sabato 26 dicembre 2020

CONFERENZA di Leonardo Melis su SENTINEL

 



CONFERENZA di Leonardo Melis su SENTINEL dopo 9 anni dalla conferenza in quel di MILANO, quando fu inserito nell'almanacco annuale della scienza e della storia da SENTINEL ITALIA appunto! Presto forniremo notizie sulle novità della VIDEOCONFERENZA DEL 27/12/2020 a chiusura dell'ANNO ... sarà fornito un link dove collegarsi e fare domande in videoconferenza o semplicemente per messaggio a LEONARDO. penso che il link sarà pubblicato a breve su FACEBOOK ..

mercoledì 16 dicembre 2020

CARPEORO cita LEONARDO MELIS in relazione ai Nuraghi

 



CARPEORO cita LEONARDO MELIS in relazione ai Nuraghi in una trasmissione su BORDER NIGHTS. Una citazione inaspettata da parte NON di un SARDO ma di un "Continentale", che ringraziamo per la sua sensibilità e informazione, Forse lui collega i NURAGHES ai SHARDANA e i POPOLI del MARE?

sabato 28 novembre 2020

Da: "Popoli del Mare, CRONOLOGIA": Navi Sea Peoples in Inghilterra


 


Da: "Popoli del Mare, CRONOLOGIA": • 1600: navi del tipo “shardana” di questo periodo sono emerse dal fango in località Nord Ferriby (York Shire, Inghilterra). Un ritrovamento avvenuto nelle coste britanniche di alcune navi a prora alta, datate 1350-1300 a.C. ha fatto pensare a navi egizie arrivate in passato su queste isole intorno a tale periodo. Come sovente accade in questi casi, si segue la strada tracciata dagli scrittori classici. Si dà per scontato che tutto quanto ritorna dal passato appartiene sicuramente a quelle Civiltà universalmente conosciute attraverso i testi canonici tramandati dai Romani o dai Greci. Invece in questo caso sembra proprio che non sia così. “Sappiamo, infatti, che le isole del Nord furono colonizzate da popolazioni provenienti dall’Anatolia (o in ogni caso dall’Asia Minore, N.d.A.) intorno al 1180 a.C.” (Myles Dillon e Nora Chadwic). O addirittura a metà del III millennio secondo Leon E. Stover. E fin qui concordiamo con quanto ipotizzato da Lorraine Evans nel suo Kingdom of the Ark. Ecco i fatti: nel 1937 vengono trovati tre vascelli antichi ancora intatti a North Ferriby (Yorkshire), per la loro caratteristica forma allungata, con scafo arrotondato e prua alta, sono classificati come navi vichinghe. Alcuni alberi vengono portati al National Maritime Museum per essere analizzati col C-14. Ecco la sorpresa! Incredibilmente si ha un risultato delle analisi che data le imbarcazioni intorno al 1350-1300 a.C. Il dott. Sean McGrail le paragonò alle imbarcazioni ritrovate a Giza, proprio per la caratteristica prua alta. Basandosi su questi dati un’altra eminente ricercatrice, la dott.a Evans, ha azzardato l’ipotesi di uno sbarco di gente egizia del periodo di Amenophe IV (Akenathon), supportata anche da alcuni ritrovamenti di monili provenienti da Tell-el-Amarna (Aketathon), la nuova capitale che Akenathon volle per soppiantare Tebe, sede del Culto di Ammone. Tali oggetti vennero trovati nei tumuli della tarda età del bronzo, nei pressi di Stonehenge. Inoltre ella sostiene che un altro nome di Akenathon fosse Rathotis, lo stesso nome del padre della principessa Scota, che la mitologia racconta essere la progenitrice delle Genti britanniche. Per quanto pensiamo noi, pur ammettendo che la Evans, citando gli Egizi, è andata molto vicino a una verità che li coinvolge in maniera importante per via di Mosè, dello stesso Akenathon e della Misteriosa Tribù di Dan, sosteniamo che non si tratta di navi egizie, né di navi vichinghe vere e proprie, ma di ben altro. Chiaramente non abbiamo visto da vicino queste navi, ma la descrizione che ne fanno i loro scopritori, oltre a corrispondere alle navi vichinghe, ricordano in modo inequivocabile quei modellini di navi in bronzo ritrovate a Cipro, in Toscana, nel Lazio, nelle tombe di Cerveteri, Vetulonia, Gravisca ... ma soprattutto in Sardegna, in decine di esemplari. Pensiamo naturalmente non ai “nostri Shardana, ma ai loro cugini Tuatha de Dana, trasferitesi nel Baltico con la migrazione del 2200 a.C.> Da " Popoli del Mare, CRONOLOGIA" ... anche su AMAZON: https://www.amazon.it/I-Popoli-del-Mare-Cronologia/dp/B08HTM1LDV/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=&sr=

mercoledì 28 ottobre 2020

SAMAIN: SAS ANIMAS: Dalla tesi di laurea di F. Melis, pubblicata nel 2008



SAMAIN: SAS ANIMAS: Dalla tesi di laurea di F. Melis, pubblicata nel 2008 su: "SHARDANA I CALCOLATORI DEL TEMPO" <<Samhain cade la notte del 31 Ottobre ed è conosciuta dappertutto come la Festa dei morti. Questo era il tempo in cui le porte tra il nostro mondo e quelle del mondo ultraterreno si aprivano e gli spiriti dei morti potevano passare liberamente da un mondo all'altro. Per i Celti, che erano un popolo dedito all'agricoltura e alla pastorizia, la ricorrenza che segnava la fine dei raccolti e l'inizio dell'inverno assumeva una rilevanza particolare in quanto la vita cambiava radicalmente: i greggi erano riportati giù dai verdi pascoli estivi, e le persone si chiudevano nelle loro case per trascorrere al caldo le lunghe e fredde notti invernali passando il tempo a raccontare storie e a fare lavori di artigianato, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Samhain era per i Druidi il momento in cui si poteva più facilmente prevedere il futuro. Come nelle altre principali feste del fuoco, a Samhain avveniva la celebrazione del passaggio da una stagione all'altra. La sacra relazione della vita con la morte era consacrata nella vigilia di "Samhain". Questo rito consisteva nello spegnere il Fuoco Sacro sull'altare e riaccendere il Nuovo Fuoco (che simboleggiava l'arrivo del Nuovo Anno) il mattino seguente al quale si attingeva per assicurarne di nuovo la presenza e il calore in tutte le case. Spegnere il fuoco simboleggiava che la metà oscura dell'anno stava sopraggiungendo mentre l'atto di riaccenderlo era simbolo di speranza e di ritorno alla vita, dando così a questo rifiuto la rappresentazione ciclica del tempo. Tra i Celti era consuetudine lasciare del cibo e delle bevande davanti alle abitazioni per placare le anime dei defunti. I parenti defunti erano infatti bene accetti, ma nella notte della festa circolavano anche presenze più pericolose ed inquietanti. Accanto ai morti di famiglia, vi erano quelli inquieti, in pena, adirati, vendicativi. Si credeva che queste anime, morte anzitempo col peso di colpe impersonate o questioni lasciate irrisolte, potessero essere vendicative. Ecco perché nella notte magica, se gli antenati di famiglia arrivano silenziosi e tranquilli per ritrovare posto a tavola, gli altri bussano alle porte e chiedono minacciosamente sostentamento. Usanza questa che è rimasta tuttora in molti paesi in tutta l’Europa, tra cui anche alcuni luoghi del sud Sardegna. Nella tradizione sarda questa festa assume nomi diversi: Sas Animas, Su Mortu Mortu, Is doppiadoris, Is Frakkeras.. In Molise, nel comune di Venosa in provincia di Potenza, ad esempio, dopo che il cadavere è stato portato al cimitero, i parenti abbandonano la casa per un giorno ed una notte per permettere al morto di tornare a rifocillarsi <Usanza, questa, presente in alcuni paesi della Marmilla fino a trenta, quarant’anni fa>. (L. M.) A Modica, in Sicilia, si crede ancora oggi che per i tre giorni successivi alla sepoltura il morto rientri a casa per sfamarsi con pane e per dissetarsi con acqua: per questo i parenti gli lasciano, di notte, la porta di ingresso socchiusa e puntellata con una sedia, sulla quale viene posato pane fresco in abbondanza. In diversi paesi dell'Aspromonte, in Calabria, in autunno i morti tornano addirittura per un mese intero. Così le famiglie mettono ogni sera sul tavolo un piatto ricolmo di cibo, la bottiglia del vino, una brocca d'acqua. In qualche paese si lascia addirittura un mazzo di carte da gioco, affinché i defunti possano ancora assaporare i passatempi della vita. In alcune regioni, come il Piemonte, si soleva per cena lasciare un posto in più a tavola, riservato ai defunti che sarebbero tornati in visita. Sempre in Piemonte la notte precedente la festa d’Ognissanti i morti escono dalla loro tomba per ritornare a vedere il loro focolare. In quei giorni non bisogna spazzare le camere perché il movimento della scopa potrebbe arrecare danni alle anime e persuaderle ad andarsene oppure a vendicarsi. In Val d'Ossola vi era una particolarità nel rito: dopo la cena, tutte le famiglie si recavano insieme al cimitero, lasciando le case vuote in modo che i morti potessero andare lì a ristorarsi in pace. Il ritorno alle case era poi annunciato dal suono delle campane, perchè i defunti potessero ritirarsi senza fastidio. In Puglia, ad Orsara, la festa veniva e viene ancora chiamata Fuuc acost, e coinvolge tutto il paese. Si decorano le zucche chiamate Cocce priatorje, si accendono falò di rami di ginestre agli incroci e nelle piazze e si cucina sulle loro braci. Anche qui comunque gli avanzi vengono riservati ai morti, lasciandoli disposti agli angoli delle strade. In Sicilia c'è l'usanza di preparare doni e dolci per i bambini, ai quali viene detto che sono regali portati dai parenti trapassati. I riti d’accoglienza per i morti erano presenti in tutta la Sardegna e anche qui prevedevano delle cibarie rituali, soprattutto pane e castagne. A Siniscola (Sardinia) la sera della vigilia del giorno dei morti si preparava il pane in casa ed assieme alle brocche piene d’acqua questo era lasciato sulla tavola così che nelle ore silenziose della notte i defunti potessero rifocillarsi. Questi pani per i morti sono chiamati panixeddas. Quella de Is panixeddas è una tradizione che si ripete in Sardegna ogni anno, per il 2 Novembre. Tradizione che (naturalmente) deriverebbe dallo spagnolo ed il nome panixeddas significa “piccoli pani d’offerta”.. I ragazzi, specialmente quelli poveri, andavano, sempre al mattino, per le vie del paese a chiedere is panixeddas. Venivano dati loro pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. I dolci erano per lo più pabassinas e su pani 'e saba. Per ringraziare i bambini dicevano: "Deus si dhu paghet" e la risposta era "Deus paghet tottu". Ancora oggi i bambini seguono questa tradizione, ma più per gioco che non per una vera e propria fede. San Sperate (Cagliari) è uno dei paesi in cui in occasione del giorno dei morti resiste questa tradizione molto curiosa. La mattina del 2 Novembre si ripete il rito di is panixeddas. I bambini del paese escono in gruppi bussando nelle case e nei negozi chiedendo is panixeddas, e in risposta ricevono dei doni. La tradizione è presente anche ad Arborea, dove i bambini vanno in giro per il paese a chiedere sa panixedda. Ricevono un pane particolare, oppure un dolce, o delle castagne. Per raccogliere sa panixedda i bambini usano portare un grosso fazzoletto o tovagliolo annodato che si impegnano accuratamente di riempire. Nel Capo di sopra (Nord Sardinia) da sempre la castagna è associata al culto dei morti. Simbolicamente il frutto esce dalla scorza come il corpo resuscita dal sepolcro. In alcuni comuni del sud Italia è tradizione, il giorno di Ognissanti, cibarsi di castagne arrostite, mentre alla vigilia del giorno dei morti si riempiono calze di lana con castagne e mele e si sistemano vicino al letto dei bambini. Il giorno dopo i piccoli scopriranno che, durante la notte, i loro cari defunti sono andati a far loro visita. In altri comuni di Italia, come Bardolino in provincia di Verona, era tradizione per le famiglie, il giorno dei morti, dividersi i compiti tra chi andava al cimitero e chi rimaneva a casa a cuocere castagne. Erano il pane dei morti. Non a caso l’albero di castagno è anche detto l’albero del pane. Interessante notare che dal Medioevo all’età Moderna, gli abitanti dell’arco alpino e appenninico hanno fondato le proprie comunità solo dove vi fosse presenza di alberi di castagno e solo se questi potevano garantire frutti e legname. Si parla di una vera e propria civiltà del castagno, in cui tradizioni, statuti comunali, norme giuridiche e tecniche agronomiche nascevano e si impiantavano a dimostrazione che la civiltà si sviluppa e ruota intorno alla natura. . Una importante tradizione ci ricorda l’impiego delle castagne nell’ambito del ciclo mitologico e cultuale dell’uomo: la collana di castagne e mele. Diffusa in diverse zone d’Italia, come sull’isola de la Maddalena in Sardegna, questa tradizione prevedeva che per fabbricare la collana dovessero cercarsi i frutti bussando alle porte delle abitazioni, il giorno prima della Festa dei Morti, chiedendo un contributo per l’anima dei trapassati. Ad Albiano, nel Trentino, si preparavano le sfilze, vere e proprie corone di castagne infilate come una collana e preparate sia al forno, preoccupandosi di tagliarle per non farle scoppiare al calore, quindi bucate con un punteruolo e unite con un filo di canapa; sia affumicate sotto la cappa del focolare. Tutte queste tradizioni che più o meno resistono in un senso religioso e pagano sono state ultimamente affiancate da una festa meno spirituale ed un po’ più venale diffusa oramai in tantissimi luoghi e che la logica commerciale sta con successo importando in tutta Italia: la festa di Halloween.>> DA: "SHARDANA I CALCOLATORI del TEMPO" 

domenica 25 ottobre 2020

POPOLI del MARE MIGRAZIONE. 2200 a.C. NEXUS Francia



POPOLIdelMAREMIGRAZIONE. 2200 a.C. Stonehenge, tempio megalitico, è costruito da popolazioni arrivate dall’Asia Minore(?). Molti studiosi stanno oggi rivalutando questa possibilità che noi proponemmo già nel 2002. Alcuni propongono un arrivo dalla Grecia dopo la grande invasione del 1200 a.C. altri propongono la guerra di Troja ambientata nel Baltico. Noi propendiamo in parte anche per questa tesi; non perché non crediamo che la guerra di Troja non sia mai stata combattuta. Anzi, aiutati da Edo Nyland che scriveva negli anni -90 del secolo scorso di “Odysseus in the Ebrides”, abbiamo scritto che le leggende descritte da Omero nella sua Iliade, sono ambientate nel Baltico. Opera questa dei Denen, migrati in quelle terre nel 2200 a.C. attraverso le vie fluviali del Dniepr e del Dvina e pure dal Don. Quanto accadde insomma dopo l’uscita da Ur dei popoli ereditari dell’ impero di Sargon di Akkad. • 1800: Ma anche precedentemente, nel 2200 a.C. i P.d.M. si insediano nel Mediterraneo. In Sardinia nascono le prime città Shardana, Shakalasa e Tursha. In Mediterraneo troviamo anche: Washasa, Tursha, Shakaklasa, Libu, Akayasa/Akey, Pheleset/ Filistei, Danai. Possiamo naturalmente fare un elenco di queste città. In Sardinia: Karales (Kar.El, Cagliari), Antigori, Nora, Solky, Nabui, Othoka, Tharros, Kornus, Bosa, Nure, Olbia, Feronia, Solky Orientale … In Sicilia: Mozia, Palermo, Marsala … In Libia Africa): Lixius e Karkedona (Cartagine). In Etruria: Pisa … etc.  

SODOMA e GOMORRA



SODOMAeGOMORRA L’evento che cancellò le due città bibliche sul Mar Morto è descritto nella Bibbia in modo quasi identico a quello dei due testi sumero e akkadico citati sopra. Il periodo è lo stesso e contemporaneo ad Abram e alla sua gente. Un piccolo spostamento cronologico lo notiamo di sicuro nella Bibbia, per il fatto che le due città sono distrutte dal “Fuoco del Cielo” dopo che Abramo è già uscito da Ur. Questo è accettabile per alcuni motivi più o meno voluti e più o meno d’interesse da parte dei Trascrittori. Vediamo cosa ci dicono i testi sumeri a proposito della immane catastrofe, la peggiore dopo il Diluvio. Prendiamo da “Shardana i Principi di Dan”, sempre con l’aiuto del grande Zecharia Sitchin e di altri grandi Autori come J.S. Cooper. • Il Poema semitico “Lamentazione di Ur” recita: “Dentro Ur il debole e il forte morivano di fame. I vecchi e le donne... erano stati dati alle fiamme...” e ancora: “Nanna (Il Dio Luna) abbandonò Ur insieme a tutto il suo ovile, ai venti...” cioè: “Il Culto del Dio Luna abbandonò Ur, con tutti i suoi sacerdoti...” “Nanna, che tanto amava la sua città, se ne andò. Sin, che tanto amava Ur, non stette più... Ningal in fuga dalla sua città...” (E Terah, il padre di Abramo era sacerdote di Nanna/Sin). E “Nei granai di Nanna non c’era più grano... vino e miele finirono...nel forno del tempio non si preparano più buoi e pecore...il fiume di Ur è vuoto... non vi è ormai che erba alta”. • Il Poema sumero “La maledizione di Akkad”, ricostruito da J.S. Cooper in “The Curse of Agad” recita: “Akkad è distrutta, sia lode a Inanna”. In questo poema c’è tutto l’odio dei Sumeri verso gli Akkadici-Semiti che per cento anni li avevano tenuti soggiogati, soppiantando il loro Dio Enlil col Dio prediletto da Sargon: Enki-Ea il Serpente dell’Antico Sapere, e con lui Ishtar. I Sumeri ripresero quindi il potere strappato loro da Sargon un secolo prima. La restaurazione cominciò naturalmente dalla Religione, coinvolgendo la famiglia di Tiruh, sacerdote di Nanna/Sin. Ma cosa aveva provocato tanto sfacelo? Non una guerra che, con tutti gli conquassi che può portare, non secca certo i fiumi. Non una siccità, seppur è la prima cosa a cui anche noi avevamo pensato. La siccità venne, ma conseguente al disastro. Cosa, allora? Consultando ancora i testi sumeri troviamo: “Su quella terra (Sumer) si abbatté una calamità – Una tragedia sconosciuta all’uomo – Una che non si era mai vista prima – Alla quale nessuno avrebbe potuto resistere”. La tragedia di Ur e delle altre città mesopotamiche e altre città vicine avvenne intorno al 2040 a.C. Abbiamo questa data precisa, perché in quel periodo regnava Ibbi.Sin, re e sacerdote di Inanna/Ishtar e di Nanna/Sin, sovrano sumero di cui conosciamo le gesta riferite a questi fatti. Tale tragedia fu annunciata in una data quasi identica dai sacerdoti astronomi quando nel 2031 a.C. si verificò un’eclissi lunare> - Considerando i 4000 anni e oltre, le datazioni risultano esatte in modo impressionante, con piccole variazioni di qualche anno soltanto. Con questi dati possiamo affermare che la distruzione di SODOMA e GOMORRA fu provocata dallo stesso fenomeno che annientò le popolazioni e il bestiame delle città sumere. Possiamo anche stabilire che le stesse furono distrutte dal “Fuoco del Cielo” intorno al 2030-2040 a.C. circa. La Scienza Ufficiale data la fine delle due città intorno al 2000 a.C. Da: "I Popoli del Mare, Cronologia" Anche su Amazon: https://www.amazon.it/.../ref=dbs_a_def_rwt_hsch_vapi... 

giovedì 15 ottobre 2020

Nuraghe Asulu (Azzurro). Una scoperta di Leonardo Melis


 Il Nuraghe Asulu (Azzurro). Una scoperta di Leonardo Melis e del gruppo JENTE SHARDANA Amici di Leonardo anni fa (2014-2015). Presentato ufficialmente in una delle feste Shardana a Jenna 'e Corte. Il video è gentilmente concesso dagli amici MANLIO e MARINA, avventurosi ricercatori shardana e lettori dei libri di LEONARDO. Segue altri video sul Nuraghe Asulu, in forma meno documentaristica, ma più "avventuroso" e spettacolare. Gratias amici miei. Il Nuraghe Asulu è conosciuto come Nuraghe Jenn'e Corte, nell'agro di LACONI.

LEONARDO MELIS.

domenica 11 ottobre 2020

EXODUS, l'uscita degli Ebrei dall'Egitto

EXODUS, l'uscita degli Ebrei dall'Egitto. Uscita NON fuga... oggi abbiamo visto uno spezzone di uno dei tanti film a riguardo. Per noi rimane impagabile il mitico DIECI COMANDAMENTI di CECIL DE MILLE degli anni -50, pur se questo lascia intendere il VERO PASSAGGIO di YAM SUPH; pur se continuano a chiamarlo erroneamente MAR ROSSO . Vediamo invece come lo abbiamo sempre descritto noi, prendendo da un E.BOOK pubblicato su AMAZON con il nome appunto di EXODUS. << Mose e la sua gente escono dall’Egitto sotto la pressione del popolo che “insisteva perché fossero mandati via al più presto” e contro lo stesso parere del Faraone, che non aveva intenzione di perdere mano d’opera a prezzo zero. Escono nel mese di Nisanu o Nissan, possiamo ricordare quanto scritto in “Shardana la Bibbia degli Urim”. <La data della Pasqua e dell’uscita dall’Egitto è anch’essa data dalla Bibbia. (Esodo XII-41): “Oggi voi da qui uscite nel mese di Abib” La partenza avvenne il 15 del mese di abib, il primo mese dell’anno ebraico, detto poi Nisan” (da Nisanu akkadiko, N.d.A). Questa data corrisponde all’incirca al nostro 6/aprile. Nisanu era il mese che cominciava con l’Equinozio di primavera. Il calcolo quindi è presto fatto: al 21 marzo aggiungiamo 15 giorni e siamo al 06/aprile/2012.>. Aggiungiamo anche che, come chiarito altre volte, il 06/Aprile doveva esserci luna piena. Per i motivi spiegati anche in La Bibbia degli Urim; da qui la fretta della partenza e del Pane Azzimo, non lievitato . Fretta dovuta al fato che Mose, ingannando il faraone a cui aveva detto che sarebbero andati a sacrificare nel deserto per un tempo massimo di tre giorni e che avrebbero seguito la Strada del Mare, che avrebbe impedito tentativi di proseguire oltre; essendoci da quelle parti i Pheleset, mai disposti a passaggi di stranieri nel loro territorio. Mose quindi fece una conversione a Sud, verso Yam Suph; per fare questo doveva avere un certo vantaggio prima che il faraone lo scoprisse, e comunque vi era anche un altro motivo. Quello del ritiro delle acque degli stagni di Yam Suph. Un fenomeno che durava dalle 2.00 del mattino fino alle 8.00 circa; il tempo per il passaggio di centinaia di uomini, donne e bambini. “E ogni turba di gente uscì con loro dall’Egitto” (Esodo XII – 38); non uscirono quindi soli e noi lo abbiamo sempre sostenuto. Partirono da Pi-ramesse verso Succot. Dalla città dedicata al fondatore della XIX dinastia: Ramessu I. L’Ordine di marcia voluto da Mose vede Juda in testa (un altro favore fatto dal nostro primo trascrittore al suo re Josia) e Dan di retroguardia a coprire e difendere la schiera di genti e nel caso a raccogliere eventuali “nostalgici” che volevano tornare “dove vi erano “pentole di carne sempre piene”. YAM SUPH = MARE DI GIUNCHI. PALUDE insomma. AMAZON E.BOOK. https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B01N44LP1Q?_encoding=UTF8&offset=0&pageSize=12&searchAlias=stripbooks&sort=author-sidecar-rank&page=1&langFilter=default#formatSelectorHeader 

giovedì 1 ottobre 2020

NURAGHEASULU, Il Nuraghe Azzurro



NURAGHEASULU, Il Nuraghe Azzurro, menzionato anche nella "Cronologia dei Popoli del Mare", il nuovo libro di Leonardo Melis e oggi meta sistematica di sempre più numerosi turisti stranieri e sardi. << Il Nuraghe Azzurro Parlare di “Un Nuraghe Azzurro” sembrerebbe parlare della solita colorazione di un edificio o di altro, come il Nuraghe Arrubiu (Rosso) di Orroli, o la Grotta azzurra di Capri, fenomeni questi dovuti a una sorta di “inganno” visivo. Noi stiamo parlando di un Nuraghe completamente azzurro fuori e dentro, costruito con pietre azzurre. Pietre in trachite che cambiano il colore azzurro in grigio a causa delle intemperie e della luce del sole. Quanto insomma è accaduto a Stonehenge. Pur se in questo caso è a molti ignorato il fatto del cambio della colorazione o meglio della colorazione precedente a quella di oggi. Stesso identico “fenomeno”, che fenomeno non è ma è solo un fatto naturale, del Nuraghe Jenna ‘e Korte; questo il nome originale del Nuraghe in questione. Noi lo scoprimmo nel dicembre 2014, su segnalazione di alcuni componenti il gruppo “Jente Shardana amici di Leonardo”. Scoprimmo la colorazione delle pietre; il nuraghe era conosciuto da tempo; da millenni. Annunziammo la notizia a una rivista francese molto conosciuta e successivamente ad alcune testate regionali. Convocammo amici e non esperti e meno esperti, geologi e qualche amico archeologo. Ognuno aveva la sua, ma “stranamente” nessuno accettava il fatto della colorazione naturale delle pietre. Qualcuno parlò di licheni, di alghe, di … lampade a led (noi avevamo usato sempre torce normali e non …). Oggi la cosa pare accettata dalla maggioranza dei visitatori e (ancora) stranamente l’Archeologia ufficiale ignora mortalmente il fatto. Proprio come al tempo delle nostre altre scoperte. Come la Ziggurat a sette scaloni bollata “Proto nuraghe”. La città sulla Jara ignorata completamente e abbandonata alla mercé dei tombaroli. Loro, gli Archeobuoni ignorano, fino a che la scoperta diventa forse troppo importante a livello internazionale, per poi cercare di appropriarsene; come fecero con le Statue di Mont’e Prama.>> Da: "I Popoli del Mare, Cronologia" di Leonardo Melis, anche su Amazon nel profilo di Leonardo Melis insieme agli altri libri. https://www.amazon.it/I-Popoli-del-Mare.../dp/B08HTM1LDV 

domenica 27 settembre 2020

Nuraghidatazione possibile. --- Nora CITTA SOMMERSA la città più antica del Mediterraneo


#Nuraghidatazione possibile. --- Nora CITTA SOMMERSA. la città più antica del mediterraneo data i NURAGHES <<Da anni cerchiamo di dare una risposta a quanti ci chiedono di datare i Nuraghe, almeno quelli più antichi presenti in Sardinia. Noi alla domanda, rispondiamo sempre “Quando troveremo un nuraghe sott’ acqua, allora potremo datarlo”. Nelle continue ricerche e segnalazioni di amici e lettori, spesso ci siamo imbattuti in qualcosa che somigliava a un nuraghe sommerso, senza però riuscire a individuarlo del tutto e poterlo conseguentemente studiarlo. Una segnalazione a cui accennavamo a inizio del capitolo, da parte di una lettrice, guida archeologica in quel di Nora, antica città denominata dai Greci e attribuita a un certo Norace che veniva dall’Iberia appunto per fondare una città; questa segnalazione dicevamo ci portò a scoprire un Filmato degli anni -50 (1950) dell’Istituto Luce, prodotto a cura della Sovrintendenza di Cagliari. In questo filmato il sub archeologo scopre una città a venti m. sott’ acqua. Naturalmente lui la chiama ... città romana! Noi sappiamo che invece una città sita venti metri sott’acqua è di età nettamente anteriore e di molto al periodo romano. Avevano ragione i Greci stavolta! Altre volte abbiamo datato rovine del genere grazie alla geologia marina e a uno strumento inviatoci da un amico lettore e geologo (Misha Vivarelli) che noi chiamiamo Grafico Eustatico. Chi viveva allora in questa città di 9000 anni fa? Perché sull’ identificazione di queste mura che si vedono nel filmato dell’Istituto Luce non ci sono dubbi, si tratta di una città; niente nurakes, niente capanne di pastori, semplicemente una città; una città che non ha niente da invidiare in quanto ad antichità alle più famose Jeriko in Palestina, Gobekli Tepe, Thiuanako e altre città millenarie. Si, perché i 9.000 anni sono attribuiti dal calcolo dovuto alla profondità a cui sono arrivati i ricercatori, impediti dalla poca visibilità per poter scendere ancora di più. Ma forse questa scoperta ci porta a interpretare una delle tante leggende attribuite dai Greci alla Sardegna che essi conoscevano solo per sentito dire. Raccontano infatti i loro scrittori, tutti nati dal VI –V sec. a.C. in poi, che “Norace, figlio di Hermes e di Eritheia figlia di Gerione, venne dall’Iberia (e ti pareva!) per fondare la prima città dei Sardi(!)” Noi interpretiamo così: “Norax (Norace, il nome antico del Nurake) in Sardinia diede origine alla nuova civiltà fatta di città moderne”. Città moderne come quella scoperta negli anni cinquanta del secolo scorso e attribuita ai Romani! Peccato che questa città si trovi a 15-20 m. sott’ acqua; e in Sardinia questo significa solo una datazione che ci riporta a 9000 anni fa. La Sardinia infatti è una terra non soggetta a bradisismo e il mare Mediterraneo ne indica la datazione a seconda del livello attuale e passato. Nella foto mostriamo un fotogramma del video realizzato dall’ Istituto Luce per la Sovrintendenza di Cagliari 60 anni fa.>> Da: "Popoli del Mare, Cronologia" Anche su Amazon, fra i libri di Leonardo Melis 

sabato 26 settembre 2020

JENESI dell'uomo. Neandertal e Sapiens convissero




 Parliamo dei primi uomini, poiché essi si incontrarono nelle terre di cui maggiormente parleremo in questa cronologia. Nella terra che noi chiamiamo preferibilmente Palestina e che oggi si chiama Israele. La terra dei progenitori degli Urim, o Pelasgi o POPOLI del MARE • 100.000 a.C. circa: In Israele, presso il Monte Carmelo, una squadra di “badilanti” agli ordini dell’archeologa inglese Dorothy Garrod, il 02/maggio/1932 scoprì nei pressi di una grotta chiamata Mugharet Skhul, uno scheletro umano con una mandibola di cinghiale al fianco. In due anni vennero alla luce 11 scheletri di individui della stessa etnia. L’Archeologa aveva già fatto un’altra scoperta a poche centinaia di Kilometri in un’altra grotta chiamata Tabun (Mugharet et Tabun = la grotta dei capretti). I fossili trovati appartenevano a uomini di Neandertal arrivati 100.000 anni fa dall’ Europa! Il ritrovamento fatto nella grotta di Skhul diede un risultato ancora più sorprendente: gli scheletri avevano una somiglianza incredibile con quelli dell’uomo moderno (Sapiens). Il mistero fu risolto circa 50 anni dopo. Negli anni -80 del secolo passato, con l’aiuto della termoluminescenza e la risonanza di spinlettronico, si riuscì a datare gli scheletri di ambedue le grotte. • La grotta Tabun ospitava Neandertaliani vissuti nel territorio da 200.000 a 45.000 anni fa e provenienti dall’ Europa • La grotta di Skhul ospitava “uomini anatomicamente moderni” provenienti dall’ Africa 100.000 anni fa. Quindi in Medio Oriente si incontrarono Neandertaliani e Sapiens. I due gruppi convissero più o meno pacificamente, ma i Neandertaliani dovettero andar via, o al limite scomparvero o si estinsero. Alcuni scienziati attribuiscono l’epopea del “rosso, lanoso e selvaggio Esaù” e del “moderno, delicato e intelligente Jakob” rispettivamente a Neandertaliani e Sapiens. Noi aggiungeremo anche la leggenda di Abele e Kaino, il rosso Abel pastore e raccoglitore e il nero e tecnologico Kainaan. Con buona pace di lettori e trascrittori della Bibbia. (Da: Mappe della Storia dell’Uomo, di Steve Olson). A noi piace la teoria, ma non ci convince più di tanto. Poiché è nostra convinzione, fino a dimostrazione contraria, che i fatti e gli accadimenti della famiglia di Abai.Ram (Abram) siano da datare storicamente ai primi anni del II Millennio a.C. Insomma la storia di Esaù e Giacobbe è interessante ma no ci sta con i tempi, è più logica la storia di Abel e Kainaan, ivi compresa l’ipotesi della soppressione del Rosso raccoglitore e pastore Abel per mano del bruno Kainaan il moderno e tecnologico Sapiens. A pensarci bene, visto che siamo in tema di interpretazioni di miti e racconti della Jenesi, vorremmo ipotizzare anche che “la discesa dei rossi Neanderthal dall’ Europa” potrebbe essere collegata (raccontata dagli scampati sapiens) ai NEPHILIM. Si i Nephilim! No niente Alieni o giganti di sorta … solo … Jenesi VI – 2: <I figli di Dio, vedendo chele figlie degli uomini erano compatibili, si presero tutte quelle che volevano e che a loro piacevano. Allora Il Signore disse: “Il mio Spirito non rimanga per sempre umiliato nell’ uomo, perché è carne; la sua vita non sarà che di 120 anni”. In quel tempo vi erano i giganti sulla terra e anche dopo, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini, le quali generavano loro dei figli. Sono essi quegli eroi famosi fin dai tempi antichi.>. La spiegazione è tutta nelle parole dello scritto biblico: I Figli di Dio, i Nephilim (coloro che scesero) altro non sono che i Neandertal scesi dall’Europa. Mentre le figlie degli uomini sarebbero le figlie dei Sapiens. I GIGANTI inoltre non sono giganti di statura ma gli Eroi dell’antichità. Ossia coloro chela mitologia chiama Semidei. Per capirci meglio, i vari Gilgamesh, Achille, Perseo, Enea, Eracle e perché no? Anche Sargon di Akkad . Figli costoro, di un Dio e di una Vergine. O viceversa.>> Anche su Amazon ... tra i libri di LEONARDO MELIS

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giovedì 24 settembre 2020

LA SCOPERTA. CULTURA Venerdì 31 Luglio



#LASCOPERTA. CULTURA Venerdì 31 Luglio alle 21:31, aggiornato venerdì 31 luglio alle 22:14 Cipro, ritrovate cinque antiche scodelline di età nuragica C'è un filo che collega l'isola del Mediterraneo orientale con Orroli e la Sardegna"---------- Questo articolo trionfava in un quotidiano sardo (non diciamo quale, si equivalgono in pochezza), tessendo le lodi di un ARCHEOBUONO che annuncia continuamente di queste cose da 6-7 ani a questa parte, scordando che sfotteva chi parlava di SARDI SHARDANA 20 anni fa. ... Perchè pubblichiamo questa notizia? Semplice, perchè ci ha ricordato che noi parlavamo e scrivevamo di questo, appunto 20 anni fa; Della PRESENZA dei SHARDANA/SARDI nelle ISOLE DELL'Egeo. Vogliamo rinfrescare la memoria a qualcuno con SCRITTI pubblicati da noi ai primi del Millennio; oggetto allora di derisione .. sempre da parte di chi oggi si erge a LUMINARE E SCOPRITORE di quanto altri pubblicavano. <<• 1355: una nave reale, con a bordo gli ambasciatori dei P.d.M. affonda di fronte alle coste dell’Anatolia, tra Cipro e Ugarit. A bordo vi è un carico incredibile. Armi, tonnellate di rame sardo e di stagno di Simbabwe. Il sigillo di Nefertiti. E’ il relitto di Uluburun. Il contenuto del carico è strabiliante . Da: “Shardana i Principi di Dan” (Leonardo Melis 2005): L’incontro con G. Giacomo Pisu, autore di “La Flotta Shardana”, ci ha portati a una scoperta che sembra confermare inequivocabilmente questi fatti. Vediamo. Nel 1982, nel sito nominato Uluburun a 8,5 km a Sud Est di Kas, nelle coste turche, a 45 m di profondità, il pescatore di spugne Mehemet Cakir scopre il relitto di una nave dell’età del bronzo. Inizialmente datato agli inizi del II Millennio dagli archeologi turchi, il relitto fu studiato dall’Istituto di Archeologia Navale della Texas A&M University a partire dal 1984. I primi esiti datarono il relitto al XIV sec. a.C.... il periodo di Amenophe IV, Akenaton. Il contenuto dello scafo ha qualcosa di strabiliante: - 10 tonnellate di lingotti di rame del tipo a pelle di bue, identici a quelli ritrovati in Sardinia, con gli stessi marchi di fabbrica. (alleghiamo foto). Alcune foto sono prese da: ina.tamu.edu - 1 tonnellata di stagno puro, proveniente da Simbabwe (?). - 150 lingotti di vetro antico. - 1 tonnellata di resina di Terabit estratta dal pistacchio trebintus, usata per gli incensieri. - 1 libro in ebano portato dall’Africa sub tropicale(?). - Zanne di elefante e denti di ippopotamo. - Numerose statuine votive del dio Bes. Bes era un Dio venerato dai Shardana. A lui erano dedicate la Sardinia e Ibiza. - Gran numero di spade, lance, pugnali, archi, frecce... del tutto simili a quelle conservate nei musei di Cagliari e Sassari (Sardinia) e ritrovate nel Baltico e lungo le sponde del Danubio (vedi foto). - Trombette in avorio, cimbali in bronzo, liuti fatti con gusci di tartaruga. - Perline d’ambra del Baltico. (provenienti dalla Danimarca, attraverso le vie dell’ambra dei Tuatha de Dana, i Shardana del Nord). - L’ancora in pietra, del tipo ritrovate dal com. G. Giacomo Pisu in Sardinia e presenti anche il Libano e Israele (Tribù di Dan?). - Ceramica del tipo “Miceneo”, cioè Acheo-Akayasa, Danai- Shardana, cioè dei P.d.M. - Sigilli Siriani, Assiri, Cassiti e Sumeri... e... - 3 gusci di uovo di struzzo forati. Identici a quelli ritrovati in Sardinia (Domus de Maria), dove erano usati nel culto dei defunti. (all. foto). - Il sigillo in oro di Nefertiti! Dono della regina agli ambasciatori dei P.d.M. - L’anello - sigillo di Akenaton, dono del faraone agli ambasciatori dei P.d.M. arrivati a corte intorno al 1355 a.C.>> Da: https://www.amazon.it/I-Popoli-del-Mare.../dp/B08HTM1LDV 

venerdì 11 settembre 2020

POPOLIdelMARE Nuovo (e ultimo?) libro




POPOLIdelMARE Nuovo (e ultimo?) libro scritto da Leonardo su continua richiesta da parte di voi lettori. La CRONOLOGIA di questi Popoli di cui Leonardo si occupa da più di 40 anni ... <<Cari amici lettori, in questi vent'anni di inizio Millennio ci avete seguiti con pazienza e vogliamo credere anche con passione. Abbiamo scritto più di una decina di libri sull'argomento per cui abbiamo studiato e marciato per il mondo intero negli ultimi 40 anni e passa. Spesso ci chiedevate un "riepilogo cronologico" o preferibilmente un'opera riassuntiva di tutta l'opera che ha creato un nuovo modo di scrivere la Storia in questi primi vent 'anni dell'inizio secolo. Abbiamo deciso per la Cronologia ufficiale. Daremo così modo a coloro che chiamiamo “Archeogoogles” di… copia più facilmente i nostri lavori, come il 70% di coloro che scrivono di Popoli del Mare fa da quando il mitico “Shardana i Popoli del Mare” ridiede vita vent 'anni or sono a quei Popoli dimenticati da due secoli dagli storici. Soprattutto in Italia. Oggi è tutto un fervore e un fiorire di libri sull'argomento. Noi restiamo comunque i primi ad averlo fatto in questo Millennio e anche prima. Quando non i mezzi del calibro di Google o comunque del Web. Noi partivamo, “zaino in spalla”, scarponi e l'immancabile capello da explorer, alla scoperta di siti e di documenti fuori dall'Italia, ove abbiamo ereditato la “maledizione” del Minculpop, il famigerato Ministero della Cultura Popolare di memoria “fascistica ”, Il quale proibiva ogni documento storico che non fosse Greco o Romano; datato quindi al famigerato 8 ° sec. aC Capite anche voi che questo significava che in Mediterraneo la civiltà nasceva solo in quel periodo e che prima non esisteva alcun popolo civilizzato né tanto meno storicamente datato! Noi restiamo comunque i primi ad averlo fatto in questo Millennio e anche prima.>> ... Prenotare direttamente all'autore per averlo direttamente a casa senza spese di spedizione e con dedica .. come sempre. Altrimenti Su Amazon: https://www.amazon.com/dp/B08HTM1LDV  

mercoledì 19 agosto 2020

FESTA SHARDANA 2020 al NURAGHE ASULU.

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FESTAASHARDANA2020 al NURAGHE ASULU. Domenica ore 10.00 In p.zza Marconi fronte Museo delle Statue Menir, a Laconi incontro e partenza per il NURAGHE ASULU. L'incontro festoso fra vecchi e nuovi amici shardana non deve però portare a infrangere le regole vigenti per il periodo che attraversiamo. Chiediamo di SALUTARE alla USANZA SHARDANA, il saluto con la MANO APERTA, come ci insegnavano i nostri Padri e come tutt'ora si usa nei nostri paesi. non ci vergogniamo di salutare nel modo più antico e spontaneo dei Popoli Etnici. Del resto è sempre meglio dello SCIOCCO strofinare dei gomiti come fanno i nostri politici ... Anche durante la festa chiediamo di rispettare le regole della distanza e delle mascherine etc... comunque uno la pensi, si tratta di rispettare quello che pensano gli altri. Il ristorante è già attrezzato per l'uopo, così la SALA CONFERENZE, e la PISCINA, IL PIAZZALE etc... BUON DIVERTIMENTO et BONA FESTA DE S'INCUNJA o di LUGHNASAD! Leonardo.


domenica 16 agosto 2020

FESTASHARDANA2020, Leonardo parlerà in conferenza dell'assurdità di quella NEGAZIONE

 

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#FESTASHARDANA2020, Leonardo parlerà in conferenza dell'assurdità di quella NEGAZIONE dell'equazione a lui dovuta dal 2000 e precedentemente da alcuni coraggiosi che non ebbero fortuna, come il Carta Raspi e Bruno Vacca che ne accennarono in alcuni loro lavori sulla SARDINIA. Quell'equazione SHARDANA = SARDI .. accettata in tutto il mondo e oggi persino in Italia e, udite udite! nella vicina Corsica! Dove all'ingresso del Museo a FILITOSA è esposto un cartello che recita: "I SHARDANA rappresentati nei muri di Medinet Abu e riferiti alla battaglia navale 1189 a.C. nel Delta del Nilo sono da identificarsi con i popoli della Sardegna del 1400 - 1200 a.C."... Questo cartello è ancora spiegato nell' AUDIO GUIDA all'ingresso del Museo IN TUTTE LE LINGUE eccetto che in ITALIANO! E buonanotte ai buoni propositi. LA LONGA MANO della SOVRINTENDENZA SARDA sarà arrivata pure in CORSICA?
ILLUSTRAZIONE presa da uno degli ultimi libri che Leonardo presenterà alla festa Shardana al Nuraghe Azzurro.
"I Popoli del Mare, Cronologia".. solo in E.BOOK su Amazon per ora

giovedì 6 agosto 2020

#POPOLIdelMARE Intervista a LEONARDO MELIS sul nuovo libro



#POPOLIdelMARE Intervista a LEONARDO MELIS sul nuovo libro, scritto durante la quarantena del 2020. Tre in totale nel giro di 5 mesi. Parla della mancata Festa Shardana del Solstizio e del recupero in extremis di quella di LUGHNASAD o INKUNJA del fine Agosto. Augurando a tutti gli uomini e donne di buona volontà un futuro più sereno nel segno dei nostri avi. I POPOLI del MARE e i SHARDANA in particolare . non mancate alla FESTA SHARDANA di LUGHNASAD, S'INKUNJA .. Al NURAGHE AZZURRO.

domenica 2 agosto 2020

FESTA SHARDANA 2020 La locandina ufficiale




FESTASHARDANA2020 La locandina ufficiale della festa di quest'anno al NURAGHE AZZURRO Con LEONARDO .. con MUSICA, PRANZO SOCIALE, PREMIAZIONI, VISITA AL NURAGHE per immortalare la vostra partecipazione a una SCOPERTA id valore INTERNAZIONALE e UNICA ... PARI a quella di ... STONEHENGE (Anche STONEHENGE è infatti di colore AZZURRO per chi non lo sapesse.. 🙂 )

sabato 18 luglio 2020

NURAGHE ASULU. Con lo scopritore LEONARDO MELIS.


NURAGHE ASULU. VIDEO Con lo scopritore LEONARDO MELIS. Il racconto di una casuale scoperta, grazie agli amici della "JENTE SHARDANA, amici di LEONARDO". La solita noncuranza degli ARCHEOBUONI, i quali snobbano ogni scoperta da parte di coloro che a loro non consegnano le scoperte. Come fecero con la città che Leonardo scoprì nell'altipiano della JARA di Genoni e quella nella JARA di SETZU. Di solito il risultato è quello di permettere ai TOMBAROLI di depredare quello che gli ARCHEOBUONI non accettano come scoperte. Sulle città della JARA infatti scrivono ancora che "SULLA JARA NON CI SONO INSEDIAMENTI". Così hanno fatto per il Nuraghe Asulu.

giovedì 2 luglio 2020

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MONTEPRAMA. Oggi gli Archeobuoni si pavoneggiano davanti ai MEDIA e fanno credere che a scoprire le STATUE siano stati loro, con la solita casualità del solito contadino con l'aratro che scopre un BUSTO. Ci fu un tempo in cui NEGAVANO l'esistenza stessa dei frammenti lasciati a marcire nei sotterranei del Museo Regio di Cagliari. In quel tempo chi osava parlare di queste statue ritrovate da appassionati nel 1974 e ritrovate dal altri appassionati nel 2000 in quegli SCANTINATI, veniva tacitato dagli eminenti ARCHEOBUONI della sovrintendenza e gli veniva dato del "FANTARCHEOLOGO DI STAMPO SARDISTA CON PULSIONI INDIPENDENTISTE" .. Poi qualcuno parlò. Qualcuno dei "LORO" UN SOVRINTENDENTE, di cui facciamo il nome nel libro e che dovette lasciare l'incarico di SOVRINTENDENTE del CENTRO RESTAURI l'anno dopo queste interviste. E.BOOK - https://www.amazon.it/SHARDANA-Dossier-Prama-S…/…/B00GKGWNJY <<2005, il Giornale di Sardegna - I SOPRALUOGHI A questo punto pare si scateni una gara fra gli archeologi sardi nel visitare il sito e annunciare altre scoperte. A raccontare queste spedizioni da Indiana Jones nostrani è stavolta un giornale nazionale (E.Polis) nella edizione regionale che prende il nome di “Il Giornale di Sardegna”. In una serie di pubblicazioni del giugno 2005 intervistava sui fatti i Vari Giovanni Lilliu, Enrico Atzeni, Giovanni Ugas, Francesco Nicosìa, Fulvia Lo Schiavo, Vincenzo Santoni e Carlo Tronchetti (quest’ultimo arrivato nei luoghi dello scavo solo nel 1977)... tutti valenti archeologi nostrani e tutti protagonisti dell’epopea degli scavi e dei ritrovamenti. Cominciò il soprintendente di Sassari F. N. che in un’intervista del 21 giugno 2005, annunciando l’inizio dei restauri al centro di Li Punti (Sassari), esclamava: “Questi eroi sono ignoti perché a loro è mancato un Omero!” e aggiungeva “Fra un anno e mezzo le statue saranno pronte per l’esposizione”. Era il 21/giugno del 2005 (noi stiamo scrivendo nel giugno del 2010, ma pensiamo che correrà ancora del tempo. N. d. A.). L’articolo è a firma di Marco Mostallino sempre del “Giornale di Sardegna” (vedi Doc. n. 10a). L’entusiasmo di F. N. si manifesta in altra intervista del 21/giugno/2005 a firma di Renzo Sanna, sempre per il Giornale di Sardegna: “Questa è la scoperta relativa al Mediterraneo più importante del Novecento!” E ancora: “… una scoperta che io avvicino ai Bronzi di Riace”. (vedi Doc. n. 10b) Poi azzarda alcune frecciate verso “Ignoti”. “Si doveva prevedere la manutenzione … ma non è mai stata fatta. Chissà perché. Tutto era accatastato al Museo di Cagliari”. – “Nomi? No, non ne faccio, ma qualcuno non ha compreso evidentemente l’importanza di quei colossi costruiti quando Roma era ancora di là da venire.” Accuse precise queste. >>

lunedì 29 giugno 2020

BATTAGLIE VERE E VITTORIE dei JUDIKES SARDI




BATTAGLIE VERE E VITTORIE dei Judikes Sardi. Confermando che on vi è affatto bisogno di commemorare SCONFITTE E OKIDROXOS vari, tra SPAGNOLI e FRANCESI, proponendole come SCONFITTE e MASSACRI dei SARDI/SHARDANA .. proponiamo una serie di battalgie e una autentica LEVANTADA DE TODA L'ISLA de CERDENA nel 1470 d.C. Da: https://www.amazon.it/SHARDANA-Ritorno-degli-Eraclidi-Popoli-ebook/dp/B07BB2W8ZL < Leonardo Alagon era sicuramente un personaggio che avrebbe potuto ben figurare in un romanzo di cappa e spada come tanti ne conosciamo. Discendente in linea dinastica da un fratello da quel Leonardo Cubello che aveva rinunciato al titolo di giudice, egli fu designato erede al titolo di marchese di Oristano dallo zio Salvatore Cubello. Arrivato in Sardegna per prendere possesso del titolo e dei feudi, trovò la decisa opposizione del viceré Carroz, il quale gli chiese prima di mostragli le credenziali e quindi, allo sdegnoso rifiuto dell’Alagon, inviò l’esercito. Leonardo era stato allevato in Spagna, ma nelle vene aveva sangue degli Arborea e l’antico ardore guerriero dei Shardana. Per niente impressionato dalle minacce del viceré, che mirava a impossessarsi del marchesato, si rifugiò presso i Sardi dell’Interno che lo accolsero e si misero al suo comando. Cominciò una guerra combattuta alla maniera di Ilienses e Balari quando attaccavano le legioni romane, rapide incursioni e attacchi veloci dei guerrieri a cavallo: la Bardana! L’esercito sardo si ingrossava ogni giorno di più con l’adesione dei borghi che si sollevavano ancora una volta contro il nemico invasore. Il viceré decise di inviare un potente esercito su Oristano per farla finita con questo “bandito” con pretese di gentiluomo. Il comando fu affidato al visconte di Sanluri che marciò direttamente verso Oristano, mentre il Carroz e il suo seguito erano rimasti prudentemente nel castello di Sardara. Ma, arrivati nei pressi di Uras, a un’ora circa da Oristano, gli Spagnoli si trovarono la strada sbarrata dall’esercito sardo, accorso in difesa dell’antica capitale. Carta Raspi: “La vigilia della battaglia, non fidandosi delle milizie sarde ai suoi ordini, il visconte di Sanluri le aveva disposte in prima fila, seguite dalle truppe aragonesi e dalla cavalleria. E furono proprio queste milizie a rendere più completa la disfatta, poiché, al grido di Arborea, Arborea! E alla vista dei gloriosi stendardi dell’albero sradicato, disertarono e, unitesi alle schiere dell’Alagon, rivolsero le armi contro gli Aragonesi. Nello scontro cadde il visconte di Sanluri e molti comandanti. Il viceré, che non aveva partecipato alla battaglia, fece appena in tempo a sfuggire alla cattura e rifugiarsi in Cagliari.” Leonardo Alagon, rivolto ai suoi uomini disse: “Domani ascolteremo messa in Bonaria”.> Tratto da " SHARDANA Antichi Re del Mare" di Leonardo Melis

giovedì 18 giugno 2020

Popoli del Mare in AMERICA



Popoli del Mare in AMERICA Con il massimo rispetto per Papa Francesco, il quale è come il sottoscritto un EX ALLIEVO SALESIANO, per questo ci siamo permessi di citarlo in modo scherzoso in un commento sui fantomatici "FENICI" Pubblichiamo un pezzo del nostro libro sui viaggi dei "POPOLI DEL MARE - Le navi di tarsis" La “Tavola di Paraiba” anche su AMAZON https://www.amazon.it/dp/B0875ZJ6VG/ref=rdr_kindle_ext_tmb <In uno di questi viaggi che portavano a Simbabwe e ritorno, a causa della Corrente Equatoriale del Sud una nave kananea, probabilmente di Akko e della Tribù di Dan, fece naufragio nelle coste del Brasile. In una delle località della costa orientale fu trovata una Tavola in pietra con un racconto dettagliato in lingua e scrittura kananea, definita dagli studiosi attuali in modo del tutto ignorante: “fenicia”. Vediamo i fatti. la Pietra di Paraiba, fu trovata nel 1872 a Pouso Alto (Paraiba). La pietra si spezzò e non fu mai ritrovata, ma la copia delle iscrizioni fu inviata al visconte di Sapuachay, presidente dell’istituto storico di Rio de Janeiro. Inizialmente fu dichiarata un falso, però in seguito, nel 1960, l’epigrafista Cyrus Gordon affermò che il testo non poteva essere un falso, perchè riportava dei concetti grammaticali della lingua “fenicia” o kananèa che erano ancora sconosciuti nel 1872, quando la conoscenza dell’antico kananèo era appunto poco conosciuta. Ecco la traduzione: <<Siamo Cananei di Sidone della città del re mercante. Giungemmo a quest’isola lontana, una terra montagnosa. Abbiamo sacrificato un giovane agli Dei e alle Dee celesti, nel diciannovesimo anno del nostro re Hiram e ci siamo imbarcati a Ezion-Geber nel Mar Rosso. Abbiamo viaggiato con dieci navi per due anni intorno all’Africa, quindi ne fummo separati per la mano di Baal e già non stiamo con i nostri compagni. Così giungemmo qui, dodici uomini e tre donne, alla isola del ferro, in una nuova spiaggia che io, l’almirante controllo. Ma sicuramente gli Dei e le Dee ci favoriranno.>>

sabato 30 maggio 2020

POPOLIDelMARE LE NAVI di TARSIS, Ziggurat nel mondo



#POPOLIDelMARE LE NAVI di TARSIS https://www.amazon.com/dp/B0875ZJ6VG?ref_=pe_3052080_397514860 <Tornando al discorso dei naufragi delle navi che tornavano da Zimbabwe, esaminiamo la situazione relativa alle correnti. - Nell’Atlantico accadeva che la deriva della Corrente Equatoriale del Sud portasse le navi di ritorno da Simbabwe verso le coste del Brasile e a Nord la Corrente Equatoriale Nord portasse in America centrale, verso le Antille. - Anche qui, dall’altra parte del mondo è la Corrente Equatoriale del Sud a portare coloro che i viaggi a Simbabwe li facevano partendo dal Golfo Persico ai tempi dei Sumeri verso L’Australia. La Controcorrente Equatoriale, staccandosi dalle coste africane tra Kenia e Tanzania, portava invece verso le Isole Indonesiane, mentre la Deriva Monsonica del Nord Est, staccandosi dal Corno d’Africa e aiutata dalla Deriva Monsonica del Sud Ovest, portava verso la Birmania e il Sud Est Asiatico. Del Sud Est asiatico potremmo raccontarne delle belle. Intanto la Toponomastica, che contiene parole identiche a quelle Akadike e sarde. Le Isole Palau, una fra tutte, che conserva sotto cumuli di terra un Luogo Alto con la stessa fisionomia di quelli Sardi da noi scoperti e di quelli di Israele… Ma anche quello di Morongo Uta. Hanno lo stesso disegno di Monte d’Akkodi. Queste due foto ce le ha fornite un’amica del web, Donna Hilton, che ci scrive, crediamo, dall’Inghilterra del Nord.> Dal nuovo libro di Leonardo Melis: "POPOLI del MARE, Le Navi di Tarsis" anche i E.book su Amazon

giovedì 21 maggio 2020

POPOLI del MARE Oltre le Colonne d'Eracle




#POPOLIdelMARE Oltre le Colonne d'Eracle. https://www.amazon.it/POPOLI-Del-MARE-Navi-Tarsis/dp/B0875ZJ6VG/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1589962361&sr=1-1-catcorr <Ci riferiamo al viaggio ordinato dal Faraone Nekau che descriviamo da altra parte. Lo stesso viaggio è descritto da Erodoto e comprende la circumnavigazione dell’Africa. Questi ultimi due viaggi prevedono la partenza da Oriente: - Golfo Persico (Asion Gaber) quello di Erodoto - Egitto, attraverso il canale che sboccava nel Mar Rosso, quello di Nekau. Si trattava, in ambo i casi, di circumnavigazione del continente Africano. Pensiamo però che il viaggio delle navi di Tarsis passasse invece dal Mediterraneo Occidentale, Colonne d’Eracle e giù lungo la costa africana occidentale. Il carico descritto in Re X conferma la provenienza delle navi. Il tragitto è semplice: Porti kananèi (Akko, Tsur, Dor, Byblos…) – Tharros – Tartesso – Canarie, ove abbiamo trovato tracce del loro passaggio alla ricerca della Drakena, pianta da cui ricavavano un colorante rosso. Il viaggio proseguiva verso il Capo di Buona Speranza, come oggi lo chiamiamo. Da queste parti abbiamo trovato alcuni toponimi che si rifanno a uno dei nomi di questi popoli, quali: Sardinia Bay e molti altri. “Andando verso Oriente poi, avevano il sole a sinistra”. Per citare a ritroso la frase di Erodoto: “I Marinai inviati dal faraone Nekau, partendo dll’Egitto attraverso il canale da lui fatto scavare, entravano nel mar Rosso e scendevano lungo le coste Orientali dell’Africa. Andando poi verso Occidente avevano il sole alla loro destra”. Praticamente il grande storico greco sta spieganod la circumnavigazione dell’Africa ad opera dei kananei, che lui chiama già “Fenici”. Vi è però uno degli errori più macroscopici del grande storico. Quel canale di cui parla esisteva nell’antichità, ma non lo fece scavare Nekau, lo realizzò invece 80 anni dopo Dario I il re persiano. Dario commemorò la sua opera nella stele di Kabret, a 200 km da Pie, sulle rive del Nilo. “Il re Dario dice: io sono persiano. Oltre alla Persia, ho conquistato l'Egitto. Ordinai di scavare questo canale dal fiume chiamato Nilo che scorre in Egitto al mare che inizia in Persia. Quando questo canale fu scavato su mio ordine, navi sono andate dall'Egitto fino alla Persia, Come io avevo ordinato.”. Ma se Erodoto parla del viaggio in modo così preciso, qualcuno doveva averlo compiuto; e negli annali di Dario non vi è citazione. Quindi il bravo Erodoto che spesso scriveva di “uccelli di fuoco” e altre fantasie, stavolta ci aveva azzeccato, perché questo particolare del “navigando verso Occidente avevano il sole a destra “ è scientificamente esatto, pur se lui aggiunge nel suo scritto “ma io non ci credo!”. Invece doveva crederci, perché circumnavigando l’Africa si è sotto l’Equatore, nell’Emisfero Sud e la posizione del Sole è opposta a quella del nostro emisfero; ove noi lo abbiamo a Sinistra se andiamo verso Occidente. Quindi a fare il viaggio, anzi I Viaggi, erano stati coloro che viaggiavano fin dall’Antichità, prima della nascita stessa di Greci e fantomatici “Fenici” Discendendo le coste orientali del continente, una sosta a Simbabwe la facevano di sicuro. Tanto per approvvigionarsi di stagno e prendere qualcuno di quegli animali descritti nel testo. Animali, legni pregiati e spezie … non disdegnando l’avorio e le gemme preziose e l’oro. > ----------------------- https://www.amazon.it/POPOLI-Del-MARE-Navi-Tarsis/dp/B0875ZJ6VG/ref=tmm_pap_swatch_0?_encoding=UTF8&qid=1589962361&sr=1-1-catcorr