mercoledì 26 ottobre 2022

Samhain, Sas Animas (Prugadoriu, su Mortu Mortu, is Doppiadoris …)


SISARA RACCONTA

SAMAIN-SASANIMAS il mese dei MORTI e di SU PRUGADORIU

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Samhain, Sas Animas (Prugadoriu, su Mortu Mortu, is Doppiadoris …) il mese di Arahsamna (giorno dei morti).

Il giorno in cui le porte del nostro mondo e quelle del mondo ultraterreno si aprivano, consentendo agli spiriti dei morti di passare da un mondo all’altro.

Si riportavano le greggi dai pascoli estivi e le persone si chiudevano nelle case al caldo a raccontare le storie intorno al fuoco di casa, a fare lavori artigianali, costruendo utensili e raccontando storie e leggende.

La notte di Samhain si spargeva il fuoco sacro sugli altari e si accendeva il nuovo fuoco, segno dell’inizio del Nuovo Anno.

Era consuetudine lasciare la cena sui davanzali o addirittura nelle cucine, lasciando che gli spiriti dei parenti entrassero per saziarsene a volontà.

La sera stessa I ragazzi, specialmente quelli poveri, andavano, sempre al mattino, per le vie del paese a chiedere is panixeddas.

Venivano dati loro pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. I dolci erano per lo più pabassinas e su pani ‘e saba.

Per ringraziare i bambini dicevano: “Deus si dhu paghet”(Il Dio ti remuneri) e la risposta era “Deus paghet tottu”(il Dio remunera tutto).

Ancora oggi i bambini seguono questa tradizione, ma più per gioco che non per una vera e propria fede. >>

da “SISARA eroe sardana in Israel” … anche su Amazon ... 

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giovedì 20 ottobre 2022

“I Popoli del Grande Verde fecero un patto fra loro” (Ramesse III)


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“I Popoli del Grande Verde fecero un patto fra loro” (Ramesse III)

<...... Occorreva prendere decisioni drastiche e gli Anziani avevano deciso di armare una flotta per una migrazione di massa verso Oriente.

“I Popoli del Grande Verde fecero un patto fra loro” (Ramesse III)

Le città shardana avevano deciso unanimemente: chi decideva di partire si sarebbe dovuto imbarcare nei porti sardi prestabiliti.

I popoli fratelli delle altre Terre avrebbero fatto lo stesso: i Libu, i Shakalasa, i Liku, i Tursha, i Washasa, si sarebbero dovuti incontrare nel Mare Orientale (Egeo) con gli Akayasa e i Pheleset di Kaphtor, oltre ai Sardana delle isole Lemno e Imbro e della Dardania (Dardani).

I fratelli Denen del Mare del Nord (Baltico) avrebbero seguito in parte le vie fluviali del Don e del Dvina e del Dniepr (Boristene).

Nei programmi dei condottieri delle varie città vi è poi il contatto e l’accordo con i vari popoli dell’Asia, come i Tjekker di Troja, gli stessi Liku asiatici e così pure i cugini Ittiti di Hattusa e chiaramente anche accordi segreti con i soldati che militavano presso i piccoli principati come appunto Troja, la stessa Micene e l’orgogliosa Tirinto.

Questi soldati erano ormai stanchi di combattersi fra di loro per le beghe dei piccoli tiranni che si gloriavano solo della loro presunta potenza dovuta all’abilità dei loro soldati, per la maggior parte appartenenti alla Confederazione del Grande Verde  (Popoli del Mare).

Nell’elenco bisogna mettere anche le città Kananee e della Siria/Palestina. Soprattutto furono avvertiti i Sardana di servizio di Leva presso il Faraone e i Sardana della zona di Avaris e Jessen.

Tutto ciò farà dire a Ramesse III ““Le isole non hanno riposo e i continenti nemmeno, perché i Paesi Stranieri fecero un complotto nelle loro isole e i paesi furono scacciati e dispersi in battaglia tutti in uno stesso momento e nessun paese può resistere ai loro eserciti.

Hatti, Karkemish, Arzawa, e Alashya…”.

La partenza era prevista naturalmente all’Equinozio di Primavera, il primo Plenilunio. L’Equinozio cadeva nel primo mese dell’anno: Nisanu (dal 21 Marzo al 21 Aprile).

La Stele votiva

Tziu Addari, colui che aveva il compito di custode dei luoghi sacri sull’Altipiano della Jara, propose di mettere l’impresa sotto la protezione degli Dei Amon, Mut sua moglie e il figlio Khonsu, la Triade di Tebe.

Per questo gli incisori produssero una Stele con la Triade rappresentata su un lato e sull’Altro l’Invocazione stessa in Geroglifico. La riportiamo con immagine e traduzione dei geroglifici stessi.

In una stele ritrovata appunto dall’Archeologo Taramelli in Sardinia e pubblicata dalla Reale Accademia dei Lincei.

“Amon Ra, re degli Dei, signore del Cielo dia vita, salute e vigore” – “Mut … la Gran Signora del Cielo dia vigore” – Chonsu in Tebe, dia la gioia”. .....>

Le tre invocazioni sono nell’ordine, in verticale. Da destra.

Da: “I Popoli del Mare. Sisara generale sardana in Israel”

di Leonardo Melis

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sabato 15 ottobre 2022

Santa Jttoria, Jara di Setzu, Masone de Tziu Addari




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Santa Jttoria, Jara di Setzu, Masone de Tziu Addari

Siamo nell’ultimo mese dell’anno (Addaru).

Santa Jttoria, Jara di Setzu, Masone de Tziu Addari 

Nei pressi della città posta sul ciglio Sud Est della Jara, gli Anziani avevano convocato la cittadinanza, estendendo l’invito anche alla vicina città di Bruncu Sruexu che si affacciava a Sud Ovest dell’Altipiano e agli abitanti più sotto del centro chiamato S’Uraxi, o preferibilmente Su Etzu (l’Antico) nei pressi de Sa Domu e s’Orku, a quelli più a Est presso alla fonte sacra Orjia di Tuibi.

Doveva trattarsi di cosa molto grave, poiché l’invito includeva le intere famiglie senza distinzione di rango o di età.

A presiedere l’assemblea era la persona che rappresentava a Santa Jttoria la Scienza, l’Arte e la Religiosità: Tziu Jussuph (Peppinu) Mannu.

Questo non era il suo nome datogli alla nascita, in realtà si chiamava Mebi (Miele).

Il nome Mannu (Grande) si capisce dalle sue attitudini, che praticava oltre il suo mestiere di Maistu ‘e Pannu, arte ereditata dal padre e dal nonno prima.

Per la sua arte e professione accettava solo scambi con chi gli commissionava una Ist’ e Pedde (vestito di pelle) o indumento di lana o di lino.

Un agnello dal pastore, frutta dal contadino, un cinghiale dal cacciatore …

Egli era anche il custode della fonte sacra di S’Ala ‘e Menjanu (l’ala/parte … del Mattino), si occupava inoltre dei testi scritti nel raro papiro arrivato alle volte dall’Egitto a bordo delle navi dei mercanti che viaggiavano ogni anno lungo le coste del Grande Verde (Il Mediterraneo).

Dai mercanti rientrati a fine dell’estate dell’anno prima Tziu Mannu aveva appreso che i Sacerdoti di Avaris e di Menphis (alcuni di loro avevano parenti a S’Etzu e in altri centri vicini) che una catastrofe di immani proporzioni si stava per verificare nel Mare delle Isole dell’Occidente o grande Cerchio d’acqua, come lo chiamavano gli Egizi, costringendo intere popolazioni a rifugiarsi in Oriente.

Aveva avuto conferma durante l’inverno dalle popolazioni delle città costiere, Tharros, Nabui, Solky e Bosa, ma altre notizie simili erano arrivate tramite viaggiatori al rientro dal Nord Sardegna, da Nure, Olbia … oltre che da quelle del Sud: Kar.El, Nora e Antigori … riguardo un improvviso innalzamento del livello del mare.

di Leonardo Melis

Articolo Protetto da Copyright

mercoledì 12 ottobre 2022

IL LIBRO RIVOLUZIONARIO di SISARA Generale Sardana in Israel




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IL LIBRO RIVOLUZIONARIO di SISARA

Generale Sardana in Israel sta ottenendo un successo insperato, ma desiderato.

La Verità nascosta neanche tanto della Bibbia sulla grave colpa di una donna decantata dalla Bibbia stessa con l’appellativo di “beata sei tu fra tutte le donne “, diventato poi un’invocazione  e persino una preghiera dedicata alla madre del Dio Cristiano.

Una donna che si macchiò di uno dei delitti più gravi per le popolazioni antiche.

Una donna neanche ebrea e che non aveva alcun motivo, se non la crudeltà, la viltà e il tradimento verso chi aveva cercato asilo nella tenda del suo amico, trovandovi la morte per mano della traditrice che lo aveva accolto nella tenda del marito con l’inganno dell’ospitalità offrendo al ciottola del latte e Su Kaxatu in un vassoio d’argento, segno dell’ospitalità più schietta.

L’identità di questo generale che comandava un reparto di 900 carri ferrati e 5000 soldati scelti al servizio di Ramesse III  prima  e di un principe Shakalasa poi.

L’identificazione della città di Sisara e dei suoi nel Monte Carmelo.

Un città shardana, a detta degli archeologi israeliani, identificata da Leonardo Melis nel 2002 con la biblica Aroset Goim.

Il coinvolgimento delle azioni di Sisara con la devastante Invasione del 1200 a.C. che distrusse le rocche di Ilio/Troja, Micene, Tirinto, Hattusa, le città kananee e costrinse il Faraone a cedere le provincie di Siria, Palestina e Kanaan ai Popoli del Mare in cambio della salvezza del suo regno.

Profittiamo di questo scritto per informare che il libro è presente dal 12° ottobre su Amazon nella PAGINA D’AUTORE di Leonardo Melis  


sabato 8 ottobre 2022

LA SARDINIA NON FU MAI DOMINATA DA NESSUN POPOLO ESTRANEO


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 La sciocca credenza che la Sardinia fosse invasa e dominata da una marea di popolazioni estranee al popolo che le diede il nome è un falso storico che purtroppo è insegnato tutt’oggi ne libri scolastici scritti da autentici ignoranti nell’argomento “Storia di Sardinia”, spesso di nazionalità non sarda. Credo sia giunto il momento di fare chiarezza storica documentata seriamente. Vediamo: Solitamente sono elencati i Popoli che l’avrebbero invasa e conquistata. Li vediamo in ordine cronologico, partendo dai periodi storici datati e documentati. “Fenici”. Questi sarebbero stati i primi. Chiariamo subito che si tratta di nome assolutamente inventato da un popolo nato nello stesso periodo della loro apparizione: il fatidico 8° sec. a.C. Parliamo dei Greci che arrivarono nella terra greca in quella data. Essi vedevano queste flotte di “Rossi” (questo il significato della parola “fenici” passargli davanti, senza conoscerne l’identità. Sapevano solo che arrivavano da Oriente. Da Kanaan, Palestina, Siria, Israel … Peccato che nei nostri libri abbiamo identificato questi popoli di “Pellerossa” con Libu a Tiro, Sardana ad Akko, Shakalasa ad Azor, Tjekker a Dor e Byblos … etc. Si insomma i “fenici” dei greci erano né più né meno che Popoli del Mare insedi tisi da quelle parti dopo l?invasione del 1200 a.C. Quindi il MINCULPOP fascista prima e gli ARCHEOBUONI italici poi hanno continuato ad accontentarsi della teoria greca. I primi per l’usanza fascista di accettare solo documenti che dessero gloria a Roma. Ossia testi greci e romani e nient’altro. I secondi semplicemente per pura ignavia e ignoranza conseguente. Cartaginesi, a leggere i testi degli storici romani come Solino e altri, erano semplicemente alleati da sempre, fin dai tempi delle incursioni dei Libu e Sardana in Egitto. Essi infatti erano Libu. Solino nei suoi scritti chiarisce che I Sardi (Sardana) erano dalla parte dei Cartaginesi anche quando si verificò la rivolta dei mercenari stanziati nell’Isola. Infatti cacciarono i Mercenari, imbarcandoli su navi dirette (purtroppo) a Roma. Che trovò in questo modo il Casus Belli per attaccare la Sardinia. Roma, in parte riuscì a conquistare l’Isola, chiamandola seconda provincia romana. Peccato che non poteva chiamarsi così, per il semplice motivo che Roma non completò mai interamente la conquista. La Barbagia pare che … Vandali. La Sardinia fece parte dell’Impero vandalico, come regno autonomo, lo dimostra il fatto che essi, i vandali, sostarono nel golfo di Cagliari per approvvigionarsi di legna per costruire la flotta che avrebbe attuato il sacco di Roma nel 455 con Genserico. Il fatto è che l’approvvigionamento avvenne in … Corsica! Che senso aveva, se la Sardinia fosse stata dominio vandalico? • Bisanzio, episodio non degno di nota, troppo evanescente. Mori-Barbareschi attaccarono spesso la Sardinia. Furono però i loro storici a scrivere che: “In quanto ai Sardi, sempre con l’armi al fianco, imbattibili e fieri … In Sardinia noi ANDAMMO, LE DEMMO, LE PRENDEMMO … TORNAMMO”. A parte quindi le incursioni dei pirati barbareschi che fecero dei tentativi, portando con se qualche schiavo … alla fine anche loro dovettero arrendersi all’evidenza. Anche perché i sardi una volta organizzatisi li aspettavano facendone a loro volta degli schiavi. Ecco spiegato il motivo di alcuni “resti” di nomi di persone e di qualche villaggio o zona chiamati: Drugall, Sarrabus … Pisani e Genovesi si limitarono alla presenza commerciale in alcuni centri dell’Isola, come Castello (Pisani nel quartiere di Cagliari). Castel Sardo, già Castel Doria, sede del marito della Judikessa sarda Leonora d’Arborea. Qualche parentela dovuta a qualche eredità di alleanze o matrimoni nel Judikato di Gallura con i Visconti di Pisa. Spagnoli. La Spagna, non riuscendo a spuntarla con le armi comprò il Judikato di Arborea che comprendeva il 90% dell’isola. Guglielmo III di Narbona, Giudice d’Arborea, cede i suoi diritti giudicali al re Alfonso il Magnanimo per 100.000 fiorini d’oro. Savoia. Qui deponiamo le armi. I Savoia ebbero la Sardinia in cambio della Sicilia, senza che i Sardi manco lo sapessero. E’ nota la storia del nobile in lite con un suo avversario che vistosi obbligato dagli sgherri savoia a pagare quanto non riteneva giusto, disse che si “sarebbe appellato a Madrid”. Decenni dopo il passaggio del regno di Sardinia ai Savoia.

 Libri di Leonardo Melis, fatti per essere contestati, poi discussi, invidiati, infine copiati.