venerdì 24 dicembre 2021

SARGON DI AKKAD Romolo/Sargon (PERSEO, MOSE, IFICLE, PARIDE…. etc)






 SARGON DI AKKAD Romolo/Sargon (PERSEO, MOSE, IFICLE, PARIDE…. etc) SARGON DI AKKAD Il personaggio, che secondo Virgilio doveva essere un discendente o addirittura “nipote” di Enea, altri non era che la prosecuzione del mito del capostipite dei Popoli del Mare o Urim che dir si voglia: Sargon di Akkad. Se prendiamo da uno dei nostri libri pubblicati in questi vent’anni di “carriera”: Sargon di Akkad e le Origini di Roma (Da: “Shardana i Principi di Dan” di Leonardo Melis ed. PTM 2005) Il mito di Romolo e di Sargon. Un fatto curioso che accomuna tutte le maggiori Civiltà del passato è l’origine attribuita a un “Salvato dalle acque” o “Esposto” (per “esposto” s’intende il bimbo abbandonato sulla cima di un monte o sulla riva di un fiume importante, come il Nilo, l’Eufrate, il Tevere…). Accadde ai Greci con Perseo, Dioniso, Edipo, Anfione, Zeto e Telefo, Dioniso, accadde a Ciro il Grande, a Paride-Alessandro, agli Egizi con Osiride, ai Romani con Romolo, agli Ebrei con Mose… ma il primo fu, con ogni probabilità, Sargon di Akkad, primo imperatore della storia, da cui gli altri presero sicuramente. La storia dei gemelli (inizialmente fu solo Romolo) è troppo simile a quella di Sargon, per escludere la comune origine. Inoltre appare certo già dal nome che Romolo fosse etrusco, quindi appartenente ai Popoli del Mare (Thursa, in questo caso) e discendente della gente di Sargon. Rom-ulus: ulus = fondatore di città (Roma), quindi non fu lui a dare il nome alla città, bensì il contrario. Rom-ulus significa, letteralmente, fondatore della città di Roma. Vediamo quanto hanno in comune le due leggende, collegandole poi ad altre, anch’esse derivate dalla prima (quella di Sargon). • I genitori: La madre di Sargon era una vestale del tempio, Il padre era un Dio. Romolo era figlio della vestale Rea Silvia e del Dio Marte. • L’abbandono: Sargon fu affidato alla corrente del fiume (l’Eufrate) all’interno di una cesta di vimini cosparsa di Bitume. Romolo fu affidato alla corrente del fiume (Tevere) all’interno di una cesta di vimini. • I genitori adottivi: Sargon fu salvato e allevato dal portatore d’acqua AKKI. Romolo fu salvato e allevato da AKKA (Larentia) la meretrice (lupa). • La vendetta: Sargon diventa re uccidendo l’usurpatore (Lugalzaggisi). Romolo diventa re uccidendo l’usurpatore (Amulio, lo zio di sua madre Rea Silvia). • Il trionfo: Sargon dopo la fuga con amici fidati, la guerriglia e l’uccisione dell’usurpatore, diventa re. Romolo dopo, la macchia, la guerriglia, la vittoria e l’uccisione di Amulio, diventa re. Sargon, abbiamo detto essere colui che diede origini a questa leggenda dei “salvati dalle acque e dei figli di una vergine e di un Dio. Prima di Romolo però vi furono altri fondatori di nazioni che copiarono da Sargon stesso. Li vediamo. Ciro, figlio di un nobile persiano e di una principessa, Mandane, figlia di Astiage re dei Medi e della sorella di Creso re di Sardi. Un oracolo aveva predetto che un figlio di Mandane avrebbe regnato su tutta l’Asia. Astiage diede ordine di uccidere il nipote e incaricò un suo servo, Arpage. Questi lo consegnò a un pastore che lo fece allevare da sua moglie Cino, che significa cagna o lupa. Diventato adulto… e la storia (di Sargon) si ripete. Con Ciro possiamo ricordare, non necessariamente in ordine cronologico: Questo avviene per parecchi altri eroi eponimi, come Perseo per la Grecia, Romolo (e Remo, aggiunto dopo) per Roma; poi: Dioniso, Edipo, Anfione, Zeto e Telefo, Dioniso, accadde a Ciro il Grande, a Paride-Alessandro, agli Egizi con Osiride. Senza scordarci del biblico Mose, il “salvato dalle acque” per eccellenza. di Leonardo Melis Articolo Protetto da Copyright NATALE con un libro di LEONARDO e dei SHARDANA …POPOLI del MARE

mercoledì 1 dicembre 2021

SISARA EROE SHARDANA in ISRAEL - strumentalizzato



                           


SISARAEROESHARDANA in ISRAEL. ultimamente abbiamo notato un'altra categoria di oppositori alla nostra rivalutazione della STORIA SARDAeSARDANA, dopo quella degli ARCHEOBUONI ormai sconfitti. Una categoria che cerca di infangare i Miti risorti della nostra Storia rivalutata da chi come il sottoscritto ha girato il mondo per cercare le prove concrete dell'esistenza di un popolo stimato almeno da 4000 anni dai grandi imperi della storia. Così abbiamo scoperto un articolo su SISARA trasformato, non sappiamo da chi, in SOLDATO MODERNO STUPRATORE DELLA SUA ASSSASSINA. Noi spieghiamo invece cosa racconta in verità la Bibbia. <<”Jabin, un re cananeo, che regnava in Asor e aveva per condottiero dell’esercito Sisara (Un generale dei mercenari Shardana di stanza in Palestina per conto dei Faraoni, N.d.A.) che abitava in Aroset Goim, forte di 900 carri ferrati, oppresse duramente i figli d’Israele per 20 anni.... In quel tempo era Judice in Israele Deborah... giudicava le cause fra Rama e Bet-El sui monti di Efraim... Deborah andò con Barak in Qadesh, radunò Zabulon e Neftali, 10.000 combattenti”. << La Bibbia cita Aroset Goim come residenza di Sisara e dei suoi soldati. Questo spiegherebbe perché la città risulta abbandonata e non saccheggiata. La sconfitta di Sisara avvenne altrove, il suo esercito fu annientato e, probabilmente, i superstiti si rifugiarono presso le tribù amiche di Dan e Aser e non tornarono mai ad Haroset Goim. I Popoli del Mare irruppero in Asia Minore tutto devastando e destabilizzando i potentati e le roccaforti dei sovrani dell’età del bronzo. Da Ugarit a Sidone, Tiro, Biblos, Athusa … tutto fu cancellato. In Palestina fu identico scenario, la stessa Jerico fu rasa al suolo dalle truppe dei P.d.M. (ci dispiace per le “Trombe” di Josueh). Anche Qadesh e con essa Megiddo e altre fortezze furono conquistate. Questa sorte non riguardò, evidentemente, Haroset Goim, dove erano insediati mercenari Shardana. L’apparato militare descritto dalla Bibbia ci fa pensare a una guarnigione ben attrezzata e, probabilmente, rifornita da un grande sovrano: il faraone. Come per Atene in Grecia, così per Aroset Goim, i P.d.M. concessero l’onore delle armi e la fortezza fu risparmiata. I mercenari shardana ormai indipendenti (e senza stipendio), si diedero subito da fare per trovare un altro datore di lavoro e lo trovarono abbastanza facilmente, a quanto ci racconta la Bibbia.>>. (Da: Shardana i Principi di Dan) Il “Datore di lavoro” era un principe kananeo, dice la Bibbia. Kananèo di dove, di quale città? Noi ci ricordiamo di una città, Lais, che cambiò il nome in Città di Dan. Da queste parti sono stati trovati numerosi reperti che confermano la presenza dei Shardana: statue, steli, scritte…La città non è distante dal mare. Pensiamo però che Jabin potesse benissimo essere un principe di Tiro o Sidone o qualsiasi altra delle città erroneamente chiamate “fenicie”. Sappiamo ormai che le città kananèe e le città del regno cosiddetto di Israele erano composte da Kananei mischiatisi ai Popoli del Mare arrivati con l’invasione del 1200. Insomma, Sisara e i suoi, Jabin stesso, erano sempre “loro”. Come lo erano quelli di Dan e di Aser. Logico che non intervenissero nella battaglia contro Sisara. La “Travolgente vittoria” cantata da Deborah ha avuto bisogno dell’intervento Divino per essere giustificata. Stiamo infatti parlando di un esercito, quello di Sisara, composto da professionisti che avevano militato per i faraoni d’Egitto. Sappiamo anche che era quanto di meglio si trovava in fatto di soldati di professione. Erano cinquemila ed erano dotati di 900 carri ferrati. In pratica un intero reparto di “panzer”. Pur se Deborah aveva raccolto circa 20.000 uomini, si trattava di contadini e pastori delle montagne, già terrorizzati dalle precedenti scorrerie di Sisara. Questi soldati dovevano fare impressione su chi li osservava da vicino. Armati delle tipiche corazze in bronzo lucente, elmi cornuti, scudi torchiati e spadoni del tipo illustrato nelle pareti di Medinet Abu e ritrovate in sardinia nella “Tomba dei Principi” a S. Iroxi, presso Cagliari, ove sono esposte nel Museo Archeologico. Sono quelle della foto a fianco. E in più avevano una folta capigliatura … rossa! Di quel rosso o biondo fulvo tipico dei Popoli del Mare. Del rosso Mose, del rosso Juseppe, o del biondo Achille, il biondo Menelao, il rosso David .. i rossi Daniti…i rossi Cananei. La Verità, quella vera, è quella che voi state certamente aspettando, chi per sincero piacere della conoscenza, chi invece per cogliere noi in fallo per qualche strafalcione che scriveremo. Mentre però crediamo di avere per ora accontentato quasi sempre i primi, ci doliamo per aver deluso i secondi. O forse non ce ne doliamo affatto. La Verità è che, per una di quelle sventurate avversità che spesso nella storia hanno sconfitto grandi condottieri e dato la vittoria a generali di scarso valore, ventura volle che Sisara fosse sconfitto. Una di quelle avversità piombò infatti come un fiume in piena sugli uomini di Sisara. Anzi era proprio un torrente (il Kison) in piena gonfiato oltremisura da un autentico uragano che si scatenò durante la battaglia. Un torrente di montagna che travolse i carri e li rese inservibili per il combattimento. A quel punto gli uomini di Sisara, pur valorosi, si trovarono uno contro cinque. Cinquemila contro ventiquattromila per essere precisi. La conclusione è ancora più amara, per la fine che fece Sisara, tradito dalla moglie di un suo amico che violò la più sacra delle regole: quella dell’Ospitalità. Una regola che Sisara, uno Shardana, credeva inviolabile. Questa regola fu invece violata da una “benedetta fra tutte le donne”, come la Bibbia definisce Jaele, moglie di Eber il kenita amico di Sisara. Questa poco affidabile signora accolse Sisara che cercava scampo al massacro e lo avvolse in una coperta dopo avergli offerto una ciotola di latte (segno della sacra ospitalità). Quando Sisara, sentendosi al sicuro, si addormentò, la brava Jaele, prese un martello e un picchetto della tenda e glielo piantò nella tempia. La beffa più grande è che la Bibbia si cura di annotare che “Vi era pace tra Jabin e Eber il kenita”. Un tradimento della peggior specie! Oltretutto Jaele non era ebrea e non aveva alcun motivo, se non il tradimento, per uccidere l’amico del marito. Dal cantico di Deborah si intuisce il tradimento e l’azione malvagia anche se parzialmente mascherata dalle lodi: “A chi chiedeva il latte, in un piatto principesco presentò la panna. Ma la sinistra impugnò il piolo, la sua destra il martello da fabbro” Quanto aggiunge dopo il Testo ci piace ancora meno: “Affacciata alla finestra la madre di Sisara sospirava: perché tarda a venire il suo carro? Una sua ancella risponde: Certo raccolgono e dividono la preda, una fanciulla, due fanciulle per ogni guerriero… un vestito, due vestiti per Sisara...” il Cantico quindi aggiunge: “Così periscano tutti i tuoi nemici o Signore!” Quasi compiacendosi del dolore della Madre di Sisara>>



 



Il nuovo Libro di Leonardo Melis | I Popoli del Mare: Dal Mediterraneo all’Oriente


I Popoli del Mare: Dal Mediterraneo all’Oriente Scriviamo in quest’opera di un periodo importante dell’Epopea vissuta dai Popoli del Mare tra la fine del 2° Millennio a.C. e l’inizio del 1° Millennio a.C. Quel periodo denominato della Grande Invasione (1200 a.C.) e la fine del Medio Evo Antico (800 a.C. circa). Un periodo spesso ricordato dai Greci e dal quale loro usciranno, come altre Civiltà, per cominciare la loro Storia denominata Classica. Il Mediterraneo sarà nuovamente attivo e protagonista. Pur se, proprio a causa dei Greci e della loro “giovane vita”, sarà interpretato come nuova Civiltà dovuta soprattutto a loro e a un popolo, ancora da loro, denominato “Fenicio”. Questo termine, frutto della “ignoranza storica” di un popolo pervenuto in Grecia da altri lidi, entrò anche nella terminologia storica del Mediterraneo ereditato dai Romani, che non erano certo meno “Ignoranti storicamente” dei Greci stessi. Aggiungiamo il fatto che in epoca di un Ventennio dell’Era moderna che glorificava le origini di Roma, “grazie” a un famigerato Ministero per la Cultura Popolare, il MinCulPop, si arrivò a vietare ogni documento storico che non fosse Greco o Romano. Comprendiamo bene che il Mediterraneo risultava per questa ragione allo stato selvaggio e barbaro fino al citato 8° secolo circa; cancellando così ogni possibilità di dare una Storia ai Popoli che il mediterraneo lo abitarono secoli, se non millenni prima di tale datazione. Noi in passato abbiamo fatto questo: ridare alle Genti dell’Europa e del Mediterraneo stesso una identità rubata da interessi di parte. Abbiamo fatto anche di più, denominando queste Genti con l’appellativo dato loro da Popoli sicuramente più antichi di Greci e Romani: gli Egizi per esempio. Essi chiamarono di volta in volta questi popoli “Capi dei paesi Stranieri”, “Abitanti delle Isole dell’Occidente”, “I Popoli del Grande Verde”. I Greci stessi chiamarono questi Popoli antichi e leggendari con i nomi di Pelasgi e Tirreni, senza comunque conoscerne la Storia reale. Noi li abbiamo chiamati anche Urim, alle volte Hyksos. Un francese di origini italiche, Gaston Maspero, li chiamò a fine del 1800 di quest’Era: Peuples de la Mer. Popoli del Mare, appunto. di Leonardo Melis Articolo Protetto da Copyright Su AMAZON: Promozioni attive per questo prodotto. Questo articolo è acquistabile con il Bonus Cultura e con il Bonus Carta del Docente quando venduto e spedito direttamente da AMAZON. Sono esclusi prodotti di Venditori terzi sul Marketplace di Amazon. Verifica i termini e condizioni dell’ iniziativa Bonus Cultura 18app e di Carta del Docente.