domenica 19 novembre 2023

IL (VERO) INSEDIAMENTO nella TERRA PROMESSA

 


IL (VERO) INSEDIAMENTO nella TERRA PROMESSA 

Dopo l’ESODO i discendenti di Aaron hanno il Sacerdozio riconosciuto; eppure noi sappiamo che il primo sacerdote del primo tempio era un nipote di Mose; il tempio era quello di Dan e il sacerdote era Jonathan; forse demonizzato e dimenticato volutamente da Judei e Aronniti, perché nel tempio dove lui officiava,  quello di Dan, era venerato il Nehustan, il serpente di bronzo voluto da Mose  che aveva salvato il popolo dai morsi velenosi nel deserto. Ragion per cui Ezechia si sentiva autorizzato a distruggere gli idoli e a cancellare la memoria stessa di Mose, almeno nella sua discendenza. O almeno a provarci …

Di Dan la Bibbia parlerà ancora nel libro di Deborah che racconta l’epopea di Sisara.

Prima di continuare con le citazioni e i documenti probanti la presenza dei Popoli del Mare in Siria Palestina, dobbiamo però chiarire quale era la presenza (presunta o quasi) del Popolo raccontato dalla Bibbia:

 Da “Shardana la Bibbia degli Urim”: <Tornando in … Israele: se per Dan ci furono problemi di “conquistarsi il territorio”, il Libro dei Judici subito all’apertura ci fa un quadro della “Conquista” da parte delle restanti Tribù ebraiche piuttosto disarmante:

Juda, con l’aiuto del Signore riuscì a conquistare la regione montuosa, ma non riuscì a vincere gli abitanti della pianura, dotati di carri ferrati.

 

• I figli di Beniamino non scacciarono da Jerusalem i Jebusei, vissuti ivi con loro fino al giorno d’oggi.

 

Manasse non espulse gli abitanti Beth San, Taanac, di Dor, Jeblaam, Megiddo… sicchè l’antico Kananeo continuò ad abitare in quel paese.

 

Zabulon non scacciò i Cananei da Ketron e Naalal, ed essi abitarono con lui.

 

Aser non scacciò i Cananei da Akko, Sidone Aalab, Afec, Rechob, perciò abitarono fra quelli.

 

Ephraim non scacciò i Cananei che abitavano in Gazer, e questi dimorarono con lui.

 

Nephtali non scacciò i Cananei da Bet Semes e Bet Anat, ma dimorò con loro.”>

 

(JUDICI:  I – 21-36)

 


domenica 12 novembre 2023

MOSE non era Ebreo, così raccontava Sigmund Freud nel 1937





 

    Oggi questa teoria che noi proponemmo nel 2002, riprendendola da Sigmund Freud che la pubblicò a Parigi nella rivista IMAGO nel 1937 e poi nel 1939, è accettata da molti studiosi.

Noi però nel frattempo siamo andati oltre, arrivando anche al vero nome di Mose. Intendiamo il vero nome del “Personaggio di nobile lignaggio che prese il nome di Mose”. Oggi i tempi sono cambiati e nessuno si offenderà se scriveremo quanto trovato nei testi egizi e nei muri del tempio di Luxor di un “Personaggio di stirpe reale, erede al trono d’Egitto, che fu esiliato e il suo nome cancellato dai documenti e dai monumenti Questa è la frase che De Mille fece dire al faraone Seti I quando questi è costretto a bandire il Principe Mose, su precisa denuncia del fratellastro di questi, Il futuro Ramesse II.

Adesso prendiamo da uno dei nostri libri quanto riguarda questi fatti.  Da: "I Popoli del Mare. Sisara eroe shardana in Israel" 

    Dopo la restaurazione voluta dal generale golpista Horemheb, urgeva mettere sul trono un nuovo faraone da cui derivare un’altra dinastia, dopo lo sterminio della famiglia di Amenophe IV/Akenaton. Vediamo:

    < A questo punto si trattava di eleggere un nuovo faraone. Fu individuato un soldato di valore, comandante in seconda dell’esercito e generale dei mercenari Libu, Shardana e Tjekker. Il suo nome era appunto Ramessu. Ramessu I regnò dal 1292 al 1291 a.C. lasciando subito il regno al figlio Seti. Anche Seti era soldato di valore cresciuto a fianco del padre fra i mercenari. Seti aveva un figlio che al tempo delle persecuzioni contro i seguaci di Aton aveva si e no cinque anni. Aveva però conservato nella mente quei martiri che morivano invocando il loro Unico Dio un Dio d’amore che impediva loro di ribellarsi alle persecuzioni volute da Horemeheb>.

L’interesse del giovane principe per la religione bandita dal paese era pericolosa, ma il suo fascino  irresistibile. Neb.Ka.Set.Nebet, questo il nome del principe, era stato designato da Seti quale suo erede, essendo anche il primogenito. La sua fede nel Dio Unico ebbe modo di rafforzarsi ascoltando i racconti dei soldati shardana che arrivavano dall’Isola che aveva il loro nome. Nessuno, in quella terra benedetta dalla natura avrebbe mai perseguitato un suo simile perché adorava altra Divinità. Neb.ka.set non nascose le sue idee al padre, che forse lo approvava. Purtroppo il principe ereditario aveva anche un fratello che aspirava al trono. Il principe, denunciato dal fratellastro, fu costretto all’esilio con tutti i suoi compagni.> 

    Il lettore si starà chiedendo adesso, perché L. Melis non tenga conto del racconto biblico, pur così particolareggiato nella descrizione della nascita e adozione del principe. Lo stesso De Mille racconta che egli fu affidato alle acque del Nilo e raccolto dalla sorella del faraone: Bitya. Proprio il racconto della Bibbia ci ha fatto sempre sospettare che qualcosa non quadrava…troppe inesattezze e troppa la somiglianza con un altro racconto identico ma più antico. Quello di Sargon di Akkad, il capostipite degli Urim. Vediamo alcuni particolari del racconto, quanto collima e quanto non torna.

  • Mose nascerebbe a Jessen e su questo non abbiamo da obiettare. Juseppe e i suoi, ma anche gli Hyksos, si insediarono in questa terra a Oriente del Delta.
  • Fu affidato alla corrente del fiume dentro un “cesto di giunchi cosparso di bitume”. Qui abbiamo la prima stonatura. Questo particolare del bitume si ritrova nel racconto di Sargon. Ma in Mesopotamia la cosa è giustificata dal fatto che i giunchi della zona si impregnano d’acqua e vanno a fondo. Il giunco egizio no, galleggia da solo!
  • Il cesto, trascinato dalla corrente fu seguito a distanza dalla sorella di Mose. Eh, no! Il Nilo è un Fiume che scorre al contrario, per dirla con Erodoto, e gli Ebrei stavano nel Delta che sfocia o Nord, nel Mediterraneo. Non poteva trasportare il cesto verso l’interno. Lo avrebbe trasportato in mare!
  • Lo raccolse la figlia del faraone che era scesa a bagnarsi con le ancelle. Poiché non vi sono motivi che ci facciano pensare a una figlia del faraone che se ne va a spasso per l’Egitto e per di più in mezzo ai coccodrilli e agli ippopotami che popolavano il fiume, pensiamo che la fanciulla si bagnasse in un luogo protetto e possibilmente davanti alla regia. Purtroppo anche qui i conti non tornano. Dopo la sconfitta degli Hyksos “venne un re che non conosceva Juseppe” e precisamente un re della XIX dinastia di Tebe, che aveva la capitale (e la reggia) a Luxor. Pur se Amenophe IV aveva spostato la capitale ad Aketaton, a metà strada fra Jessen e Luxor. Con la restaurazione di Horemheb tutto tornò a Tebe o, se preferiamo, a Luxor. E Luxor dista da Jessen 850 km … controcorrente per di più!

Da: “I POPOLI Del MARE. SISARA EROE SARDANA in ISRAEL”

domenica 29 ottobre 2023

ISRAELE, SARDANA e SISARA, ecco la verità.




 ISRAELE, SARDANA e SISARA, ecco la verità.

Questo non è un  post di politica, ma di Storia. La vera storia di Israel (e non di Israele, che è quella di oggi, ereditata dalla Tribù di Juda della Diaspora 2000 anni fa e di una parte di Russi convertiti e trasferitisi in Occidente). Come da cartina allegata, vediamo che nel cosi detto Regno del Nord, una volta alleato di Juda e Beniamino ai tempi di David, non abitava alcun regno ebraico e ancor meno Judeo. Ci abitavano i Popoli che avevano attaccato l’Egitto nel 1180 a.C. e che ottennero quelle terre in cambio della preservazione del Regno di Ramesse III faraone d’Egitto. Insomma L’Egitto dovette rimetterci l’impero costituito dalle province di Siria/Palestina e del Sinai. Alcuni Popoli del Mare si insediarono in queste terre per 400 anni circa. I SHAKALASA ad AZOR, I TJEKKER a BYBLOS e a DOR, I LIBU a TIRO, I PHELESET nella PENTAPOLI ( Asdod, Ekron, Askelon, Gath, Gaza) e i SARDANA ad AKKO  e nella Tribù di Dan.

Città Shardana in Israele, ecco il punto. Al Awaht sul Monte Carmelo, da noi identifica nel 2004 con la biblica Aroset Goim con il beneplacito di un Adam Zertal assolutamente d’accordo sul nome della città, da lui definita shardana e soprattutto sul nome dei suoi abitanti. 5000 Shardana  comandati dal generale Sisara. “Sisara è un nome non di queste parti, ma penso sia appunto sardo”, raccontò nel 2005 quando ci incontrammo a Cagliari al Museo Archeologico. Ci informarono  che 10 anni dopo pubblicò un libro su Sisara e la sua città. Non sappiamo se ci mise nella bibliografia oppure no; va bene comunque.

Oggi una non meglio definita associazione “Sardegna pro Israele” organizza un convegno con alcuni “studiosi” sardi e alcuni amici dell’università di Jerusaleme usando questi fatti e coinvolgendo, non solo i Sardana, ma anche il “nostro” Sisara, di cui noi scriviamo dal 2002. Noi protestiamo per l’uso che si fa di questo popolo in tempi politicamente agitati e non solo. I SARDANA non c’entrano affatto con Israele quale è oggi, essendo identificati con il territorio denominato ISRAEL 3000 anni fa, che però era il territorio a Nord.

 


giovedì 26 ottobre 2023

ULUBURUN - FUNTANA RAMINOSA. Intervento Leonardo Melis Gadoni






 GADONI. Presentazione del libro di Walter Deidda sulla storia della miniera probabilmente più antica della Sardegna e delle sue caratteristiche. Una sala gremita con invitati contingentati (circa 250) -------------------------- ""Gli Shardana e Funtana Raminosa."

Con grande piacere condividiamo sulla nostra pagina l'intervento dell'illustre Leonardo Melis durante la presentazione del libro 'Funtana Raminosa - Una Miniera di Storia e di Bellezze Naturali', tenutasi il 5 agosto 2023 presso il centro di aggregazione sociale nel comune di Gadoni. Un approfondimento ricco di novità e scoperte sensazionali sia per il sito minerario Gadonese, sia per la storia antica Sarda. Per noi è motivo di vanto, orgoglio e soddisfazione aver portato sul nostro palcoscenico uno storico-scrittore di taratura mondiale e, soprattutto, un grande amico. Grazie per aver accolto il nostro invito e per la passione/competenza che hai messo e trasmesso nel tuo intervento. Grazie per quello che fai ormai da svariati anni per la nostra storia, quella di tutti noi Sardi."" Cogliamo l'occasione per ringraziare nuovamente il nostro speaker, il D.M. Ing. Mauro Deidda

lunedì 16 ottobre 2023

SHARDANA, SHAR, SHER e il vino più caro della storia


 


SHARDANA, SHAR, SHER e il vino più caro della storia .... 

Il bianco italiano più caro della storia? È sardo e costa 1300 euro di Paolo Massobrio Emanuele Ragnedda Il Vermentino dei record lo fa a Palau (Sassari) Emanuele Ragnedda, figlio del fondatore della cantina Capichera (venduta lo scorso anno). Il produttore: "Troppo caro? Si paga la dignità della Sardegna" Nel 2016, poco più che trentenne, e a seguito anche di un percorso interiore tra partenze e ritorni dalla sua amata isola, ecco la coraggiosa decisione di lasciare l’azienda di famiglia per mettersi a produrre la sua personale interpretazione di Vermentino “dinamico, elettrico, senza schemi” cambiando prospettive a 360°. E affida i sette ettari vitati nel comprensorio di Palau, prospicienti la Corsica, lascito di suo nonno Andrea, alla professionalità dell’enologo Piero Cella, allievo del grande maestro Giacomo Tachis, che tanto ha fatto per la Sardegna del vino. Nuraghi Shar 2020 “Shardana” Il primo campione della cantina al nostro assaggio è l'Isola dei Nuraghi Shar 2020, che prende il nome da “Shardana”, i guerrieri impavidi che popolavano la Sardegna migliaia di anni fa. È un vermentino di razza, con naso evoluto di nocciola e idrocarburi che in bocca mostra i muscoli, ma forse ha bisogno ancora un po' di affinamento per dare il meglio di sé.

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 LA  REPUBLICA


giovedì 5 ottobre 2023

I Popoli del Mare, Sisara: Eroe Shardana in Israel




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< Città Shardana in Israele, ecco lo spunto. Al Awaht sul Monte Carmelo, da noi identifica nel 2005 con la biblica Aroset Goim con il beneplacito di un Adam Zertal assolutamente d’accordo sul nome della città, da lui definita** shardana** e soprattutto sul nome dei suoi abitanti. 5000 Shardana comandati dal generale Sisara. *“Sisara è un nome non di queste parti, ma penso sia appunto sardo”, *raccontò nel 2005 quando ci incontrammo a Cagliari al Museo Archeologico. Ci informarono che 10 anni dopo pubblicò un libro su Sisara e la sua città. Non sappiamo se ci mise nella bibliografia oppure no; va bene comunque. Oggi mentre scriviamo, un politico israeliano in visita ai politici sardi annuncia che “In Israele, sul Monte Carmelo, vi è una città “nuragica”. La stampa sarda e il web in particolare si scatenano per questo scoop! Anche molti nostri lettori, probabilmente con la memoria corta. Molto corta. Così oggi, 12/07/2022 ci accingiamo a fare quanto temevamo di fare per tanto tempo. Ci accingiamo a compiere una ennesima sfida, inventando un altro modo di scrivere, che nuovo non è affatto se torniamo indietro di qualche secolo. Come infatti oltre vent’anni fa riprendemmo il modo di scrivere degli antichi storici, come Erodoto, Pausania, i latini Festo, Livio, Plutarco … tirandoci addosso gli sberleffi di chi fino a quel momento aveva scritto i libri di storia, interrotti da mille note e con linguaggio “tecnico” per addetti ai lavori, ma incomprensibile per i lettori … oggi ci reinventiamo un modo di scrivere che era quello di **Cesare nel De Bello Gallico: un libro di Storia di avvenimenti con al centro un personaggio. **Nel nostro caso sarà un protagonista Sardana, nel periodo della Grande invasione del 1200 a.C. il suo nome? Sisara.>

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giovedì 7 settembre 2023

Enea, il suo viaggio e i Popoli del Mare

 



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Enea e il suo viaggio raccontato da Virgilio e descritto STORICAMENTE da Leonardo Melis in seguito agli studi sui Popoli del Mare. L'Oracolo di Delfi che dice "Dovete tornare all'Antica Madre" e che Anchise interpreta con L'isola di Creta dove avevano vissuto i loro antichi Avi Dardani, fra cui Teucro. Gli Antenati però spiegano in sogno a Enea che l'Antica Madre risiede nei Lidi Italici, che non sono però nel Lazio come interpretato e scritto da Virgilio per compiacere Augusto che gli aveva commissionato l'Opera. Gli Antichi chiamavano Italici le popolazioni che abitavano le terre fra la Puglia, la Lucania e la Calabria. La Lucania appunto, la patria dei Likku o LukKa. I Luka a Troja erano comandati da Glauco e Sarpedonte. Dopo la morte di quest'ultimo, ucciso da Patroclo, I Lukka che erano chiamati Lici da Omero, furono condotti da Oronte verso la loro antica patria, insieme ai loro fratelli DARDANI e ad altre Genti appartenenti ai Popoli del Mare. La Lukania appunto.

sabato 2 settembre 2023

Leonardo Melis su Focus. La testardaggine e la prepotenza degli Archeobuoni

 




https://www.shardana.org/leonardo-melis-su-focus/


Leonardo Melis su Focus

La testardaggine e la prepotenza degli Archeobuoni


In un numero speciale sulla Storia pubblicato dalla rivista Focus su questi popoli, la redazione scelse di pubblicare le interviste di tre “Fonti” diverse: Un Prof. Universitario, un Archeologo della Sovrintendenza della Sardinia e Leonardo Melis.china lesbian sex toys custom baseball jersey best nfl jerseys cheap lace front 

Al solito l’Archeobuono si preoccupò esclusivamente di contestare l’intervista a Leonardo Melis, chiamandola “Improponibile” e proponendo Un tragitto dei Popoli del Mare al contrario di quanto descritto dagli Egizi. Facendo navigare questi popoli … verso Occidente! Ossia, sbagliando completamente la rotta!

Il Prof. Universitario descrisse il viaggio dei P.d.M. del 1200 “dalle isole dell’Occidente, verso l’Oriente. Come spiegato nei testi egizi.

Leonardo Melis propose l’arrivo di questi popoli nell?Occidente nel 2200 a.C. per poi piombare nel 1200 a.C. sui regni di Grecia (Micene, Tirinto …), su Troja, Hattusa, le città kananee e sull’Egitto stesso.

Negare assolutamente la storia per difendere il loro cadreghino ormai è diventato improponibile e spassoso, persino nelle riviste più lette.

di Leonardo Melis

Articolo Protetto da Copyright

lunedì 28 agosto 2023

Nurakes al 1600 a.C.? Datazioni da rivedere


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Nurakes al 1600 a.C.? Datazioni da rivedere Dopo l’intervento di babai Lilliu ai primi del Millennio per arrestare la corsa a retrodatare le prime costruzioni imponenti dei Sardi, si trovò un axcamotage che prevedeva una “trave” ritrovata in una delle nicchie di Su Nuraxi. Trave poi affidata a una studiosa danese esperta del C14. La datazione offrì una forbice che dava 1550 – 1650 a.C. circa. In nostro libro si parla di una chiacchierata con una persona importante e sconosciuta dell’archeologia sarda. Questa persona ci confidò durante un pranzo con altri studiosi di essere stato presente a tutta la “operazione” e di poter provare che la trave fu lasciata dagli operai sopra quella nicchia. Ossia, egli non asseriva che la datazione con il C14 non fosse esatta, ma che la trave non appartenesse al nuraghe dalla sua costruzione. Nurakes al 1600 a.C.? Nel frattempo un gruppo di studiosi americani scoprirono a Duo Nuraghes, in territorio di Borore, dei vinaccioli di Cannonau, datati anch’essi con il C14 ma al 1800 a.C. Cosa che indicava una precedente datazione, anche del 1800 a.C., del Nuraghe. Noi nel frattempo pubblicavamo dei Nuraghes o dei simil Nuraghes di tutto il mondo, datati dalla scienza di quei paesi al 3500 a.C. e persino al 10.000 a.C. (Jeriko). Tutto questo ha un significato: o i Sardi hanno copiato i Nuraghes da altri, oppure i nostri sono da retrodatare e di molto! A questo aggiungiamo anche che i popoli antichi non parlano dei sardi con caratteristiche di costruttori o abitanti di Nuraghes, ma di abitanti di città marinare o città fortezze. Come raccontano i testi egizi e biblici … (NB: Papiro Arris, Libro dei Judici … etc.). Leonardo Melis da: “I Popoli del Mare, Sisara” Articolo Protetto da Copyright 

sabato 22 luglio 2023

I popoli venuti dal mare: leggende e verità sui Pelasgi



I popoli venuti dal mare: leggende e verità sui Pelasgi 

BY SHARDANA 21 LUGLIO 2023 

 Chi siamo? Da dove veniamo? A tutti è capitato almeno una volta di porsi una di queste domande a cui sono state associate le risposte più inverosimili, come una conoscenza superiore ottenuta grazie all’arrivo di esseri provenienti da altri mondi. Eppure, la verità è così naturale, così ovvia che verrebbe da chiedersi: se il genere umano è riuscito ad evolversi, creando strutture ed invenzioni straordinarie che ancora sopravvivono, come si può pensare che l’innovazione tecnologica da noi prodotta sia frutto di una conoscenza donata da popolazioni aliene? Non possiamo raccontare nulla di scientificamente dimostrato su questi fantomatici popoli provenienti dalle stelle, ma possiamo raccontarvi la storia di popoli venuti dal mare che, in tempi antichissimi, migrarono fino alle terre nordeuropee. Un esodo di guerrieri, uomini di mare, forgiatori di metalli, portatori delle esperienze dei loro antenati, che, generazione dopo generazione, si affinarono, fino a tramutare piccoli villaggi in centri abitati sempre più complessi socialmente e culturalmente. Si chiamano comunemente Pelasgi o Eraclidi, ma, diversamente da quello che si tende a credere, non si tratta di un’unica civiltà ma di un’ondata di popoli provenienti dal Medio Oriente che, per sopravvivere a calamità naturali non ebbero altra possibilità che emigrare. Molti sono i loro nomi: Sher-Dana, Tuatade-Dana, Akwasha, Shakalasa, Liku, e molti altri, e tra questi i più conosciuti sono sicuramente gli Shardana, grandi guerrieri il cui corpo militare era a capo della difesa del faraone. Quali tra questi popoli stranieri approdò in Italia? Prima di rispondere a questo quesito, dobbiamo considerare che con il termine Italia si intendeva il territorio compreso tre Calabria, Basilicata e Puglia, il medesimo sulle cui coste il poeta Virgilio, fece approdare l’eroe Enea. Questo territorio, strategicamente ideale per scambi commerciali e condizioni climatiche e territoriali favorevoli, venne invaso dal popolo dei Liku, da cui deriverà il termine lucani. Storie ricche di fascino, magistralmente ricostruite e narrate dal famoso storico Leonardo Melis, tra i massimi esperti di popolazioni antichissime di cui abbiamo testimonianza, con esemplari risalenti a più di 10.000 anni fa. Grazie alle ricerche condotte dal dott. Melis è possibile ricostruire la rotta dei nostri antenati, una narrazione che trova corrispondenza con testi sacri, documentazioni storiche e studi sul territorio; elementi chiave che hanno permesso di comprendere il vero motivo che ha spinto queste genti ad insediarsi in luoghi sempre più lontani. Tre sono gli esodi documentati avvenuti rispettivamente. Nel 2200 a. C, quando una terribile carestia li costrinse a migrare ad occidente. Nel 1200 a.C., quando un innalzamento delle acque che causò la devastazione di villaggi e campi coltivati irrimediabilmente contaminati dalle acque salate, indusse i popoli a rientrare nelle terre d’origine. È il periodo in cui ondate di guerrieri navigarono alla volta di Troia, capitanati dal re Agamennone, per distruggere la città di Priamo e riportare in patria la regina Elena di Sparta. 

 di Leonardo Melis 

 Articolo Protetto da Copyright 

mercoledì 12 luglio 2023

OETZI, la Verità: DNA SARDO, padre europeo.





https://www.shardana.org/oetzi-la-verita-dna-sardo-padre-europeo/

OETZI, la Verità: DNA SARDO, padre europeo. BY SHARDANA

<<OETZI, DNA SARDO Aveva occhi castani, era intollerante al lattosio e aveva probabilmente un antenato in comune con gli attuali abitanti di Sardegna e Corsica: è l’identikit di Oetzi, la celebre mummia del Similaun, ricostruito grazie alla prima mappa completa del suo Dna. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature Communications, è stata condotta da un gruppo internazionale coordinato dall’antropologo Albert Zink, dell’Accademia Europea di Bolzano. Scoperto nel 1991 in Alto Adige, sul versante italiano delle Alpi Otztal, Oetzi è ora conservato presso il museo archeologico di Bolzano. OETZI, la Verità: DNA SARDO, padre europeo.>>

" Questa è la verità sulla pubblicazione relativa a una “SCOPERTA” annunciata sul web in questi giorni e erroneamente interpretata facendo passare la mummia di Similaun come addirittura figlio di un Sardo. Lungi da noi l’idea di boicottare notizie “favorevoli” alla storia sarda, vorremmo però precisare che questa notizia l’avevamo già pubblicata in uno dei nostri libri. Nella fattispecie su: “Sardana, Cronologia dei Popoli del Mare” del 2020. Citiamo un brano: “3.300 a.C. è la datazione riferita al DNA per linea Materna presente nelle Alpi della Mummia di Similaun, che risulta essere presente in tutta Europa ed ormai estinta, mentre la linea paterna G2a era presente precedentemente e proveniente dall’Oriente (Mesopotamia?) nel Neolitico (10.000 anni fa). Successivamente sparito e sostituito da ulteriori migrazioni, sempre dall’Oriente, ma oggi presenti solo esclusivamente in Sardinia e Corsica. Cosa significa questo? Semplice: una migrazione di soli maschi, guerrieri esploratori, arrivò in Europa e nel Mediterraneo a fine del 3° Millennio, mischiandosi con le donne europee e sopravvivendo in Sardinia per anni, fino ai giorni nostri. Precedevano la Migrazione del 2200 a.C. che diede origini ai nostri Avi e che noi chiameremo: Urim, Pelasgi o Popoli del Mare.” 

di Leonardo Melis 

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domenica 9 luglio 2023

Popoli del Mare nel Pacifico

 



La Pietra di Paraiba

 <la Pietra di Paraiba, fu trovata nel 1872 a Pouso Alto (Paraiba). La pietra si spezzò e non fu mai ritrovata, ma la copia delle iscrizioni fu inviata al Visconte di Sapuachay, presidente dell’Istituto Storico di Rio de Janeiro. Inizialmente fu dichiarata un falso, però in seguito, nel 1960, l’epigrafista Cyrus Gordon affermò che il testo non poteva essere un falso, perché riportava dei concetti grammaticali della lingua “fenicia” ossia kananèa che erano ancora sconosciuti nel 1872, quando la conoscenza dell’antico kananèo era appunto poco diffusa. Ecco la traduzione:

<Siamo Cananei di Sidone (o di Akko? Tiro?) della città del re mercante (Hiram). Giungemmo a quest’isola lontana, una terra montagnosa. Abbiamo sacrificato un giovane … agli Dei e alle Dee celesti, nel diciannovesimo anno del nostro re Hiram e ci siamo imbarcati a Ezion-Geber nel Mar Rosso. Abbiamo viaggiato con dieci navi per due anni intorno all’Africa, quindi ne fummo separati per la mano di Baal e già non stiamo con i nostri compagni. Così giungemmo qui, dodici uomini e tre donne, alla isola del ferro, in una nuova spiaggia che io, l’Almirante controllo. Ma sicuramente gli Dei e le Dee ci favoriranno.> 

            Ora noi abbiamo ricostruito questo viaggio riguardo una Flotta di dieci navi al comando dell’Almirante Keur (Kareh), figlio del Generale Sisara chiamato Karìa dai suoi amici e parenti. Lo abbiamo ricostruito prendendo dagli scritti del padre della Storia Greca: Erodoto. Prendendo dagli studi del compianto Bruno Vacca, nel suo “La Civiltà Nuragica e il Mare”, in cui descriveva i viaggi dei Sardana verso Simbabwe. Naturalmente riprendendo dai nostri primi libri, in cui approfondimmo questi viaggi con documenti nuovi e comprovanti la tesi di Bruno Vacca, il quale ci considerava come unico amico; cosa per lui eccezionale per il suo carattere ombroso e poco incline a dar ragione a qualcuno oltre se stesso. Andiamo quindi a intraprendere questo viaggio raccontato in seguito da Greci, Cartaginesi e naturalmente ancor prima dagli Egizi, fin dai tempi antichi. Anche se i Greci (Erodoto) lo ambientano ai tempi del Faraone Nekau.>

Da: “I Popoli del Mare. Sisara eroe shardana in Israel”


martedì 4 luglio 2023

 





Il movimento dei Popoli in Egitto

Un piccolo inciso su Ser.Amon e il suo comportamento riguardo a questi fatti. Abbiamo visto che al suo rientro da Qadesh egli aveva scoperto il trattamento riservato al suo amico Neb.Ka.Set/Mose e nonostante la sua fedeltà a Ramesse, decise che avrebbe fatto in modo di sostenere il principe caduto in disgrazia.

L’Egitto e i movimenti di Popoli

In attesa degli eventi che avrebbero “mandato via” Neb.Ka.Set e la sua gente, e in attesa anche dell’incarico che il faraone aveva dato a lui come comandante della scorta che “doveva impedire che qualcuno dei fuoriusciti, vedendo eventuali combattimenti, fosse tentato di tornare indietro …”, si trasferì per alcuni giorni nella terra della sua gente in Egitto, vale dire il territorio che la Bibbia indica come sede degli Ebrei/Hapiru: Jessen o JossenPer l’esattezza ad Avaris.

Oggi molti studiosi fanno questa equazione: Hwt-Waret = Avaris = Peru-Nefer = Pi-Ramses = Tell el-Dab’a. A Pi.Ramesse la Bibbia dice che gli Ebrei lavoravano impastando fango e paglia per fare i mattoni di costruzione “della città magazzino”, ma noi pensiamo che Pi.Ramesse fosse la capitale che Ramesse III volle nel periodo della guerra di Qadesh con gli Ittiti. Ecco perché soprattutto crediamo che Pi.Ramesse non fosse altro che l’antica capitale degli Hyksos: Avaris.

Da questa città provenivano i faraoni della XIX dinastia e molto probabilmente qui si svolsero le gesta di altro personaggio biblico: Juseppe.

Prima di parlare del personaggio Juseppe aiutati dalle nostre ricerche pubblicate e non, nei nostri libri precedenti, vorremmo riportare una nota ripresa da uno studio che parla di questo personaggio riportato dalla trasmissione “Esodo, alla ricerca delle prove”

La raffigurazione di questo personaggio nella foto appresso ci fornisce altri dettagli interessanti: aveva i capelli rossi con un’acconciatura che gli archeologi oggi chiamano “a fungo” e la pelle pallida, giallastra, come gli Egiziani di Tebe rappresentavano la gente proveniente dal Settentrione rispetto a loro.

La statua aveva sulla spalla un cosiddetto “bastone da lancio” (simile a un boomerang australiano), simbolo inconfondibile di una carica, fatto apposta per quest’alto ufficiale asiatico che viveva nella terra di Goshen. Sul retro della spalla vediamo i residui di strisce di vernice di vari colori, quindi il personaggio era vestito di una veste variopinta.

Questo combacia con la storia di Giuseppe che ricevette dal padre una veste variopinta, perché era il figlio prediletto.

Forse quella sua veste era diventata quasi il suo emblema, un segno che lo caratterizzava. Dunque, dai frammenti della statua, gli studiosi concludono che per l’acconciatura che portava, per il colore della pelle e l’arma sulla spalla, il personaggio doveva essere di provenienza siro-palestinese. Juseppe(?).

Da: “I Popoli del Mare. Sisara eroe Shardana in Israel”

di Leonardo Melis

Articolo Protetto da Copyrig


https://www.shardana.org/legitto-e-i-movimenti-di-popoli/

lunedì 19 giugno 2023

MONT’E PRAMA: 26/03/1974 L’ANNUNCIO




MONT’E PRAMA: 26/03/1974 L’ANNUNCIO

La Nuova Sardegna si occupò della scoperta di alcuni pezzi venuti alla luce in quel di Mont’e Prama nel marzo del 1974, grazie a un gruppo di giovani appartenenti al Centro di Cultura di Cabras guidati dal compianto Giuseppe Atzori. MONT’E PRAMA: 26/03/1974 L’ANNUNCIO Essi pensarono di consegnare, come da legge, i pezzi ritrovati alla Sovrintendenza di Cagliari che li sistemò nel magazzino del Museo Regio ove restarono nell’oblio fino al 2005, quando alcuni appassionati, nella fattispecie: un giornalista, un editore, un politico e uno studioso dei Popoli del Mare, fecero una campagna martellante che costrinse le Autorità a interessarsi della questio e inviare i 5000 frammenti al Centro Restauri di Li Punti (SS). Nel frattempo il gruppo di Cabras trovò altri reperti. Poiché però il Sovrintendente nel frattempo aveva inviato la Guardia di Finanza a sequestrare alcuni reperti, accusando i giovani di essere dei dilettanti, anzi addirittura dei Tombaroli, i ragazzi e Atzori pensarono bene di affidare i nuovi reperti a una persona importante e conosciuta di Cabras che li conservò nel su giardino. Stavolta la Guardia di Finanza non emise alcun provvedimento … ma questo è solo l’inizio della storia controversa e nascosta delle STATUE di Leonardo Melis Articolo Protetto da Copyright 

domenica 11 giugno 2023

LA BANDIERA SARDA CON LA BENDA SUGLI OCCHI, MA ANCHE NO!

 


LA BANDIERA SARDA CON LA BENDA SUGLI OCCHI, MA ANCHE NO!

A seguito delle ricerche storiche di Leonardo Melis, allora Consigliere nazionale del Partidu Sardu, supportato dal Sindaco di Samugheo Carlo Mura, dal consigliere provinciale Chicco Frongia e dal Consigliere regionale Salvatore Bonesu, aiutati anche dal segretario del Prtidu Sardu Antonio Delitala che nel 1998 organizzò la prima Festa della Bandiera a Villa d’Orri di Leonardo Melis



Prima, dopo e adesso

Dal 1999, quando 4 patrioti fecero votare la legge regionale che la ufficializzava con la Benda sulla fronte, come usano tutti i popoli etnici del mondo.


A seguito delle ricerche storiche di Leonardo Melis, allora Consigliere nazionale del Partidu Sardu, supportato dal Sindaco di Samugheo Carlo Mura, dal consigliere provinciale Chicco Frongia e dal Consigliere regionale Salvatore Bonesu, aiutati anche dal segretario del Partidu Sardu Antonio Delitala che nel 1998 organizzò la prima Festa della Bandiera a Villa d’Orri

di Leonardo Melis

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