domenica 19 novembre 2023

IL (VERO) INSEDIAMENTO nella TERRA PROMESSA

 


IL (VERO) INSEDIAMENTO nella TERRA PROMESSA 

Dopo l’ESODO i discendenti di Aaron hanno il Sacerdozio riconosciuto; eppure noi sappiamo che il primo sacerdote del primo tempio era un nipote di Mose; il tempio era quello di Dan e il sacerdote era Jonathan; forse demonizzato e dimenticato volutamente da Judei e Aronniti, perché nel tempio dove lui officiava,  quello di Dan, era venerato il Nehustan, il serpente di bronzo voluto da Mose  che aveva salvato il popolo dai morsi velenosi nel deserto. Ragion per cui Ezechia si sentiva autorizzato a distruggere gli idoli e a cancellare la memoria stessa di Mose, almeno nella sua discendenza. O almeno a provarci …

Di Dan la Bibbia parlerà ancora nel libro di Deborah che racconta l’epopea di Sisara.

Prima di continuare con le citazioni e i documenti probanti la presenza dei Popoli del Mare in Siria Palestina, dobbiamo però chiarire quale era la presenza (presunta o quasi) del Popolo raccontato dalla Bibbia:

 Da “Shardana la Bibbia degli Urim”: <Tornando in … Israele: se per Dan ci furono problemi di “conquistarsi il territorio”, il Libro dei Judici subito all’apertura ci fa un quadro della “Conquista” da parte delle restanti Tribù ebraiche piuttosto disarmante:

Juda, con l’aiuto del Signore riuscì a conquistare la regione montuosa, ma non riuscì a vincere gli abitanti della pianura, dotati di carri ferrati.

 

• I figli di Beniamino non scacciarono da Jerusalem i Jebusei, vissuti ivi con loro fino al giorno d’oggi.

 

Manasse non espulse gli abitanti Beth San, Taanac, di Dor, Jeblaam, Megiddo… sicchè l’antico Kananeo continuò ad abitare in quel paese.

 

Zabulon non scacciò i Cananei da Ketron e Naalal, ed essi abitarono con lui.

 

Aser non scacciò i Cananei da Akko, Sidone Aalab, Afec, Rechob, perciò abitarono fra quelli.

 

Ephraim non scacciò i Cananei che abitavano in Gazer, e questi dimorarono con lui.

 

Nephtali non scacciò i Cananei da Bet Semes e Bet Anat, ma dimorò con loro.”>

 

(JUDICI:  I – 21-36)

 


domenica 12 novembre 2023

MOSE non era Ebreo, così raccontava Sigmund Freud nel 1937





 

    Oggi questa teoria che noi proponemmo nel 2002, riprendendola da Sigmund Freud che la pubblicò a Parigi nella rivista IMAGO nel 1937 e poi nel 1939, è accettata da molti studiosi.

Noi però nel frattempo siamo andati oltre, arrivando anche al vero nome di Mose. Intendiamo il vero nome del “Personaggio di nobile lignaggio che prese il nome di Mose”. Oggi i tempi sono cambiati e nessuno si offenderà se scriveremo quanto trovato nei testi egizi e nei muri del tempio di Luxor di un “Personaggio di stirpe reale, erede al trono d’Egitto, che fu esiliato e il suo nome cancellato dai documenti e dai monumenti Questa è la frase che De Mille fece dire al faraone Seti I quando questi è costretto a bandire il Principe Mose, su precisa denuncia del fratellastro di questi, Il futuro Ramesse II.

Adesso prendiamo da uno dei nostri libri quanto riguarda questi fatti.  Da: "I Popoli del Mare. Sisara eroe shardana in Israel" 

    Dopo la restaurazione voluta dal generale golpista Horemheb, urgeva mettere sul trono un nuovo faraone da cui derivare un’altra dinastia, dopo lo sterminio della famiglia di Amenophe IV/Akenaton. Vediamo:

    < A questo punto si trattava di eleggere un nuovo faraone. Fu individuato un soldato di valore, comandante in seconda dell’esercito e generale dei mercenari Libu, Shardana e Tjekker. Il suo nome era appunto Ramessu. Ramessu I regnò dal 1292 al 1291 a.C. lasciando subito il regno al figlio Seti. Anche Seti era soldato di valore cresciuto a fianco del padre fra i mercenari. Seti aveva un figlio che al tempo delle persecuzioni contro i seguaci di Aton aveva si e no cinque anni. Aveva però conservato nella mente quei martiri che morivano invocando il loro Unico Dio un Dio d’amore che impediva loro di ribellarsi alle persecuzioni volute da Horemeheb>.

L’interesse del giovane principe per la religione bandita dal paese era pericolosa, ma il suo fascino  irresistibile. Neb.Ka.Set.Nebet, questo il nome del principe, era stato designato da Seti quale suo erede, essendo anche il primogenito. La sua fede nel Dio Unico ebbe modo di rafforzarsi ascoltando i racconti dei soldati shardana che arrivavano dall’Isola che aveva il loro nome. Nessuno, in quella terra benedetta dalla natura avrebbe mai perseguitato un suo simile perché adorava altra Divinità. Neb.ka.set non nascose le sue idee al padre, che forse lo approvava. Purtroppo il principe ereditario aveva anche un fratello che aspirava al trono. Il principe, denunciato dal fratellastro, fu costretto all’esilio con tutti i suoi compagni.> 

    Il lettore si starà chiedendo adesso, perché L. Melis non tenga conto del racconto biblico, pur così particolareggiato nella descrizione della nascita e adozione del principe. Lo stesso De Mille racconta che egli fu affidato alle acque del Nilo e raccolto dalla sorella del faraone: Bitya. Proprio il racconto della Bibbia ci ha fatto sempre sospettare che qualcosa non quadrava…troppe inesattezze e troppa la somiglianza con un altro racconto identico ma più antico. Quello di Sargon di Akkad, il capostipite degli Urim. Vediamo alcuni particolari del racconto, quanto collima e quanto non torna.

  • Mose nascerebbe a Jessen e su questo non abbiamo da obiettare. Juseppe e i suoi, ma anche gli Hyksos, si insediarono in questa terra a Oriente del Delta.
  • Fu affidato alla corrente del fiume dentro un “cesto di giunchi cosparso di bitume”. Qui abbiamo la prima stonatura. Questo particolare del bitume si ritrova nel racconto di Sargon. Ma in Mesopotamia la cosa è giustificata dal fatto che i giunchi della zona si impregnano d’acqua e vanno a fondo. Il giunco egizio no, galleggia da solo!
  • Il cesto, trascinato dalla corrente fu seguito a distanza dalla sorella di Mose. Eh, no! Il Nilo è un Fiume che scorre al contrario, per dirla con Erodoto, e gli Ebrei stavano nel Delta che sfocia o Nord, nel Mediterraneo. Non poteva trasportare il cesto verso l’interno. Lo avrebbe trasportato in mare!
  • Lo raccolse la figlia del faraone che era scesa a bagnarsi con le ancelle. Poiché non vi sono motivi che ci facciano pensare a una figlia del faraone che se ne va a spasso per l’Egitto e per di più in mezzo ai coccodrilli e agli ippopotami che popolavano il fiume, pensiamo che la fanciulla si bagnasse in un luogo protetto e possibilmente davanti alla regia. Purtroppo anche qui i conti non tornano. Dopo la sconfitta degli Hyksos “venne un re che non conosceva Juseppe” e precisamente un re della XIX dinastia di Tebe, che aveva la capitale (e la reggia) a Luxor. Pur se Amenophe IV aveva spostato la capitale ad Aketaton, a metà strada fra Jessen e Luxor. Con la restaurazione di Horemheb tutto tornò a Tebe o, se preferiamo, a Luxor. E Luxor dista da Jessen 850 km … controcorrente per di più!

Da: “I POPOLI Del MARE. SISARA EROE SARDANA in ISRAEL”

domenica 29 ottobre 2023

ISRAELE, SARDANA e SISARA, ecco la verità.




 ISRAELE, SARDANA e SISARA, ecco la verità.

Questo non è un  post di politica, ma di Storia. La vera storia di Israel (e non di Israele, che è quella di oggi, ereditata dalla Tribù di Juda della Diaspora 2000 anni fa e di una parte di Russi convertiti e trasferitisi in Occidente). Come da cartina allegata, vediamo che nel cosi detto Regno del Nord, una volta alleato di Juda e Beniamino ai tempi di David, non abitava alcun regno ebraico e ancor meno Judeo. Ci abitavano i Popoli che avevano attaccato l’Egitto nel 1180 a.C. e che ottennero quelle terre in cambio della preservazione del Regno di Ramesse III faraone d’Egitto. Insomma L’Egitto dovette rimetterci l’impero costituito dalle province di Siria/Palestina e del Sinai. Alcuni Popoli del Mare si insediarono in queste terre per 400 anni circa. I SHAKALASA ad AZOR, I TJEKKER a BYBLOS e a DOR, I LIBU a TIRO, I PHELESET nella PENTAPOLI ( Asdod, Ekron, Askelon, Gath, Gaza) e i SARDANA ad AKKO  e nella Tribù di Dan.

Città Shardana in Israele, ecco il punto. Al Awaht sul Monte Carmelo, da noi identifica nel 2004 con la biblica Aroset Goim con il beneplacito di un Adam Zertal assolutamente d’accordo sul nome della città, da lui definita shardana e soprattutto sul nome dei suoi abitanti. 5000 Shardana  comandati dal generale Sisara. “Sisara è un nome non di queste parti, ma penso sia appunto sardo”, raccontò nel 2005 quando ci incontrammo a Cagliari al Museo Archeologico. Ci informarono  che 10 anni dopo pubblicò un libro su Sisara e la sua città. Non sappiamo se ci mise nella bibliografia oppure no; va bene comunque.

Oggi una non meglio definita associazione “Sardegna pro Israele” organizza un convegno con alcuni “studiosi” sardi e alcuni amici dell’università di Jerusaleme usando questi fatti e coinvolgendo, non solo i Sardana, ma anche il “nostro” Sisara, di cui noi scriviamo dal 2002. Noi protestiamo per l’uso che si fa di questo popolo in tempi politicamente agitati e non solo. I SARDANA non c’entrano affatto con Israele quale è oggi, essendo identificati con il territorio denominato ISRAEL 3000 anni fa, che però era il territorio a Nord.

 


giovedì 26 ottobre 2023

ULUBURUN - FUNTANA RAMINOSA. Intervento Leonardo Melis Gadoni






 GADONI. Presentazione del libro di Walter Deidda sulla storia della miniera probabilmente più antica della Sardegna e delle sue caratteristiche. Una sala gremita con invitati contingentati (circa 250) -------------------------- ""Gli Shardana e Funtana Raminosa."

Con grande piacere condividiamo sulla nostra pagina l'intervento dell'illustre Leonardo Melis durante la presentazione del libro 'Funtana Raminosa - Una Miniera di Storia e di Bellezze Naturali', tenutasi il 5 agosto 2023 presso il centro di aggregazione sociale nel comune di Gadoni. Un approfondimento ricco di novità e scoperte sensazionali sia per il sito minerario Gadonese, sia per la storia antica Sarda. Per noi è motivo di vanto, orgoglio e soddisfazione aver portato sul nostro palcoscenico uno storico-scrittore di taratura mondiale e, soprattutto, un grande amico. Grazie per aver accolto il nostro invito e per la passione/competenza che hai messo e trasmesso nel tuo intervento. Grazie per quello che fai ormai da svariati anni per la nostra storia, quella di tutti noi Sardi."" Cogliamo l'occasione per ringraziare nuovamente il nostro speaker, il D.M. Ing. Mauro Deidda

lunedì 16 ottobre 2023

SHARDANA, SHAR, SHER e il vino più caro della storia


 


SHARDANA, SHAR, SHER e il vino più caro della storia .... 

Il bianco italiano più caro della storia? È sardo e costa 1300 euro di Paolo Massobrio Emanuele Ragnedda Il Vermentino dei record lo fa a Palau (Sassari) Emanuele Ragnedda, figlio del fondatore della cantina Capichera (venduta lo scorso anno). Il produttore: "Troppo caro? Si paga la dignità della Sardegna" Nel 2016, poco più che trentenne, e a seguito anche di un percorso interiore tra partenze e ritorni dalla sua amata isola, ecco la coraggiosa decisione di lasciare l’azienda di famiglia per mettersi a produrre la sua personale interpretazione di Vermentino “dinamico, elettrico, senza schemi” cambiando prospettive a 360°. E affida i sette ettari vitati nel comprensorio di Palau, prospicienti la Corsica, lascito di suo nonno Andrea, alla professionalità dell’enologo Piero Cella, allievo del grande maestro Giacomo Tachis, che tanto ha fatto per la Sardegna del vino. Nuraghi Shar 2020 “Shardana” Il primo campione della cantina al nostro assaggio è l'Isola dei Nuraghi Shar 2020, che prende il nome da “Shardana”, i guerrieri impavidi che popolavano la Sardegna migliaia di anni fa. È un vermentino di razza, con naso evoluto di nocciola e idrocarburi che in bocca mostra i muscoli, ma forse ha bisogno ancora un po' di affinamento per dare il meglio di sé.

https://www.facebook.com/photo/?fbid=803556001707690&set=gm.7081973995181190&idorvanity=120646151314044

 LA  REPUBLICA


giovedì 5 ottobre 2023

I Popoli del Mare, Sisara: Eroe Shardana in Israel




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< Città Shardana in Israele, ecco lo spunto. Al Awaht sul Monte Carmelo, da noi identifica nel 2005 con la biblica Aroset Goim con il beneplacito di un Adam Zertal assolutamente d’accordo sul nome della città, da lui definita** shardana** e soprattutto sul nome dei suoi abitanti. 5000 Shardana comandati dal generale Sisara. *“Sisara è un nome non di queste parti, ma penso sia appunto sardo”, *raccontò nel 2005 quando ci incontrammo a Cagliari al Museo Archeologico. Ci informarono che 10 anni dopo pubblicò un libro su Sisara e la sua città. Non sappiamo se ci mise nella bibliografia oppure no; va bene comunque. Oggi mentre scriviamo, un politico israeliano in visita ai politici sardi annuncia che “In Israele, sul Monte Carmelo, vi è una città “nuragica”. La stampa sarda e il web in particolare si scatenano per questo scoop! Anche molti nostri lettori, probabilmente con la memoria corta. Molto corta. Così oggi, 12/07/2022 ci accingiamo a fare quanto temevamo di fare per tanto tempo. Ci accingiamo a compiere una ennesima sfida, inventando un altro modo di scrivere, che nuovo non è affatto se torniamo indietro di qualche secolo. Come infatti oltre vent’anni fa riprendemmo il modo di scrivere degli antichi storici, come Erodoto, Pausania, i latini Festo, Livio, Plutarco … tirandoci addosso gli sberleffi di chi fino a quel momento aveva scritto i libri di storia, interrotti da mille note e con linguaggio “tecnico” per addetti ai lavori, ma incomprensibile per i lettori … oggi ci reinventiamo un modo di scrivere che era quello di **Cesare nel De Bello Gallico: un libro di Storia di avvenimenti con al centro un personaggio. **Nel nostro caso sarà un protagonista Sardana, nel periodo della Grande invasione del 1200 a.C. il suo nome? Sisara.>

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giovedì 7 settembre 2023

Enea, il suo viaggio e i Popoli del Mare

 



https://www.shardana.org/enea-il-suo-viaggio-e-i-popoli-del-mare/

Enea e il suo viaggio raccontato da Virgilio e descritto STORICAMENTE da Leonardo Melis in seguito agli studi sui Popoli del Mare. L'Oracolo di Delfi che dice "Dovete tornare all'Antica Madre" e che Anchise interpreta con L'isola di Creta dove avevano vissuto i loro antichi Avi Dardani, fra cui Teucro. Gli Antenati però spiegano in sogno a Enea che l'Antica Madre risiede nei Lidi Italici, che non sono però nel Lazio come interpretato e scritto da Virgilio per compiacere Augusto che gli aveva commissionato l'Opera. Gli Antichi chiamavano Italici le popolazioni che abitavano le terre fra la Puglia, la Lucania e la Calabria. La Lucania appunto, la patria dei Likku o LukKa. I Luka a Troja erano comandati da Glauco e Sarpedonte. Dopo la morte di quest'ultimo, ucciso da Patroclo, I Lukka che erano chiamati Lici da Omero, furono condotti da Oronte verso la loro antica patria, insieme ai loro fratelli DARDANI e ad altre Genti appartenenti ai Popoli del Mare. La Lukania appunto.