domenica 29 settembre 2013

IL VELLO D'ORO? Era il BISSO!

Erodoto scriveva che
 “I Colchi sono di razza egiziana, con capelli neri e crespi e il colorito scuro, sono circoncisi come gli Egizi e gli Etiopi, inoltre il lino egizio e quello colchico sono i migliori, quello colchico è chiamato dai Greci Sardonico(!)” 
I Greci non conoscevano il Bisso. Per loro  questo indumento incredibile, fatto di filamenti d'oro, era semplicemente LINO SARDONICO, o Lino dei Sardana. Un manto  fatto di filamenti d'Oro per loro poteva essere solo D'ORO! Da cui il MANTO (VELLO) D'ORO di un capro leggendario, protagonista oltretutto di una leggenda presa dalla tradizione ebraica del SACRIFICIO di Isacco e del CAPRO espiatorio sacrificato al suo posto.
I Colchi erano SARDANA e detentori di segreti e ricchezze  inimmaginabili per i Greci nati solo nel 800 a.C.
Fra questi segreti e queste ricchezze vi era il BISSO, che solo RE e FARAONI potevano indossare.
 Pubblichiamo un lavoro della nostra amica  CHIARA VIGO, MAJSTU de BISSU discendente del mitico Ooliab di DAN.
Da: "SHARDANA i Principi di Dan"


sabato 28 settembre 2013

BUENOS AIRES = BONARIA fondata da marinai Sardi

 Il fondatore di Buenos Aires, in Sud America, il conquistatore spagnolo Pedro de Mendoza,  chiamò la città:  Santa Maria de los Buenos Aires (Santa Maria di Bonaria) nel 1536.
 La nave di Mendoza era condotta da MARINAI SARDI.
 Gli stessi SARDI che, secondo i nostri ARCHEOBUONI, "vivevano con le spalle rivolte al mare"  ossia NON NAVIGAVANO!
Lo stesso PAPA FRANCESCO ha voluto fare la visita in Sardinia, dopo quella a sorpresa  di Lampedusa, per visitare  il santuario di BONARIA di Cagliari, che ispirò il nome della città Argentina, sua città natale.


giovedì 5 settembre 2013

Il Minotauro era SARDANA...


La presenza SHARDANA e AKAYASA in Egeo è sempre più confermata da ritrovamenti di ceramiche e  da relitti di navi cariche di "Roba sarda". Come il relitto di ULUBURN datato 1350 a.C. Come le ceramiche sarde di Cipro datate  1300-1200 a.C.


martedì 3 settembre 2013

#STATUEMONTEPRAMA . "Non è vero che NON erano esposte" .. ma un Archeobuono smentì!


"VENT'ANNI FA qualche frammento indistinguibile è stato esposto nel Museo di Cagliari, ma senza spiegare cos'era"... raccontava nel 2005 I Sovrintendente NICOSIA in un'intervista al giornale  IL SARDEGNA. Ancora oggi, quando parliamo di OCCULTAMENTO delle Statue, si alzano pronti gli scudi degli ARCHEOBUONI e i loro chierichetti a difendere l'indifendibile: " NON è vero che le statue non erano esposte! Persino Lilliu le aveva pubblicate nei  suoi libri!".
peccato che  le smentite sono  dietro l'angolo e vengono  persino da chi nel 2005 decise di ROMPERE con il silenzio sulle statue ormai scoperte dalle conferenze e dalle pubblicazioni di uno scrittore "dilettante" e da un giornale coraggioso, come IL SARDEGNA...
Peccato anche che IL SARDEGNA sia (stranamente) fallito e l'ARCHEOBUONO PENTITO sparì subito dalla circolazione... Rimangono le sue  dichiarazioni. Pesanti come macigni.
da: "SHARDANA la Bibbia degli Urim" di Leonardo Melis

Le COLPE degli ARCHEOBUONI per le STATUE di #MONTEPRAMA.



A seguito di una campagna di  denunce e di pubblicazioni sui giornali e poi anche in un libro, nel 2005 Le STATUE DI MONT'E PRAMA furono trasferite dai sotterranei del Museo di Cagliari al Centro Restauri di Li punti (SS). ma la noncuranza e il disprezzo da parte degli addetti ai lavori continuò, nonostante  l'iniziativa del Governatore e il finanziamento di €  1.350.000 (unmilionetrecentocinquantamila).
 Da: "Shardana la Bibbia degli Urim"  Dossier Monteprama

domenica 1 settembre 2013

HARRAN città "Nuragica" degli URIM,



















In seguito a una catastrofe descritta nel testo sumero La Maledizione di Akkad” e in quello akkadico “Lamentazione di Ur” e da noi riportata in “Shardana i Principi di Dan” grazie anche al compianto Zecharia Sitchin che ne ha tradotto i versi, la Mesopotamia fu travolta da una carestia durata 300 anni. Tiruh prese la sua famiglia e (supponiamo) il suo esercito e la sua gente e risalì il fiume Eufrate, fino alla città gemella di Ur: Harran