La NAVE di HERA LACINIA
Glauco comandante dei Lukka della Lucania delle Terre
Italiche. Ricco e nobile guerriero arrivato con la sua flotta dalla Lukania che
alcuni popoli chiamano Terra Italica o degli Italici. Molto amico di Enea, che
pare si recasse in Lukania/Italica a visitare la sua gente nel viaggio che fece
dopo la Grande Invasione dell’Oriente. (N.d.A.: Omero fa incontrare Glauco
che sfida un furibondo e inarrestabile Diomede sulla spianata davanti a Ilio. I
due si parlano prima del duello e scoprono che i loro padri erano amici e
furono ospiti reciproci prima della guerra. Segno questo di una sicura
reciproca parentela come precedentemente segnalato anche per Teucro. Omero
racconta che i due si scambiarono le armature. Aggiunge pure che Glauco non ci
guadagnò di certo, essendo la sua armatura d’oro e quella di Diomede di
bronzo!)
Dopo la guerra di Troja, naturalmente secondo il racconto di Omero,
alcuni “fuggirono” cercando un’altra Patria. Omero lo accenna nell’Odissea e
Virgilio completerà il racconto. Purtroppo Virgilio scrisse l’Eneide su
“commissione”, pentendosene subito. Forse il bravo poeta, che era un pessimo
storico, sbagliò tantissimo con le date e i luoghi arrivando anche a pensare di
bruciare l’Opera. Ne fu impedito da Augusto che l’Opera l’aveva commissionata a
suo tempo e dietro pagamento anticipato. Così il Vate faceva fuggire Enea e
compagni da Troja in fiamme e puntando a
Delfi per consultare l’Oracolo sulla direzione da prendere. L’Oracolo sentenziò:
“Cercate l’Antica Madre”. Anchise
interpretò l’Oracolo al solito sbagliando, come spesso accadeva a chi andava a
consultare senza dovute precauzioni e informazioni, così tutti pensarono di
andare a Creta sede, a quanto pare di parecchi dei Popoli del Mare in quel
periodo; vedere Pheleset, Shardana e gli stessi Akayasa. Fortunatamente la
madre di Enea, ricordiamo che si trattava della Dea Afrodite, apparve in sogno
ad Enea ricordandogli che “L’Antica Madre” era a Occidente, per la precisione
nei Lidi Italici, i quali non erano
nel Lazio come erroneamente ci hanno insegnato a scuola! I Lidi Italici
erano in Lucania, che comprendeva il
territorio dalla Puglia alla Calabria, comprendendo quello che lo Stato
Italico chiama Basilicata, ma che gli abitanti chiamano ancora Lucania, la
patria dei Lici che parteciparono alla guerra di Troja e che in realtà erano i
Luka o Liku.
I Liku o Lici erano comandati a Troja da Sarpedonte, il semidio ucciso da Patroclo, e da Glauco. Stranamente Enea si fa
accompagnare dai Liku, forse dopo aver avuto il sogno e con il consiglio della
madre. Quel che di più ci sorprende è che i Liku sono comandati da qualcuno che
nell’Iliade non avevamo trovato: Oronte.
Forse noi abbiamo trovato l’inghippo e svelato il mistero del perché poi
viene identificato il ritorno alla Antica Madre con la Lucania.
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Ai tempi di Virgilio si credeva e lui stesso lo credeva, che Enea e i
suoi partissero da Troja arrivando in “Italia” (leggi Lazio) all’incirca nel
815 a.C. dove il figlio Julo/Ascanio fonderà Albalonga.
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Enea sarebbe passato a Cartagine dove la principessa di Tiro
Didone stava edificando la città, ossia nel 814 a,C a detta degli storici
“ufficiali”.
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Terza “stonatura”: per concludere, Enea “fugge” da Troja distrutta e
incendiata dai “Greci” intorno al 1180 a.C. e fa in tempo a passare da Didone
nel 814 a.C. per poi approdare nei lidi laziali ove un suo discendente fonderà
la città di Roma nel 753 a.C. Un viaggio ben lungo!
Forse Virgilio se ne accorse, oppure qualche amico che di storia ne
masticava più di lui lo avvertì, convincendolo a tentare di bruciare il Poema.
Del resto dobbiamo dire che dello strafalcione dei 400 anni di viaggio se ne
accorse anche un certo Catone (Catone il Maggiore (Cato
Maior) per distinguerlo dal pronipote Catone
l'Uticense). il quale, riferendosi
alle leggende dell’arrivo dei fuggitivi da Troja e della fondazione da parte
loro della città di Roma, soleva apostrofare i suoi incauti concittadini dando
loro dell’ignorante. E Catone visse ben prima della composizione del Poema di
Virgilio!