venerdì 31 gennaio 2025

Mose/Neb.Ka.Set

 


Mose/Neb.Ka.Set

Dopo la restaurazione voluta dal generale golpista Horemheb, urgeva mettere sul trono un nuovo faraone da cui derivare un’altra dinastia, dopo lo sterminio della famiglia di Amenophe IV/Akenaton. Vediamo: . L’interesse del giovane principe per la religione bandita dal paese era pericolosa, ma il suo fascino irresistibile. Da: “Shardana i Custodi del Tempo”.

Il lettore si starà chiedendo adesso, perché L. Melis non tenga conto del racconto biblico, pur così particolareggiato nella descrizione della nascita e adozione del principe.

Lo stesso De Mille racconta che egli fu affidato alle acque del Nilo e raccolto dalla sorella del faraone: Bitya. Proprio il racconto della Bibbia ci ha fatto sempre sospettare che qualcosa non quadrava troppe inesattezze e troppa la somiglianza con un altro racconto identico ma più antico.

Quello di Sargon di Akkad, il capostipite degli Urim. Vediamo alcuni particolari del racconto, quanto collima e quanto non torna.

Mose nascerebbe a Jessen e su questo non abbiamo da obiettare. Juseppe e i suoi, ma anche gli Hyksos, si insediarono in questa terra a Oriente del Delta.

Fu affidato alla corrente del fiume dentro un “cesto di giunchi cosparso di bitume”.

Qui abbiamo la prima stonatura.

Questo particolare del bitume si ritrova nel racconto di Sargon.

Ma in Mesopotamia la cosa è giustificata dal fatto che i giunchi della zona si impregnano d’acqua e vanno a fondo.

Il giunco egizio no, galleggia da solo!

Il cesto, trascinato dalla corrente fu seguito a distanza dalla sorella di Mose.

Eh, no! Esodo Shardana

La Bibbia degli Urim

Il Nilo è un “Fiume che scorre al contrario”, per dirla con Erodoto, e gli Ebrei stavano nel Delta che sfocia o Nord, nel Mediterraneo. Non poteva trasportare il cesto verso l’interno.

Lo avrebbe trasportato in mare!

Lo raccolse la figlia del faraone che era scesa a bagnarsi con le ancelle.

Poiché non vi sono motivi che ci facciano pensare a una figlia del faraone che se ne va a spasso per l’Egitto e per di più in mezzo ai coccodrilli e agli ippopotami che popolavano il fiume, pensiamo che la fanciulla si bagnasse in un luogo protetto e possibilmente davanti alla regia.

Purtroppo anche qui i conti non tornano.

Dopo la sconfitta degli Hyksos “venne un re che non conosceva Juseppe” e precisamente un re della XIX dinastia di Tebe, che aveva la capitale (e la reggia) a Luxor.

Pur se Amenophe IV aveva spostato la capitale ad Aketaton, a metà strada fra Jessen e Luxor.

Con la restaurazione di Horemheb tutto tornò a Tebe o, se preferiamo, a Luxor.

E Luxor dista da Jessen 850 km controcorrente per di più!

Da: "I POPOLI del MARE. Le mie scoperte"  ed. 2005 Leonardo Melis


mercoledì 29 gennaio 2025

#TEMPLARI In Sardinia

 


#TEMPLARI In Sardinia
<Abbiamo rintracciato alcune chiese con “Tracce Templari”: San Leonardo di Siete Fuentes, presso Macomer. San Giovanni a Laconi (dove abitiamo attualmente). San Francesco di Stampace e Santo Sepolcro a Cagliari. Sant’Antioco di Bisarcia presso Ploaghe. A San Pietro di Sorres, presso Sassari è conservato dai frati il sarcofago di Goffredo il Benedettino, medico di San Bernardo di Clairvaux!
In una chiesetta intitolata a S. Antonio, che risulta essere più antica della stessa chiesa parrocchiale, abbiamo rintracciato addirittura il Demone Asmodai (o Baphomet?) scolpito nella facciata. In questa chiesa si celebrano il 16-17 gennaio i riti del fuoco e la festa di S. Antonio. Una chiesa che conosciamo bene, visto che sorge nell’abitato di Pauli, nel comune di Laconi, dove viviamo attualmente.>
N.d.A. - Aggiungiamo che il Judike di Torres Gonario, amico di Bernardo di Clairvaux, lasciò il trono per raggiungere Bernardo in Francia e ne divenne il successore dopo la sua morte .
Da: "I POPOLI del MARE. Le mie scoperte" ed. 2024 di Leonardo Melis


martedì 21 gennaio 2025

NUOVO LIBRO

 


NUOVO LIBRO

Precisiamo allora che con questa nuova nostra fatica vogliamo elencare alcune delle scoperte più importanti fatte da L. Melis negli ultimi 20 anni e precedenti. Le elenchiamo per due motivi:

-        Il primo perché alcuni oggi si stanno appropriando degli scritti e delle scoperte di Leonardo, pubblicandole e non citando la fonte.

-        Il secondo, perché venga sbattuto in faccia ai cosi detti Archeobuoni titolati che non è sufficiente avere un “pezzo di carta” ottenuto, spesso senza merito, per aver combinato qualcosa che riguardi non la Storia, ma pure l’Archeologia stessa.

Tutto questo può far storcere il naso ai “puri” e agli amici di parte. Certo Leonardo è lungi dall’essere manco in piccola parte un Belzoni. Lui compì imprese rimaste nella storia e, pur se vituperato e ignorato in parte dagli Archeobuoni italici, riuscì comunque a essere ricnosicuto per quello che era almeno in Inghilterra e poi nel mondo. Noi lo aggiungiamo ai nostri Tre Maestri: Carta Raspi e Bruno Vacca che nel secolo scorso accennarono e scrissero dei Sardana nelle loro opere sulla Sardegna. L’altro è il prof. Sardella che ci avviò allo studio della Lingua Sumero/Accadica. 

TUTTO cominciò in un Convegno archeologico nel 2001 a cui Leonardo Melis fu invitato insieme a tre archeologi e uno scrittore di fantascienza ..

Da "I POPOLI del MARE.Le mie Scoperte"

venerdì 17 gennaio 2025

IL CANONICO SPANO SAPEVA DELLE STATUE?

 



IL CANONICO SPANO SAPEVA DELLE STATUE?

 - Le Statue sono del XIII sec. a. C. ? i Popoli del Mare avrebbero voluto dedicarle ai loro eroi prima di imbarcarsi per l’avventura del 1200 a. C. A testimonianza della loro civiltà e in ricordo di un glorioso passato nell’Isola felice di Sardinia. 

 - Le Statue sono del VIII - IX sec. a. C. ? I Popoli del Mare al loro ritorno in Mediterraneo le dedicarono in ringraziamento per il ritorno nella Patria dei loro avi. Spieghiamo perché, pur avendo dichiarato spesso trattarsi di Statue del XIII sec. , risulta chiaramente l’immagine di rappresentazioni di alcuni modelli che richiamano alla campagna d’Egitto del 1200, come il gonnellino di foggia egizia. Quindi la costruzione delle Statue è più logico datarla al ritorno. 350 anni dopo. Per dare un’idea dettagliata dei modelli di statue, pubblichiamo un disegno gentilmente offertoci da un amico disegnatore di Genova, Enzo Marciante, che non finiremo di ringraziare per il suo lavoro che spesso ci ha accompagnato e … dedicato. Per rafforzare la datazione al IX – VIII sec. a. C. aggiungiamo anche che non furono dedicate solo in Sardinia ma troviamo statue simili anche in Puglia e oltre. Parliamo delle Statue Dauneo del Guerriero di Capestrano, tutte in territorio Dauno (Puglia, Abruzzo); ove ipotizziamo e non solo noi, risiedessero altri Popoli del Mare; forse i Dardani o forse i Shakalasa. Una notevole somiglianza comunque si nota confrontando soprattutto il Guerriero di Capestrano e le Statue Shardana. Abbiamo anche delle testimonianze udite, udite, da parte dei Greci riguardo le raffigurazioni di queste statue e dei bronzetti shardana che in molti casi ne raffigurano l’aspetto; spieghiamo dopo il perché. Possiamo solo dire che la datazione al IX-VIII sec. potrebbe essere provata dal fatto che queste statue rappresentano molto probabilmente dei Gladiatori Etruschi, avendone trovato delle raffigurazioni di armature corrispondenti, come l’elmo ad esempio; che spiega anche gli strani occhi perfettamente circolari delle statue, si insomma le Statue hanno una maschera, almeno alcune di loro. Insomma, il sito di Mont’e Prama era un Gimnasium, una Palestra di giochi gladiatori sacri, come si usava presso i Tursha e presso i Shardana. Un Gimnasium in cui si svolgevano le Eracliadi, il nome che avevano i giochi prima che i Greci li portassero a Olimpia e cambiassero così il nome in quello che ancora oggi si usa.

Da; "I POPOLI del MARE. Le mie scoperte"  

 

 

domenica 12 gennaio 2025

NAVI dei POPOLI del MARE nello Yorkshire

 





NAVI dei POPOLI del MARE nello Yorkshire

Un ritrovamento avvenuto nelle coste britanniche di alcune navi a prora alta, datate 1350-1300 a.C. ha fatto pensare a navi egizie arrivate in passato su queste isole intorno a tale periodo. Come sovente accade in questi casi, si segue la strada tracciata dagli scrittori classici. Si dà per scontato che tutto quanto ritorna dal passato appartiene sicuramente a quelle Civiltà universalmente conosciute attraverso i testi canonici tramandati dai Romani o dai Greci. Invece in questo caso sembra proprio che non sia così. “Sappiamo, infatti, che le isole del Nord furono colonizzate da popolazioni provenienti dall’Anatolia (o in ogni caso dall’Asia Minore, N.d.A.) intorno al 1180 a.C.” (Myles Dillon e Nora Chadwic). O addirittura a metà del III millennio secondo Leon E. Stover. E fin qui concordiamo con quanto ipotizzato da Lorraine Evans nel suo Kingdom of the ark.

Ecco i fatti: nel 1937 vengono trovati tre vascelli antichi ancora intatti a North Ferriby (Yorkshire), per la loro caratteristica forma allungata, con scafo arrotondato e prua alta, sono classificati come navi vichinghe. Alcuni alberi vengono portati al National Maritime Museum per essere analizzati col C-14. Incredibilmente si ha un risultato delle analisi che data le imbarcazioni intorno al 1350-1300 a.C. Il dott. Sean McGrail le paragonò alle imbarcazioni ritrovate a Giza, proprio per la caratteristica prua alta. Basandosi su questi dati un’altra eminente ricercatrice, la dott.a Evans, ha azzardato l’ipotesi di uno sbarco di gente egizia del periodo di Amenophe IV (Akenathon), supportata anche da alcuni ritrovamenti di monili provenienti da Tell-el-Amarna (Aketathon), la nuova capitale che Akenathon volle per soppiantare Tebe, sede del Culto di Ammone. Tali oggetti vennero trovati nei tumuli della tarda età del bronzo, nei pressi di Stonehenge. Inoltre ella sostiene che un altro nome di Akenathon fosse Rathotis, lo stesso nome del padre della principessa Scota, che la mitologia racconta essere la progenitrice delle Genti britanniche. Pur ammettendo che la Evans, citando gli Egizi, è andata molto vicino a una verità che li coinvolge in maniera importante per via di Mosè, dello stesso Akenathon e della Misteriosa Tribù di Dan, sosteniamo che non si tratta di navi egizie, né di navi vichinghe vere e proprie, ma di ben altro. Chiaramente non abbiamo visto da vicino queste navi, ma la descrizione che ne fanno i loro scopritori, oltre a corrispondere alle navi vichinghe, ricordano in modo inequivocabile quei modellini di navi in bronzo ritrovate a Cipro, in Toscana, nel Lazio, nelle tombe di Cerveteri, Vetulonia, Gravisca... ma soprattutto in Sardegna, in decine di esemplari. Esse riproducono perfettamente delle navi a prora alta, con protome animale (cervi, antilopi, gazzelle...), con uno strano albero terminante spesso con un più strano anello rotante, che ha tratto in inganno i nostri illustri studiosi portandoli ad affermare che non si tratta di modelli di navi, ma di lampade ad olio(!)

Da: “SARDANA i POPOLI del MARE” ed. 2002 - di LEONARDO MELIS

giovedì 2 gennaio 2025

1201 a.C. Mese di Addaru



1201 a.C. Mese di Addaru

Questi soldati (i Popoli del Mare) erano ormai stanchi di combattersi fra di loro per le beghe dei piccoli tiranni che si gloriavano solo della loro presunta potenza dovuta all’abilità dei loro soldati, per la maggior parte appartenenti alla Confederazione del Grande Verde  (Popoli del Mare). Nell’elenco bisogna mettere anche le città Kananee e della Siria/Palestina. Soprattutto furono avvertiti i Sardana di servizio di Leva presso il Faraone e i Sardana della zona di Avaris e Jessen.

La partenza era prevista naturalmente all’Equinozio di Primavera, il primo Plenilunio. L’Equinozio cadeva nel primo mese dell’anno: Nisanu (dal 21 Marzo al 21 Aprile). 

Tziu Addari propose di mettere l’impresa sotto la protezione degli Dei Amon, Mut sua moglie e il figlio Khonsu, la Triade di Tebe. Per questo gli incisori produssero una Stele con la Triade rappresentata su un lato e sull’Altro l’Invocazione stessa in Geroglifico. La riportiamo con immagine e traduzione dei geroglifici stessi. In una stele ritrovata appunto dall’Archeologo Taramelli e pubblicata dalla Reale Accademia dei Lincei.

“Amon Ra, re degli Dei, signore del Cielo dia vita, salute e vigore” – “Mut … la Gran Signora del Cielo dia vigore” – Chonsu in Tebe, dia la gioia”. Le tre invocazioni sono nell’ordine, in verticale. Da destra.

1200 a.C. La Grande Invasione  Da: "I POPOLI del MARE. SISARA"