anche che il nome di Sisara era per lui assolutamente sardo. E che gli ricordava la città sarda di Sassari. Questo è quanto. Abbiamo voluto ricordarlo, perché “La memoria umana è spesso leggera” e perché la scoperta è di Leonardo Melis, o almeno è Melis ad averla pubblicata per primo, nel 2005. Se abbiamo fatto anche involontariamente una cortesia a Zertal, ne siamo estremamente felici. Allora, cortesia per cortesia, prendiamo a prestito i risultati degli scavi effettuati da Zertal ad Al Awaht e vediamo di ridare aSisara e ai suoi Shardana la luce che si meritano dopo tremila anni di oscurità. Si aggiungeranno ai tanti personaggi a cui abbiamo reso la dignità che gli storici di parte gli avevano proditoriamente tolto. Ivi compresi gli storici biblici. Cominciamo a identificare le rovine che stanno lentamente venendo alla luce. Il sito sta a 325 m. sul livello del mare, da cui dista 18 km. Abitato per 50-60 anni e abbandonato nel 1180-60 a.C. circa. Sono stati rinvenuti degli scarabei col cartiglio di Ramesse III e uno del XV secolo a.C. (Toth-Mose III). Uno scarabeo filisteo. Un tappo di bottiglia a testa d’ariete del tipo usato in Egitto. Nei pressi vi sono altri quattro siti similari. Nessuna traccia di distruzione. Area complessiva: circa 30.000 mq. Muro di cinta spesso 5-8 m. e alto 4-6. Capanne a copertura a Tholos (del tipo sardo). Un forno fusorio del ferro. La torre ritrovata (che ha fatto pensare ai nuraghes) 10x15 m. Ritrovate ceramiche di tipo “nuragico” (ma noi precisiamo: shardana). Frammenti di ceramica con decorazioni “a spina di pesce”, tipiche della Sardinia. Prendiamo quindi da “Shardana i Principi di Dan”: << La Bibbia cita Aroset Goim come residenza di Sisara e dei suoi soldati.Questo spiegherebbe perché la città risulta abbandonata e non saccheggiata. La sconfitta di Sisara avvenne altrove, il suo esercito fu annientato e, probabilmente, i superstiti si rifugiarono presso le tribù amiche di Dan e Aser e non tornarono mai ad Haroset Goim. Tanak è il posto dove Deborah riunì le forze e dove si svolse la battaglia. Haroset Goim non doveva essere troppo distante. Haroset Goim è El Awhat? Alcuni archeologi israeliani concordano con questa ipotesi. I nostri lettori hanno già capito che noi avevamo questa spiegazione già prima di scrivere “Shardana i Principi di Dan”. Qualcuno (lettore) l’aveva intuito da quanto pubblicato in “Shardana i Popoli del Mare” (nella VI Edizione) a proposito di El Awaht = Aroset Goim. Vediamo allora perché Sisara e i suoi guerrieri shardana occupavano la fortezza di El Awaht. Ramesse III, che andava vantandosi di avere “Sconfitto per la prima volta nella storia i terribili Shardana”, aveva solamente salvato il… trono, grazie all’intervento della guardia reale composta da soldati Shardana. Questi soldati parlamentarono con gli assalitori e si giunse a un accordo, che andava bene a Egizi e Shardana. I quali Shardana poterono stabilirsi alla frontiera del Delta, presso la loro antica capitale. L’Egitto però aveva subìto sconfitte molto gravi nelle province, soprattutto in Palestina, dove perse del tutto la sovranità. I Popoli del Mare, infatti, irruppero in Asia Minore tutto devastando e destabilizzando i potentati e le roccaforti dei sovrani dell’età del bronzo. Da Ugarit a Sidone, Tiro, Biblos, Athusa … tutto fu cancellato. In Palestina fu identico scenario, la stessa Jerico fu rasa al suolo dalle truppe dei P.d.M. (ci dispiace per le “Trombe” di Josueh). Anche Qadesh e con essa Megiddo e altre fortezze furono conquistate. Questa sorte non riguardò, evidentemente, Haroset Goim, dove erano insediati mercenari Shardana. L’apparato militare descritto dalla Bibbia ci fa pensare a una guarnigione ben attrezzata e, probabilmente, rifornita da un grande sovrano: il faraone. Come per Atene in Grecia, così per Aroset Goim, i P.d.M. concessero l’onore delle armi e la fortezza fu risparmiata. I mercenari shardana ormai indipendenti (e senza stipendio), si diedero subito da fare per trovare un altro datore di lavoro e lo trovarono abbastanza facilmente, a quanto ci racconta la Bibbia.>>. (Da: Shardana i Principi di Dan) Il “Datore di lavoro” era un principe kananeo, dice la Bibbia. Kananèo di dove, di quale città? Noi ci ricordiamo di una città, Lais, che cambiò il nome in Città di Dan. Da queste parti sono stati trovati numerosi reperti che confermano la presenza dei Shardana: statue, steli, scritte…La città non è distante dal mare. Pensiamo però che Jabin potesse benissimo essere un principe di Tiro o Sidone o qualsiasi altra delle città erroneamente chiamate “fenicie”. Sappiamo ormai che le città kananèe e le città del regno cosiddetto di Israele erano composte da Kananei mischiatisi ai Popoli del Mare arrivati con l’invasione del 1200. Insomma, Sisara e i suoi, Jabin stesso, erano sempre “loro”. Come lo erano quelli di Dan e di Aser. Che non intervennero nella battaglia contro Sisara. La “Travolgente vittoria” cantata da Deborah ha avuto bisogno dell’intervento Divino per essere giustificata. Stiamo infatti parlando di un esercito, quello di Sisara, composto da professionisti che avevano militato per i faraoni d’Egitto. Sappiamo anche che era quanto di meglio si trovava in fatto di soldati di professione. Erano cinquemila ed erano dotati di 900 carri ferrati. In pratica un intero reparto di “panzer”. Pur se Deborah aveva raccolto circa 20.000 uomini, si trattava di contadini e pastori delle montagne, già terrorizzati dalle precedenti scorrerie di Sisara. Questi soldati dovevano fare impressione su chi li osservava da vicino. Armati delle tipiche corazze in bronzo lucente, elmi cornuti, scudi torchiati e spadoni del tipo illustrato nelle pareti di Medinet Abu e ritrovate in sardinia nella “Tomba dei Principi” a S. Iroxi, presso Cagliari, ove sono esposte nel Museo Archeologico. E in più avevano una folta capigliatura … rossa! Di quel rosso o biondo fulvo tipico dei Popoli del Mare. Del rosso Mose, del rosso Juseppe, o del biondo Achille, il biondo Menelao, il rosso David .. i rossi Daniti…i rossi Cananei. La Verità, quella vera, è quella che voi state certamente aspettando, chi per sincero piacere della conoscenza, chi invece per cogliere noi in fallo per qualche strafalcione che scriveremo. Mentre però crediamo di avere per ora accontentato quasi sempre i primi, ci doliamo per aver deluso i secondi. O forse non ce ne doliamo affatto. La Verità è che, per una di quelle sventurate avversità che spesso nella storia hanno sconfitto grandi condottieri e dato la vittoria a generali di scarso valore, ventura volle che Sisara fosse sconfitto. Una di quelle avversità piombò infatti come un fiume in piena sugli uomini di Sisara. Anzi era proprio un torrente (il Kison) in piena gonfiato oltremisura da un autentico uragano che si scatenò durante la battaglia. Un torrente di montagna che travolse i carri e li rese inservibili per il combattimento. A quel punto gli uomini di Sisara, pur valorosi, si trovarono uno contro cinque. Cinquemila contro ventiquattromilaper essere precisi. La conclusione è ancora più amara, per la fine che fece Sisara, tradito dalla moglie di un suo amico che violò la più sacra delle regole: quella dell’Ospitalità. Una regola che Sisara, uno Shardana, credeva inviolabile. Questa regola fu invece violata da una “benedetta fra tutte le donne”, come la Bibbia definisce Jaele, moglie di Eber il kenita amico di Sisara. Questa poco affidabile signora accolse Sisara che cercava scampo al massacro e lo avvolse in una coperta dopo avergli offerto una ciotola di latte (segno della sacra ospitalità).Quando Sisara, sentendosi al sicuro, si addormentò, la brava Jaele, prese un martello e un picchetto della tenda e glielo piantò nella tempia. La beffa più grande è che la Bibbia si cura di annotare che “Vi era pace tra Jabin e Eber il kenita”. Un tradimento della peggior specie! Oltretutto Jaele non era ebrea e non aveva alcun motivo, se non il tradimento, per uccidere l’amico del marito. Dal cantico di Deborah si intuisce il tradimento e l’azione malvagia anche se parzialmente mascherata dalle lodi: “A chi chiedeva il latte, in un piatto principesco presentò la panna. Ma la sinistra impugnò il piolo, la sua destra il martello da fabbro” Quanto aggiunge dopo il Testo ci piace ancora meno: “Affacciata alla finestra la madre di Sisara sospirava: perché tarda a venire il suo carro? Una sua ancella risponde: Certo raccolgono e dividono la preda, una fanciulla, due fanciulle per ogni guerriero… un vestito, due vestiti per Sisara...” il Cantico quindi aggiunge: “Così periscano tutti i tuoi nemici o Signore!” Quasi compiacendosi del dolore della Madre di Sisara.>>> Da "SHARDANA i Principi di Dan" (Leonardo Melis edizione 2005) .. e "SHARDANA la Bibbia degli Urim" (ed. 2012 - Leonardo Melis )

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