sabato 22 luglio 2023

I popoli venuti dal mare: leggende e verità sui Pelasgi



I popoli venuti dal mare: leggende e verità sui Pelasgi 

BY SHARDANA 21 LUGLIO 2023 

 Chi siamo? Da dove veniamo? A tutti è capitato almeno una volta di porsi una di queste domande a cui sono state associate le risposte più inverosimili, come una conoscenza superiore ottenuta grazie all’arrivo di esseri provenienti da altri mondi. Eppure, la verità è così naturale, così ovvia che verrebbe da chiedersi: se il genere umano è riuscito ad evolversi, creando strutture ed invenzioni straordinarie che ancora sopravvivono, come si può pensare che l’innovazione tecnologica da noi prodotta sia frutto di una conoscenza donata da popolazioni aliene? Non possiamo raccontare nulla di scientificamente dimostrato su questi fantomatici popoli provenienti dalle stelle, ma possiamo raccontarvi la storia di popoli venuti dal mare che, in tempi antichissimi, migrarono fino alle terre nordeuropee. Un esodo di guerrieri, uomini di mare, forgiatori di metalli, portatori delle esperienze dei loro antenati, che, generazione dopo generazione, si affinarono, fino a tramutare piccoli villaggi in centri abitati sempre più complessi socialmente e culturalmente. Si chiamano comunemente Pelasgi o Eraclidi, ma, diversamente da quello che si tende a credere, non si tratta di un’unica civiltà ma di un’ondata di popoli provenienti dal Medio Oriente che, per sopravvivere a calamità naturali non ebbero altra possibilità che emigrare. Molti sono i loro nomi: Sher-Dana, Tuatade-Dana, Akwasha, Shakalasa, Liku, e molti altri, e tra questi i più conosciuti sono sicuramente gli Shardana, grandi guerrieri il cui corpo militare era a capo della difesa del faraone. Quali tra questi popoli stranieri approdò in Italia? Prima di rispondere a questo quesito, dobbiamo considerare che con il termine Italia si intendeva il territorio compreso tre Calabria, Basilicata e Puglia, il medesimo sulle cui coste il poeta Virgilio, fece approdare l’eroe Enea. Questo territorio, strategicamente ideale per scambi commerciali e condizioni climatiche e territoriali favorevoli, venne invaso dal popolo dei Liku, da cui deriverà il termine lucani. Storie ricche di fascino, magistralmente ricostruite e narrate dal famoso storico Leonardo Melis, tra i massimi esperti di popolazioni antichissime di cui abbiamo testimonianza, con esemplari risalenti a più di 10.000 anni fa. Grazie alle ricerche condotte dal dott. Melis è possibile ricostruire la rotta dei nostri antenati, una narrazione che trova corrispondenza con testi sacri, documentazioni storiche e studi sul territorio; elementi chiave che hanno permesso di comprendere il vero motivo che ha spinto queste genti ad insediarsi in luoghi sempre più lontani. Tre sono gli esodi documentati avvenuti rispettivamente. Nel 2200 a. C, quando una terribile carestia li costrinse a migrare ad occidente. Nel 1200 a.C., quando un innalzamento delle acque che causò la devastazione di villaggi e campi coltivati irrimediabilmente contaminati dalle acque salate, indusse i popoli a rientrare nelle terre d’origine. È il periodo in cui ondate di guerrieri navigarono alla volta di Troia, capitanati dal re Agamennone, per distruggere la città di Priamo e riportare in patria la regina Elena di Sparta. 

 di Leonardo Melis 

 Articolo Protetto da Copyright 

mercoledì 12 luglio 2023

OETZI, la Verità: DNA SARDO, padre europeo.





https://www.shardana.org/oetzi-la-verita-dna-sardo-padre-europeo/

OETZI, la Verità: DNA SARDO, padre europeo. BY SHARDANA

<<OETZI, DNA SARDO Aveva occhi castani, era intollerante al lattosio e aveva probabilmente un antenato in comune con gli attuali abitanti di Sardegna e Corsica: è l’identikit di Oetzi, la celebre mummia del Similaun, ricostruito grazie alla prima mappa completa del suo Dna. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, è stata condotta da un gruppo internazionale coordinato dall’antropologo Albert Zink, dell’Accademia Europea di Bolzano. Scoperto nel 1991 in Alto Adige, sul versante italiano delle Alpi Otztal, Oetzi è ora conservato presso il museo archeologico di Bolzano. OETZI, la Verità: DNA SARDO, padre europeo.>>

" Questa è la verità sulla pubblicazione relativa a una “SCOPERTA” annunciata sul web in questi giorni e erroneamente interpretata facendo passare la mummia di Similaun come addirittura figlio di un Sardo. Lungi da noi l’idea di boicottare notizie “favorevoli” alla storia sarda, vorremmo però precisare che questa notizia l’avevamo già pubblicata in uno dei nostri libri. Nella fattispecie su: “Sardana, Cronologia dei Popoli del Mare” del 2020. Citiamo un brano: “3.300 a.C. è la datazione riferita al DNA per linea Materna presente nelle Alpi della Mummia di Similaun, che risulta essere presente in tutta Europa ed ormai estinta, mentre la linea paterna G2a era presente precedentemente e proveniente dall’Oriente (Mesopotamia?) nel Neolitico (10.000 anni fa). Successivamente sparito e sostituito da ulteriori migrazioni, sempre dall’Oriente, ma oggi presenti solo esclusivamente in Sardinia e Corsica. Cosa significa questo? Semplice: una migrazione di soli maschi, guerrieri esploratori, arrivò in Europa e nel Mediterraneo a fine del 3° Millennio, mischiandosi con le donne europee e sopravvivendo in Sardinia per anni, fino ai giorni nostri. Precedevano la Migrazione del 2200 a.C. che diede origini ai nostri Avi e che noi chiameremo: Urim, Pelasgi o Popoli del Mare.” 

di Leonardo Melis 

 Articolo Protetto da Copyright Condividi: 

domenica 9 luglio 2023

Popoli del Mare nel Pacifico

 



La Pietra di Paraiba

 <la Pietra di Paraiba, fu trovata nel 1872 a Pouso Alto (Paraiba). La pietra si spezzò e non fu mai ritrovata, ma la copia delle iscrizioni fu inviata al Visconte di Sapuachay, presidente dell’Istituto Storico di Rio de Janeiro. Inizialmente fu dichiarata un falso, però in seguito, nel 1960, l’epigrafista Cyrus Gordon affermò che il testo non poteva essere un falso, perché riportava dei concetti grammaticali della lingua “fenicia” ossia kananèa che erano ancora sconosciuti nel 1872, quando la conoscenza dell’antico kananèo era appunto poco diffusa. Ecco la traduzione:

<Siamo Cananei di Sidone (o di Akko? Tiro?) della città del re mercante (Hiram). Giungemmo a quest’isola lontana, una terra montagnosa. Abbiamo sacrificato un giovane … agli Dei e alle Dee celesti, nel diciannovesimo anno del nostro re Hiram e ci siamo imbarcati a Ezion-Geber nel Mar Rosso. Abbiamo viaggiato con dieci navi per due anni intorno all’Africa, quindi ne fummo separati per la mano di Baal e già non stiamo con i nostri compagni. Così giungemmo qui, dodici uomini e tre donne, alla isola del ferro, in una nuova spiaggia che io, l’Almirante controllo. Ma sicuramente gli Dei e le Dee ci favoriranno.> 

            Ora noi abbiamo ricostruito questo viaggio riguardo una Flotta di dieci navi al comando dell’Almirante Keur (Kareh), figlio del Generale Sisara chiamato Karìa dai suoi amici e parenti. Lo abbiamo ricostruito prendendo dagli scritti del padre della Storia Greca: Erodoto. Prendendo dagli studi del compianto Bruno Vacca, nel suo “La Civiltà Nuragica e il Mare”, in cui descriveva i viaggi dei Sardana verso Simbabwe. Naturalmente riprendendo dai nostri primi libri, in cui approfondimmo questi viaggi con documenti nuovi e comprovanti la tesi di Bruno Vacca, il quale ci considerava come unico amico; cosa per lui eccezionale per il suo carattere ombroso e poco incline a dar ragione a qualcuno oltre se stesso. Andiamo quindi a intraprendere questo viaggio raccontato in seguito da Greci, Cartaginesi e naturalmente ancor prima dagli Egizi, fin dai tempi antichi. Anche se i Greci (Erodoto) lo ambientano ai tempi del Faraone Nekau.>

Da: “I Popoli del Mare. Sisara eroe shardana in Israel”


martedì 4 luglio 2023

 





Il movimento dei Popoli in Egitto

Un piccolo inciso su Ser.Amon e il suo comportamento riguardo a questi fatti. Abbiamo visto che al suo rientro da Qadesh egli aveva scoperto il trattamento riservato al suo amico Neb.Ka.Set/Mose e nonostante la sua fedeltà a Ramesse, decise che avrebbe fatto in modo di sostenere il principe caduto in disgrazia.

L’Egitto e i movimenti di Popoli

In attesa degli eventi che avrebbero “mandato via” Neb.Ka.Set e la sua gente, e in attesa anche dell’incarico che il faraone aveva dato a lui come comandante della scorta che “doveva impedire che qualcuno dei fuoriusciti, vedendo eventuali combattimenti, fosse tentato di tornare indietro …”, si trasferì per alcuni giorni nella terra della sua gente in Egitto, vale dire il territorio che la Bibbia indica come sede degli Ebrei/Hapiru: Jessen o JossenPer l’esattezza ad Avaris.

Oggi molti studiosi fanno questa equazione: Hwt-Waret = Avaris = Peru-Nefer = Pi-Ramses = Tell el-Dab’a. A Pi.Ramesse la Bibbia dice che gli Ebrei lavoravano impastando fango e paglia per fare i mattoni di costruzione “della città magazzino”, ma noi pensiamo che Pi.Ramesse fosse la capitale che Ramesse III volle nel periodo della guerra di Qadesh con gli Ittiti. Ecco perché soprattutto crediamo che Pi.Ramesse non fosse altro che l’antica capitale degli Hyksos: Avaris.

Da questa città provenivano i faraoni della XIX dinastia e molto probabilmente qui si svolsero le gesta di altro personaggio biblico: Juseppe.

Prima di parlare del personaggio Juseppe aiutati dalle nostre ricerche pubblicate e non, nei nostri libri precedenti, vorremmo riportare una nota ripresa da uno studio che parla di questo personaggio riportato dalla trasmissione “Esodo, alla ricerca delle prove”

La raffigurazione di questo personaggio nella foto appresso ci fornisce altri dettagli interessanti: aveva i capelli rossi con un’acconciatura che gli archeologi oggi chiamano “a fungo” e la pelle pallida, giallastra, come gli Egiziani di Tebe rappresentavano la gente proveniente dal Settentrione rispetto a loro.

La statua aveva sulla spalla un cosiddetto “bastone da lancio” (simile a un boomerang australiano), simbolo inconfondibile di una carica, fatto apposta per quest’alto ufficiale asiatico che viveva nella terra di Goshen. Sul retro della spalla vediamo i residui di strisce di vernice di vari colori, quindi il personaggio era vestito di una veste variopinta.

Questo combacia con la storia di Giuseppe che ricevette dal padre una veste variopinta, perché era il figlio prediletto.

Forse quella sua veste era diventata quasi il suo emblema, un segno che lo caratterizzava. Dunque, dai frammenti della statua, gli studiosi concludono che per l’acconciatura che portava, per il colore della pelle e l’arma sulla spalla, il personaggio doveva essere di provenienza siro-palestinese. Juseppe(?).

Da: “I Popoli del Mare. Sisara eroe Shardana in Israel”

di Leonardo Melis

Articolo Protetto da Copyrig


https://www.shardana.org/legitto-e-i-movimenti-di-popoli/