<<L’Immagine sopra riporta una parte dei petroglifi rintracciati da Anati e altri studiosi sul “Monte di Dio” ne l Sinai.
L’immagine riporta anche alcuni segni scoperti da Bruno Vacca in Sardinia; nel Nuraghe vicino al Pozzo di S. Cristina, nelle campagne di Macomer e nella Jara tra Setzu e Tuili, vicino alla fonte sacra di Santa Luisa.
Le due “Stele” inoltre sarebbero quella di Nora ove è riportata da scritta B.SRDN (AB SARDON, BABAI SARDONE) e sotto il Coccio di Pozzomaggiore, che coccio non era ma una ceramica incisa con scritte sinaitiche (SRDN… e l’ALEPH).
Il coccio di Pozzomaggiore, ritrovato durante gli scavi della Sovrintendenza, fu classificato “Coccio” è finì al solito nei sotterranei del Museo di Sassari.
Leonardo Melis, ricevutane una foto da un amico (anonimo), intuì trattarsi di documento scritto e lo fece esaminare dall’amico Gigi Sanna e la Dott.ssa dell’Università di Parma.
Il risultato lo vediamo tutti.
Quello che non riusciamo a capire è il perché di questi ascondi menti da parte di chi dovrebbe invece valorizzare questi ritrovamenti.
Forse perché deve sussistere e resistere il concetto di Sardi analfabeti nella loro storia?
Le testimonianze sulla reale presenza di Israele nel Sinai (e con essi i Popoli del Mare) che stanno emergendo da ricerche archeologiche effettuate nel deserto del Negeb, soprattutto nel monte Har Harkom ci hanno confortato in queste nostre fatiche.
Nel nostro viaggio in Val Camonica, due anni fa, avemmo notizia di un eminente studioso ivi residente che stava effettuando da anni, studi su Har Harkom: il prof. Anati.
Egli sostiene l’identificazione di Har Harkom col Monte delle Tavole della Legge. Ma non si tratta dell’unica testimonianza.
Altri ricercatori hanno ritrovato incisioni su rocce e templi con chiari riferimenti al periodo dell’Esodo.
Alcune delle incisioni riportano inequivocabili segni riferiti non solo a Israele, ma anche ai Shardana.>>
Nessun commento:
Posta un commento