Shardana i Popoli del Mare (Leonardo Melis)
Il BLOG ufficiale del Libro che ha cambiato il modo di scrivere la storia in questo millennio. Il libro che ha varcato i confini della Sardinia, dell'Italia e dell'Europa. La Storia riscritta del Mediterraneo e dell'Oriente antico. La storia di un popolo già Antico per gli Antichi: i SHARDANA.. i Popoli del Mare
lunedì 17 novembre 2025
SHARDANA I POPOLI DEL MARE la Conferenza. Leonardo Melis a Cagliari
SHARDANA I POPOLI DEL MARE la Conferenza Leonardo Melis
venerdì 7 novembre 2025
SISARA, una MACINA trovata da Leonardo Melis, in EGITTO, in ISRAEL, in SARDINIA
SISARA, una MACINA trovata da Leonardo Melis, in EGITTO, in ISRAEL, in SARDINIA
Il
Trascrittore della Bibbia (Esdra?) o
addirittura il primo Redattore (Jeremia?) non sono mai stati benevoli con il
Regno del Nord che loro chiamavano Israel, salvo poi appropriarsi di questo
nome una volta che le 10 Tribù scomparvero o meglio tornarono alla loro terra
di origine: il Mediterraneo Occidentale da dove arrivarono in maggioranza nel
1200 a.C. con l’Invasione dei Popoli del Mare. Questo però, se non è moralmente
accettabile, fa pure parte della Storia: chi sopravive ha ragione!
Nel caso di Sisara, si preferisce
dipingerlo come un tiranno che una delle solite e discutibili “eroine” della
Bibbia uccide a tradimento dopo averlo ospitato nella tenda sua e del marito,
il quale era oltretutto amico di Sisara.
”Jabin,
un re cananeo, che regnava in Asor e aveva per condottiero dell’esercito Sisara
(Un generale dei mercenari Shardana di stanza in Palestina per conto dei
Faraoni, N.d.A.) che abitava in Aroset Goim, forte di 900 carri ferrati,
oppresse duramente i figli d’Israele per 20 anni.... In quel tempo era Judice
in Israele Deborah... giudicava le cause fra Rama e Bet-El sui monti di
Efraim... Deborah andò con Barak in Qadesh, radunò Zabulon e Neftali, 10.000
combattenti”. Da: (Shardana i Principi di Dan ed. PTM
2005 di Leonardo Melis)
Questo episodio ci ha fatto intuire che Sisara
altri non era che il comandante della piazzaforte militare presso il Monte
Carmelo, non lontano da Tel Aviv. Questa piazzaforte risponde al nome attuale
di Al Awaht (il muro). Scavata
dall’archeologo israeliano Adam Zertal nel 1992, fu definita dallo scopritore
“città shardana”. Noi l’abbiamo identificata con la biblica Haroset Goim, la città di Sisara.
L’episodio verificatosi questa estate (del 2010) ci ha lasciati un poco delusi e
nello stesso tempo ci ha spronati a scrivere ancora dei “miei” Shardana. Lo
abbiamo scritto in altro capitolo: una agenzia di stampa ha diffuso la notizia
su una “Scoperta effettuata dall’archeologo israeliano Adam Zertal, che
identifica la città da lui scavata con Haroset Goim, sede del generale sardo Sisara.” Non
vogliamo assolutamente intendere che Zertal abbia copiato da noi, ma a dir
la verità nel 2005 ci capitò di
incontrare l’archeologo a Cagliari alla “Cittadella dei Musei”. In
quell’occasione accennammo della nostra teoria su Sisara e Haroset Goim. Zertal
si disse entusiasta e favorevole a quanto da noi immaginato. Aggiunse anche che
il nome di Sisara era per lui assolutamente sardo. E che gli
ricordava la città sarda di Sassari. Questo
è quanto. Abbiamo voluto ricordarlo, perché “La memoria umana è spesso leggera”
e perché la scoperta è di Leonardo Melis, o almeno è Melis ad averla
pubblicata per primo, nel 2005. Se abbiamo fatto anche involontariamente una
cortesia a Zertal, ne siamo estremamente felici.
mercoledì 5 novembre 2025
FESTA SHARDANA 2015. salto del fuoco Gopays de Frores
FESTA SHARDANA 2015. salto del fuoco Gopays de Frores
martedì 28 ottobre 2025
Exodus, 40 anni nell’Oasi di Qadesh
Exodus, 40 anni nell’Oasi di Qadesh
Esodo LX – 22/27: <Poi
Mose ordinò di partire dal Mar Rosso (Yam
Suph per la verità) e si diressero verso il deserto di Sur; camminando tre
giorni senza trovar acqua. Giunsero quindi a Mara ma non poterono bere le acque di quel luogo perché erano amare
…. Dio mostrò un legno a Mose che lo gettò nelle acque, le quali diventarono
dolci … Là il Signore dette al popolo
uno statuto e le leggi …>. Senza dover citare altro,
basterebbe questo versetto dell’Esodo per capire che “camminarono tre giorni e giunsero
là dove il Signore dette al popolo le leggi”. Vale a dire che in tre
giorni arrivarono alla meta Qadesh Barnea, che si trova di fronte al Monte di
Dio: Har karkoum per l’esattezza,
ove il Signore consegnò a Mose le Tavole della Legge. Punto.
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sabato 25 ottobre 2025
Alessandro faraone d'Egitto
Alessandro faraone d'Egitto
Abbiamo voluto includere Alessandro con il
capitolo Spartani/Tjekker, non perché lo fosse. Caso mai Alessandro aveva
aspirazioni più Akayasa, il suo ispiratore era Akille.
La
madre, Olimpiade, fu educata nel tempio di Do.dona,
quindi discendete dalle Danaidi e lei educò a sua volta Alessandro
ricordandogli le origini Dan.
A proposito della madre di Alessandro, vorremmo proporre la soluzione del mistero per cui i sacerdoti di Siwa accettarono il condottiero macedone come faraone e re d’Egitto. Cosa assai strana se si pensa ai precedenti fatti accaduti con altri conquistatori precedenti.
Conquistatori dell’Egitto
Dal 365 a.C. sul trono dell'Egitto sedeva Teos che, dopo aver imposto pesanti provvedimenti
fiscali, cercò di conquistare la Siria-Palestina ingaggiando mercenari greci.
Il malcontento scaturito dall'aumento delle imposte portò a un colpo di Stato da parte di Nectanebo II che portò a sua
volta all'interruzione del tentativo di conquista. L'Egitto
tornò ad essere il bersaglio dell'espansione persiana. L'avanzata dei Persiani
costrinse il faraone a ritirarsi a Menfi ed in seguito a fuggire al Sud. Si
instaurò così un'egemonia persiana guidata da Artaserse III.
In pratica, dopo due tentativi messi in atto tra il 351 a.C. ed il 344 a.C., il re persiano Artaserse III, riunì un esercito forte di 300.000 soldati che guidò personalmente contro l'Egitto. Nectanebo poteva contare su circa 60.000 egizi e 40.000 mercenari libici e greci. Dopo 18 mesi fuggì a Meroë presso il Regno di Kush. In Nubia, secondo gli studiosi si perdono le tracce dell'ultimo sovrano di origine egizia, ma noi abbiamo motivo di pensare che Nectanebo abbia cercato rifugio nelle città greche, anzi più precisamente in Macedonia, presso Filippo. Abbiamo scritto in passato che Nectanebo entrò nei favori del sovrano, anzi forse più nei favori della sovrana. Parliamo di Olimpiade, la madre di Alessandro.
Da: "I Popoli del Mare, l'Eredità" ed. 2021 - di Leonardo Melis
domenica 19 ottobre 2025
L’Inabissamento delle Isole dell'Occidente
L’Inabissamento:
L’Innalzamento del
Mediterraneo: un’altra
prova inequivocabile dell’esistenza di queste città del Mediterraneo precedente
all’arrivo di presunti “Fenici”, Punici e Romani, è data dall’inabissamento di
alcune di esse, fra cui Nora e Tharros.
Una parte dell’abitato è sommersa dalle acque del mare, dovuto all’innalzamento
del livello del Mediterraneo; un fenomeno questo che avvenne storicamente in un
periodo che va dal 1200 al 1150 a.C. (Carta Raspi). Ora sappiamo con
certezza che i cosiddetti “Fenici” (che poi erano i Popoli del Mare di ritorno)
uscirono dai loro porti intorno al 900-800 a.C., notizie di Cartagine in
Sardegna se ne hanno intorno al 540 a.C. col disastroso tentativo di conquista
da parte di Malco. In quanto a Roma si hanno i primi contatti solo intorno al
238 a.C. dopo la famosa rivolta dei mercenari cartaginesi, che spinsero il
Senato a inviare in Sardegna le legioni. Anche se un precedente tentativo
l’aveva fatto nel 259 L. Cornelio Scipione che, dopo aver conquistato Alalia in
Corsica, si impadronì di Olbia, ma l’arrivo di una flotta Cartaginese lo
costrinse ad abbandonare la città. E’ ovvio quindi che né Fenici, né
Cartaginesi o Romani potevano aver costruito alcuna di queste città.
Nell’estate del 2001 ho avuto modo di controllare ulteriormente le centinaia di
“tombe” scavate nella roccia a strapiombo sul mare della bellissima penisola
del Sinis nella costa occidentale della Sardegna. Si tratta di loculi di
diverse dimensioni a gruppi di 6-10 e anche 20, affiancati a formare quasi la
pianta di una casa. In alcuni casi la roccia ha ceduto e si è inabissata.
Naturalmente sono stati catalogati come tombe puniche scavate dagli abitanti
della vicina Tharros distante circa 1 km. Ma se di tombe si tratta, pur non
essendoci dubbio che abbiano a che fare con l’antica città, ne escludono
automaticamente l’origine punica e fenicia, nonché romana. L’impressione è,
infatti, che siano state scavate precedentemente al fenomeno di innalzamento
del mare avvenuto nel II millennio a.C. e quindi prima dell’avvento di queste
Civiltà. Non crediamo, infatti, che sarebbero state scavate così vicine al
mare, visto la fine che hanno fatto alcune di esse, letteralmente sommerse dai
flutti.
Le
acque quindi si innalzarono repentinamente in tutto il mediterraneo di circa m. 2,50; corrispondente questo a una
penetrazione delle stesse acque marine per circa km. 30 all’interno dei territori; con le conseguenze che possiamo
immaginare. Le acque salate si inserirono nei campi, avvelenando messi e
pascoli, oltre alle falde acquifere, rendendo le coste inabitabili. Questo
indusse le popolazioni tutte a decidere un immediato abbandono dei territori.
Questi territori, lo sappiamo, erano abitati da color che gli Egizi chiamavano “gli abitanti delle Isole d’Occidente” o
“Coloro che abitano nel grande verde”
o ancora: “Coloro che abitano nel Grande
Cerchio d’acqua”. Coloro che noi chiamiamo anche Urim o Pelasgi: I Popoli del Mare.
mercoledì 15 ottobre 2025
I Popoli del Mare e i viaggi nei Mari del Mondo
I Popoli del Mare e i viaggi nei Mari del Mondo
Parliamo dei “famigerati” Bronzetti Sardana che molti studiosi
usano ancora chiamare “Nuragici”, ma sempre Sardi sono! Ebbene questi bronzetti
raffigurano animali che Bruno Vacca, nostro compianto Maestro, riconobbe essere “animali
estranei alla fauna del Mediterraneo antico e attuale”. Vi sono protomi di
navi riconoscibili perfettamente in Gazzelle
di Thompson, Antilopi d’acqua, Gnù, Bongo, Scimpanzé, Facoceri, Varani … pubblichiamo alcune immagini per
meravigliarvi.
La
somiglianza è tale che solo in presenza un artista del bronzo, per bravo che
fosse, poteva realizzare. Poiché però questi animali si trovano solo
nell’Africa Subequatoriale e non assolutamente nel Mediterraneo, chi le ha
riprodotte almeno tremila anni fa doveva per forza essere andato sul posto.
Quindi i Sardana, fossero ad Akko, oppure prima ancora in Mediterraneo e ancor
prima in Mesopotamia, dovevano compiere quei viaggi di Tre anni di cui la
Bibbia parla attribuendoli a Salomone, o per essere onesti a Salomone a al re
di Tiro. Il quale re di Tiro ormai lo abbiamo capito era un Libu alleato dei
Sardana di Akko e della tribù di Dan e agli altri Popoli del Mare del Regno del
Nord e non solo.
Noi però
siamo anche generosi e diamo la parola, anzi lo scritto a un autore … Greco!
Anzi allo storico più importante e conosciuto fra i greci: Erodoto. Egli racconta di uno di questi viaggi intorno
all’Africa, purtroppo attribuendoli al solito ai “Fenici”, sbagliando la data
del viaggio e non credendo a una cosa estremamente vera del racconto.
< Vogliamo ricordare il viaggio di
circumnavigazione dell’Africa commissionato dal faraone Nekau? Lo racconta Erodoto
e, pur scrivendo egli stesso che non credeva ai fatti raccontati; almeno per
quanto riguardava l’episodio rendicontato dai navigatori che “viaggiando
verso Occidente avevamo il sole alla nostra destra”; oggi noi sappiamo
che il “fenomeno” era invece esatto. Chi
invece sbagliava era proprio lui identificando i Shardana con i soliti
“Fenici”. Per un motivo che presto spieghiamo.
-
I Shardana quel viaggio lo
facevano già dai tempi in cui vivevano ancora in Mesopotamia, partendo dal
Golfo Persico; e anche successivamente, quando risiedevano in Israel, partendo
da Asion Gaber; diretti verso Zimbabwe e altrove.
-
I “Fenici” avrebbero fatto quel
viaggio partendo dal Delta Orientale del Nilo, attraverso il canale che Nekau
avrebbe costruito. In passato avevamo precisato che quel canale non fu mai
terminato dagli Egizi, ma dai Persiani
invasori ottanta anni dopo: Lo terminò Dario per la precisione.
-
Il viaggio fu però eseguito per
davvero; prova ne sia il racconto del “sole alla nostra destra”, che può essere
descritto solo da chi passa il Capo di Buona Speranza navigando verso
Occidente.>
Con buona pace di
Erodoto, che una volta tanto l’aveva detta giusta, in anticipo di migliaia di
anni. Lui aveva al solito raccolto racconti di viaggi e avventure nella sua
ricerca e attingendo dagli Egizi, depositari di questi fatti. Li aveva raccolti
spesso male, ma stavolta ci aveva azzeccato.
(La foto delle donne birmane è presa dal web)
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