domenica 29 settembre 2013

IL VELLO D'ORO? Era il BISSO!

Erodoto scriveva che
 “I Colchi sono di razza egiziana, con capelli neri e crespi e il colorito scuro, sono circoncisi come gli Egizi e gli Etiopi, inoltre il lino egizio e quello colchico sono i migliori, quello colchico è chiamato dai Greci Sardonico(!)” 
I Greci non conoscevano il Bisso. Per loro  questo indumento incredibile, fatto di filamenti d'oro, era semplicemente LINO SARDONICO, o Lino dei Sardana. Un manto  fatto di filamenti d'Oro per loro poteva essere solo D'ORO! Da cui il MANTO (VELLO) D'ORO di un capro leggendario, protagonista oltretutto di una leggenda presa dalla tradizione ebraica del SACRIFICIO di Isacco e del CAPRO espiatorio sacrificato al suo posto.
I Colchi erano SARDANA e detentori di segreti e ricchezze  inimmaginabili per i Greci nati solo nel 800 a.C.
Fra questi segreti e queste ricchezze vi era il BISSO, che solo RE e FARAONI potevano indossare.
 Pubblichiamo un lavoro della nostra amica  CHIARA VIGO, MAJSTU de BISSU discendente del mitico Ooliab di DAN.
Da: "SHARDANA i Principi di Dan"


9 commenti:

  1. Questo é veramente interessante. Il Bisso mi pare sia prodotto solo Sardegna, chiamato anche " seta di Mare " e viene prodotto nell'isola di S.antioco da un mollusco che puó arrivare alla lunghezza di due metri. Solo mani esperte e capaci riescono e filare questo pregiato tessuto finissimo che alla luce del sole si dimostra un filamento dorato. Come detto poche sono le persone al mondo sanno filare il Bisso, le donne di S. Antioco e ne custodiscono il segreto passandolo di generazione in generazione, per lo piú fra donne, osservando delle regole ben precise, una fra le quale dice che mai e poi mai deve essere usata questa seta a scoppi di commercio, quindi di lucro. Il motivo é che un accanimento nel cercare di estrarre il prezioso filamento si rischierebbe di fare estinguere il mollusco che lo produce, dal che la stretta riservatezza nel custodire il segreto della tecnica di manipolazione del Bisso.

    RispondiElimina
  2. Lo studioso Paolo Valente Poddighe afferma , nel suo libro intitolato "Atlantide Sardegna", citando un brano estrapolato dai libri di Della Marmora, che " i bassifondi della Sardegna, soprattutto dall'isola dell'Asinara alla Maddalena e quelli di S. Pietro e Sant'Antioco , forniscono in quantità la pinna marina (Pinna Nobilis) . La gnaccara (o nakkara o nakera) che se ne trae è filata a Cagliari, dove ne ho visto una quantità sufficiente per farne scialli e cappelli: sono abbastanza comuni nell'isola i guanti fatti con questa sostanza" (Viaggio in Sardegna cap. 11/353- Alberto Della Marmora)." ....

    RispondiElimina
  3. che il vello d'oro degli argonauti fosse il bisso mi sembra una di quelle intuizioni geniali che non ci regalera' mai l'archeologia ufficiale...a mio parere e' piu' che credibile....cosa sappiamo dell'etimo della parola "bisso" e "nakkara" ? forse questo potrebbe dare un contributo....consulterei il testo di Semerano "le origini della cultura europea"....

    RispondiElimina
  4. Il termine BISSO lo troviamo spesso associato a personaggi della Bibbia, quali Salomone 1000 a.C.), che lo indossava e Ooliab di DAN (1250 a.C.) che lo intesseva. I Greci che non lo conoscevano, lo chiamavano LINO SARDONIKO... proprio come quello dei KOLKI, ove è ambientata al storia del VELLO D'ORO.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tra l'altro l'antico nome dell'attuale Sant'Antioco era Solki o Sulki.

      Elimina
    2. Tra l'altro l'antico nome dell'attuale Sant'Antioco era Solki o Sulki.

      Elimina
  5. BASTA VEDERE I FILMATI SU YOU TUBE E LE INTERVISTE ALLA SIGNORA CHIARA VIGO PER CAPIRE CHE SIAMO DI FRONTE A QUALCOSA DI UNICO AL MONDO
    E DI FRONTE AD UNA PERSONA ECCELSA , MI IPNOTIZZA LETTERALMENTE
    CHE SIA O MENO IL VELO D'ORO NON IMPORTA , MA è QUALCOSA CHE ESISTE SOLO IN DARDINIA ED ESISTE DA SVARIATI MILLENNI
    COSA DI CUI SI PARLA POCO O NULLA SEMPRE GRAZIE A QUEI VENDITORI DI FUMO DEGLI ARCHEOBUONI O ARCHEOCIALTRONI

    RispondiElimina
  6. p.s
    seguendo le parole della signora vigo lei per procurarsi il materiale non uccide il mollusco , quindi è meritevole di rispetto 2 volte
    GRANDE DONNA SARDA

    RispondiElimina
  7. - Il bisso marino è sempre stato oggetto di commercio esattamente come le altre fibre, esiste un'ampia letteratura in merito. In passato era considerato di pregio, ma niente di più.
    Anche la signora Vigo ha venduto pezzi da lei realizzati con il bisso marino e questo non deve destare meraviglia per i motivi già esposti.
    - In nessun passo della Bibbia è scritto che gli abiti di Salomone fossero in bisso marino.
    - Nella lavorazione del bisso marino non esiste nessuna unicità.
    A Sant'Antioco, ma non solo, ci sono anche altre donne che ancora portano avanti questa tradizione grazie al maestro d'arte Italo Diana (classe 1890) che negli anni '20 del Novecento aprì una scuola per la lavorazione del bisso e la tessitura, allo scopo di impedire che questa tradizione andasse perduta.
    La scuola contava una decina di allieve, anche la nonna della signora Vigo apprese questa lavorazione da Italo Diana.
    - La signora Vigo non preleva il bisso dall'animale.
    La Pinna nobilis è sottoposta a regime di protezione e tutela in conformità alla Direttiva 92/43 "Habitat" della Comunità Europea. E' inserita nella famosa lista rossa di tutela rigorosa, l'allegato IV. Per le specie animali presenti in questa lista vige persino il divieto di perturbazione, in tutte le fasi della vita, e ciò significa che la Pinna nobilis non può essere nemmeno disturbata! La normativa vigente non consente il taglio del bisso, neanche parziale.
    In risposta a chi millantava un permesso speciale io stessa ho pubblicato un documento firmato dal comandante della Capitaneria di Porto di Sant'Antioco il quale, interpellato, dichiara che NESSUNO è autorizzato a prelevare i filamenti di bisso.
    _ Alcune done di Sant'Antioco che ancora lavorano il bisso marino utilizzano quello rimasto nella scuola del maestro d'arte Italo Diana dopo la sua chiusura, custodito dalla figlia Emma. A Tratalias invece c'è un'altra tessitrice che lavora il bisso marino e lei utilizza un bisso che arriva d'oltreoceano, da Paesi dove il mollusco dal quale viene prelevato non è sottoposto a regime di tutela e protezione.
    - A Sant'Antioco siamo stanchi di tanta disinformazione ma soprattutto di vedere una nostra memoria storica stravolta in modo inaccettabile.

    RispondiElimina